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Stupro di gruppo in Via Testi: sentita la vittima

stupro di gruppo Via TestiContinua l’incubo per la 24enne mantovana vittima nel 2010 di uno sturo di gruppo nell’allora sede del collettivo antifascista in via Testi (RILEGGI GLI EVENTI).

Venerdì la ragazza è stata sentita come testimone dal collegio giudicante: è stata un’audizione lunga, rigorosamente a porte chiuse, interrotta da lunga gettiti di pianto e disperazione.

Secondo indiscrezioni raccolte dalla Gazzetta di Parma la ragazza avrebbe raccontato di essere giunta a Parma in treno, recuperata in auto da un amico e accompagnata al collettivo, che frequentava di tanto in tanto. Lì avrebbero bevuto vino, da una bottiglia, poi le avrebbero passato un bicchiere, probabilmente drogato, dopo il quale si è sentita male.

E’ andata in bagno, quando è tornata nello stanzone vi erano solo i ragazzi. Da loro è stata gettata su un tavolo, spogliata, gli abiti buttati sotto una sedia (dove li ha trovati la mattina successiva), abusata sessualmente da uno dei tre (e ha fatto il nome) e anche da altri.

Poi, a tratti ha perso i sensi, mentre continuavano a usarle violenza. La mattina si è svegliata, sciacquata e se ne è andata a confidarsi con un’amica, senza fare denuncia per anni, per non dare un dolore alla famiglia nonostante sapesse di un filmato che girava Parma. Dopo molto tempo, la denuncia, il riconoscimento dei carnefici nel video. Ora il processo, che fa male da morire e non le ridarà mai ciò che era prima di quella notte, ma assicurerà alla giustizia chi ha ammazzato la sua adolescenza.

L’udienza è stata rinviata al 15 novembre e 19 dicembre: in quei giorni verranno sentiti gli imputati.

L’INCHIESTA – La Procura, nella persona del PM Amara, aveva chiesto da subito gli arresti per gli indagati, inizialmente 6. Due posizioni sono state stralciate, una, poiché il giovane si trovava all’estero, l’altra perché il protagonista non compariva nel filmato, per un sesto, residente all’estero, è stata disposta una nuova notifica degli atti.

Nei guai, Francesco Cavalca, 25 anni e Francesco Concari, 29 anni, parmigiani, e Valerio Pucci, 24 anni, romano. Dopo un lungo batti-ribatti tra Procura, no dei gip, fascicoli al Riesame e poi in Cassazione, per Concari e Pucci scattarono gli arresti, per Cavalca i domiciliari. Attualmente tutti e tre, accusati di violenza sessuale, si trovano ai domiciliari.

I FATTI – Mai denunciati, i fatti, tremendi, risalgono al 2010. Nella sede dell’allora collettivo antifascista di Via Testi, arroccata tra Via Toscana e Via Mantova, la ragazzina, originaria del mantovano, all’epoca appena maggiorenne, che frequentava il gruppo, venne invitata per una festa. Drogata, fu stuprata a turno, e abbandonata li, dove si svegliò la mattina dopo con gli abiti strappati e i segni della violenza addosso. I fatti, filmati con un cellulare. La denuncia, da una soffiata anonima, in un ambiente difficilmente penetrabile dalle forze dell’ordine.

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