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Presentazione bilancio dell’Inps: “La montagna ha partorito un topolino”

Si è svolta il 15 giugno a Bologna la presentazione del bilancio sociale 2015 dell ‘ Inps , alla presenza del presidente dell’ente Tito Boeri .

“C’è ancora preoccupazione per il blocco del Turn over nella pubblica amministrazione, un settore fermo dal 2007 che invecchia inesorabilmente, anche a causa dei minori pensionamenti dopo la riforma Fornero, che comunque non ha impedito di raggiungere ottimi livelli di performance nella erogazione delle prestazioni. Ciò significa che non tutti i dipendenti pubblici sono dei fannulloni, come qualcuno aveva azzardato”: afferma Tullia Bevilacqua, segretario regionale dell’Ugl Emilia-Romagna.

“Sarebbe utile che si intensificasse l’invio delle buste arancioni dell’Inps, un plico contenente vari documenti con i quali l’Istituto anticipa al lavoratore la sua presumibile futura decorrenza pensionistica e l’importo previsionale che si stima potrà essere erogato a quella data”: è l’auspicio della segretaria regionale dell’ Ugl.

“Sulla flessibilità in uscita proposta dal governo ai sindacati, la pensione anticipata grazie a un prestito rimborsabile in 20 anni, mi sembra che la montagna abbia partorito uno strano topolino in ordine al prestito previdenziale”: aggiunge Tullia Bevilacqua, segretario regionale dell’Ugl Emilia-Romagna.

La proposta del governo al vaglio dei sindacati – che prevede l’anticipo finanziario della pensione netta per gli anni che mancano alla pensione di vecchiaia con una rata del prestito pensionistico per chi dovesse anticipare volontariamente l’uscita dal lavoro di 3 anni rispetto all’età di vecchiaia che potrebbe arrivare al 15% – sarà discussa nell’ incontro già previsto in agenda del prossimo 23 giugno.

“Auspico che i prossimi incontri calendarizzati con le parti sociali inducano il governo a fare di più e meglio rispetto alla legge Fornero, per esempio. E al riguardo ricordo la grande ingiustizia perpetrata a carico di alcune categorie del lavoro e , a titolo di esempio, a danno delle professionalità ferroviarie: macchinisti e capitreno costretti ad andare in pensione a forza di legge all’età di 66 anni e cioè ben oltre la media europea. Una discriminazione che come sindacato abbiamo chiesto più volte di rivedere, azzerare”: conclude il segretario regionale dell’Ugl Emilia-Romagna Tullia Bevilacqua.

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