Home » Cultura&Spettacoli » ‘L’emergenza di scrivere’: tracce di quotidianità ai tempi del Covid-19- Secondo racconto

‘L’emergenza di scrivere’: tracce di quotidianità ai tempi del Covid-19- Secondo racconto


L’associazione Intesa San Martino con la sua Biblioteca Sociale Roberta Venturini, mette a disposizione degli iscritti uno spazio in cui raccogliere riflessioni, pensieri, racconti, idee e paure nel periodo di isolamento imposto dall’emergenza sanitaria.

Un’urgenza di far sentire la propria voce nel silenzio scelto dalla città che continua a vivere.


DI CORONA VIRUS NON SOLO SI MUORE…MA SI RINASCE

di Roberta Calzolaro

 

Chi siamo davvero quando ci viene tolto tutto e restiamo soli con noi stessi?

Chi siamo davvero quando le strade si fanno vuote, i legami si fanno distanze e le belle abitudini solo ricordi?

Qualche mese fa le nostre vite erano scandite da un ritmo serrato, ma sempre uguale e quindi rassicurante: lavoro, cene con gli amici, aperitivi con i colleghi, pranzi in famiglia, palestra, spesa, scuola.

Poi un giorno stop… ti devi fermare… il Covid-19 è arrivato, è qui, è ora di considerarlo.

Costretta a una quarantena da vivere completamente sola, i primi giorni mi aggiravo nelle stanze del mio appartamento in un assordante silenzio, un po’ come una gatta spaesata. Mi mancavano i miei amici, la mia famiglia.

Poi ho iniziato  a  prendere confidenza con me stessa e per la prima volta mi son vista come mai mi ero immaginata.

Esistono dei meccanismi davvero perfidi o semplicemente iper-protettivi nella nostra mente: i cosiddetti  “ammortizzatori mentali” che ci aiutano a sopportare il peso di verità troppo scomode, che non vorremmo guardare in faccia mai e che preferiamo seppellire e oscurare tra i mille impegni della realtà quotidiana. Purtroppo questi “ammortizzatori” ci fanno perdere la reale connessione con il nostro autentico Io.

La mia vita in primis era ogni giorno una corsa continua, una battaglia contro il tempo per riuscire a far tutto, per non perdere tempo. Eppure mi sentivo sempre spenta, demotivata, sempre persa. Se per un attimo mi fermavo avvertivo tutto il vuoto, tutto il non senso di quella vita.

Così mi sono chiesta chi veramente fossi, cosa realmente potevo fare senza la compagnia rassicurante dei miei amici, la presenza costante della mia famiglia e il solito tran-tran giornaliero.

Anzitutto ho scoperto l’importanza dei riti, rispettare quelli vecchi  e inventarne dei nuovi.
La mattina mi piace bere la solita tazzina di caffè amaro con la musica di Bach Cello Suite No. 1 ad alto volume, sempre nella solita postazione, davanti la finestra che dà al giardino.

È un rito del tutto nuovo che mi propongo da pochi giorni e che mi consente di iniziare la giornata più serenamente. Avere dei riti, infatti, ci permette di isolarci nel presente e di apprezzare l’importanza delle cose semplici,  preparandoci al nuovo giorno con maggiore positività.

Poi, ho intuito la forza di alcune abitudini che non credevo potessero mancarmi così tanto, come attraversare i vicoli della città vecchia sotto il timido sole di Parma, uscire a comprare il giornale, andare a fare la spesa al mercato.

Mi sono concessa momenti di “quotidiana bellezza”. Ho letto libri dimenticati da anni negli scaffali della mia libreria perché non avevo mai tempo di leggerli, scoperto poesie, film, canzoni nuove che ignoravo, conosciuto ritmi più lenti, più dolci, a cui non ero abituata.

Inoltre mi sono riavvicinata alla scrittura, una parte importantissima di me, che ho sempre tralasciato da quando ho iniziato a lavorare. Ora ho più tempo per scrivere; quando scrivo mi sento una persona migliore e, se ti senti una persona migliore, ti senti anche più felice  e se sei più felice, puoi rendere più felici anche gli altri.

È stato un po’ complicato, invece, prendere familiarità con la mia nuova immagine riflessa allo specchio: un po’ più selvaggia ma certamente più autentica, sotto la maschera di un trucco che noi donne quotidianamente architettiamo per sentirci più sicure e risolute.

Ho scoperto nuove espressività del mio volto, tratti che son sempre stati lì, evidentemente sin dalla nascita, e che ora per la prima volta mi pare di notare.

Ma qui arriva la parte più difficile: c’è voluta tanta forza e tanto coraggio per ammettere le cose che proprio non andavano nella mia vita, situazioni difficili da gestire, persone e abitudini negative che la inquinavano.

Così negli interminabili pomeriggi solitari mi sono presa del tempo per non pensare, cacciavo via ogni pensiero per lasciare spazio e intensità a una voce che da tanto tempo attendeva d’essere ascoltata.

Una parte di me cercava di scoprirsi, di rivelarsi, cercava timorosa, in punta di piedi, di venirmi a trovare. Ci siamo dapprima guardate con una certa diffidenza, come fanno due persone che non si vedono ormai da troppo tempo, poi finalmente ci siamo annusate, ci siamo riconosciute, e io le ho aperto le braccia per accoglierla nel mio tempo, senza giudizi, senza valutazioni. Ed è nata così la storia d’amore più bella della mia vita: quella con me stessa.

Ci son voluti solo pochi giorni di completa solitudine per togliermi via tutte quelle maschere, tutte quelle bugie che mi ero costruita nel tempo, per spazzare via una vita eretta su granitiche ipocrisie  e ripristinare quello che la società e le abitudini mi avevano tolto: la mia identità.

Servono a questo i momenti critici, a ricomporci, a darci nuove possibilità, a dare prova di essere ancora vivi e liberi e capaci di volare, di sentire, di pensare.

Perciò, non abbiate paura di scoprire chi siete davvero, il mondo ha bisogno di persone felici.

Abbiate il coraggio di abbracciare la solitudine che è vita, di vivervi per quello che siete, di ascoltarvi senza giudicarvi in un impudente silenzio e di cambiare per cambiare le cose.

Alla fine di tutta questa triste vicenda il Covid-19 avrà già trasformato tutto: la società, l’economia, la politica del mondo intero.

Ma spero che il principale cambiamento riguardi soprattutto noi stessi.

Cambiando noi stessi si può sperare di cambiare davvero il mondo.

Ma questa è già un’altra storia…  

 

1 Commento

  1. Che meraviglia, questo articolo ti apre il cuore!

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*