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Salerno, la “Tavola Celeste” mostra interattiva: lo spazio che diete bivacco al tempo

 

di Mariantonietta Sorrentino

Si dice tavola celeste e la mente va subito a Copernico, Galileo e alla miriadi di corpi luminosi che puntellano di sè la volta stellare.

Ma “La Tavola Celeste” a Salerno è un’altra cosa.

E’ una installazione interattiva voluta dal 28 gennaio al 1 marzo presso il Museo Archeologico Provinciale di Salerno.

Ma come nasce il progetto?

Semplice  a dirsi. Esso trae la sua ispirazione dalla lettura del testo di Francesco Niccolini “Il Grande Orologiaio”.

L’autore narra un viaggio poetico nell’Astronomia attraverso un lungo tavolo costellato di oggetti provenienti dal mondo della cucina.

La cosa si fa curiosa e interessante.

L’ idea è sentimentalmente legata alle scatole di Joseph Cornell,  ovvero l’artista statunitense, scultore ma soprattutto pioniere dell’assemblaggio, del cinema sperimentale e del found footage, esponente americano più importante del surrealismo e ai tableaux di Daniel Spoerri, danzatore, pittore e coreografo rumeno naturalizzato svizzero.

Interpelliamo uno degli organizzatori e veniamo a sapere che l’installazione salernitana reinterpreta quattrocento anni di studio del cielo, del tempo, della navigazione attraverso i tentativi e gli errori, gli uomini e le scoperte che dal 1300 al 1700 hanno segnato la nostra visione del mondo.

La tavola è da sempre luogo di raduno, di rituali collettivi, di condivisione, e  muovendo da questa consapevolezza, “La Tavola Celeste” rappresenta il piano di lavoro di un grande cuoco che, con un’armoniosa danza di strumenti ed utensili, cucina il tempo, apparecchia gli anni, ricerca ed inventa portate da offrire al sapere popolare, in una dimensione in cui il “sapere” è anche un “aver gusto”.

Insomma una idea a dir poco geniale!

Il progetto de “La Tavola Celeste” nasce dall’intesa tra l’Associazione Culturale “La luna al guinzaglio”,” Il Salone dei Rifiutati ed è co-prodotta dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata.

In dettaglio “La luna al guinzaglio” è un’Associazione potentina impegnata da oltre un decennio in percorsi artistici in grado di coniugare un approccio ecologico ai temi dell’infanzia e del fare comunità.

L’obiettivo è quello di risvegliare lo spirito dell’esploratore più che quello dello spettatore.

Ma c’è di più, ci si ripropone di stuzzicare la disponibilità a mettersi in gioco invece di alimentare il distacco dell’osservazione attraverso l’offerta di un percorso di interazione con le cose generato dal piacere derivante dagli stupori e dagli spiazzamenti che la quotidianità apparentemente più banale è in grado di offrire. E’ un luogo in cui il tempo trova bivacco, come un viandante che decide di riposare sotto le stelle; è uno strumento per convincere il tempo a fermarsi e dialogare con tutti per il tramite di oggetti familiari.

Ogni laboratorio, performance, installazione, evento nasce dalla costruzione di processi sperimentali in cui l’oggetto rotto o da buttare attiva narrazioni, relazioni, dimensioni creative collettive.

La Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata, co-produce “La Tavola Celeste “ nell’ambito del Piano per l’Arte Contemporanea (PAC), uno strumento operativo che il Ministero per i beni e le attività culturali ha attivato attraverso la Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanea (PABAAC).

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