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Consorzi di bonifica: il 30 giugno sciopero nazionale

sciopero consorzi di bonificaFAI, FLAI e FILBI hanno indetto per giovedì 30 giugno lo sciopero nazionale dei lavoratori dei Consorzi di Bonifica.

L’iniziativa si è resa necessaria a seguito della rottura, avvenuta lo scorso 8 giugno, delle trattative per un rinnovo dignitoso del CCNL, che rimetta al centro il ruolo determinante dei lavoratori dei Consorzi di bonifica.

Nonostante l’ampia disponibilità dei sindacati a portare avanti la trattativa per chiudere l’accordo, dopo 18 mesi le risposte della controparte sono ancora del tutto insufficienti. Sul salario la proposta dello SNEBI è inchiodata al 2,7%, distribuito nel periodo 2016-2018 e nessun riconoscimento economico per l’annualità 2015, senza che si aprano spiragli di discussione; in materia di demansionamento le organizzazioni sindacali si sono dovute opporre a modifiche addirittura peggiorative della legge. Inoltre si giudica inaccettabile l’assenza di risposte nei confronti dei tanti lavoratori avventizi del comparto che, come ogni anno, saranno a breve impegnati nelle delicate attività estive di tutela del territorio.

Lo sciopero è articolato a livello territoriale. A Parma è previsto, per le 9.30 di giovedì 30 giugno, un presidio davanti alla Prefettura di tutti i lavoratori del Consorzio e delle sigle unitarie di categoria.

Nelle regioni del Sud (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria) gli scioperi dei lavoratori del Consorzi di Bonifica si sono svolti nei giorni scorsi e hanno registrato una grande adesione. Le mobilitazioni del 30 giugno interesseranno Liguria, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Toscana; per finire il 5 luglio con Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Lazio, Sicilia e Sardegna. Tali iniziative, a difesa dell’importante lavoro che le lavoratrici e i lavoratori dei Consorzi di Bonifica svolgono per il presidio e la tutela del territorio, sono la risposta alle proposte inaccettabili messe sul tavolo del confronto lo scorso 8 giugno dallo SNEBI, quando, dopo due giorni di negoziato ad oltranza, si è interrotta la trattativa.

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