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Il Festival Etico più grande d’Europa è a Parma. La sfida dei vegan con “Parma Etica”

 

di Arianna Belloli

 

Tutto inizia da cinque amici che avevano un sogno: cambiare il mondo. No, non è l’inizio di una storia fantastica ma il motore che fa vivere tuttora Parma Etica.

Nata nel 2013, l’associazione ha creato l’omonimo festival che ogni anno attira sempre più persone a Parma diventando il festival etico più grande d’Europa. Ispirandosi alle potenti parole di Martin Luther King “we have a dream”, per tre giorni di inizio estate si organizzano incontri, confronti, giochi e riflessioni.

“Proponiamo un nuovo paradigma esistenziale – spiega Germano, uno dei fondatori – Nelle nostre forze cerchiamo di sensibilizzare sul rapporto tra uomo e natura. Gli animali sono la cartina tornasole della civiltà e come disse Gandhi: La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali”.

L’umanità fautrice della sesta estinzione di massa. Una responsabilità che difficilmente riusciamo ad attribuirci anche se i temi sostenibilità e rispetto dell’ambiente sfiorano la quotidianità della cronaca. Dai governi delle più grandi nazioni sino al vicino di casa, tutti parlano di ambiente. Ma echeggiano parole che non portano ai fatti. Si professa il rispetto per gli animali e poi ci si gira dall’altra parte quando si nominano le torture negli allevamenti intensivi. Cosa frena il cambiamento? Quell’enorme scoglio che sembra essere la comfort zone. Sì, perché rimettere in discussione le certezze destabilizza e rende aggressivi per autodifesa. Lo sanno i vegani che spesso vengono etichettati come estremisti. Come spiega Germano, “le persone non sono abituate ad essere contraddette. La società non ci ha abituato veramente  al confronto con gli altri, col diverso. Le persone che scelgono di diventare vegani lo fanno perché spinti da una profonda forza personale, una forza che però li fa apparire agli occhi delle persone “convenzionate” come degli estremisti. Ma questo è successo per tutti i movimenti. E’ successo con le suffragette agli inizi del ‘900 e succede ora per gli animalisti. Fortunatamente qualcosa si sta muovendo e le persone che fanno una scelta etica diventano sempre di più anche se lunga è ancora la strada verso il diritto degli animali”. Un trend in crescita quello del veganesimo. Un rapporto Eurispes del 2016 ha determinato che l’1% della popolazione italiana segue questa dieta e il 7% sono vegetariani. Una crescita del 15% rispetto all’anno precedente. In altri paesi il successo è più evidente: negli USA i vegani sono il 3% mentre in Gran Bretagna il 5%.

Simonetta Rossi

Abbattere i preconcetti, rimettere in discussione le certezze, scoprire nuove prospettive. Tutto questo e altro è quindi il Festival di Parma Etica. “Non vogliamo che sia la solita festa o fiera per vegani e animalisti. – racconta Simonetta, la “mamma” e organizzatrice del festival – Vogliamo che sia un ritrovo annuale per tutti”.

Per questo motivo si è scelto un parco di Parma che fosse di grande passaggio come l’ex Eridania. Così che la gente passeggiando, spiegano gli organizzatori, si ritrovi catapultata nell’atmosfera del festival, tra bambini che giocano, cani scodinzolanti, bancarelle ed artisti. “La mia idea era di creare un festival per i bambini perché sono loro il futuro ma poi si è presto trasformato in una festa per tutti nella speranza di far conoscere, mettersi in discussione e far scoprire”. Ma il Festival è anche un modo per far sentire un po’ meno soli coloro che decidono di vivere in modo etico, un anticonformismo “salutare” ma ancora impopolare.

Quello che oggi è un appuntamento annuale fisso in città non ha avuto tuttavia una nascita facile. Simonetta, il motore dell’associazione, si occupa dell’organizzazione e del programma degli eventi. Un impegno che ha deciso di far diventare il suo primo lavoro mettendo in secondo piano la sua precedente professione di documentarista di successo. “All’inizio non è stato semplice farci ascoltare. La prima volta che ho voluto parlare di questa iniziativa a un’amministrazione è stato a Collecchio. Ancora faccio fatica a crederci ma quel giorno mi è stato detto: ‘no, noi siamo contrari alle sette’. Sono rimasta sconcertata ma la mia testardaggine mi hanno fatto andare avanti. Mi sono rivolta al Comune di Parma dove l’assessore Cristiano Casa mi ha ascoltato e, se anche aveva qualche dubbio, ha capito che poteva essere un buon volano per il turismo alternativo”.

E così è stato, nel 2013, per la prima edizione, Parma Etica Festival ha portato 15 mila persone. Nella seconda edizione 30 mila. L’anno scorso, per la terza edizione che straordinariamente ha organizzato 4 giorni invece che 3, i visitatori sono stati 40 mila e l’80% di questi arrivava da fuori provincia. Presenti 160 espositori e 30 fornitori oltre a professionisti nei più diversi ambiti dell’etica e dell’ambiente che tengono, gratuitamente, conferenze e incontri.

Preconcetti dati dalla non informazione hanno portato però il Festival ad essere oggetto di dibattito e polemica l’anno scorso quando la Regione Emilia Romagna, con il cambio di giunta, decise di togliere il patrocinio gratuito. La motivazione? Esprime “opinioni” che possono “attenere alla sfera delle scelte individuali ma non coerenti con le politiche nutrizionali della Regione”.

Alcune foto della scorsa edizione:

Un evento del genere non solo è dispendioso di energie ma anche di soldi. “Non abbiamo molti finanziamenti – spiega Simonetta – perché è difficile trovare grandi sponsor che abbiano un’attività al 100% etica che possa accontentare tutti gli animalisti. Spesso mi scontro con gli integralisti che forse non capiscono che in una fase di transizione, momento necessario a qualsiasi cambiamento della società, si devono accettare anche dei compromessi. Ho dovuto rifiutare anche importanti aziende che si erano proposte per non inimicarmi alcuni animalisti. E’ frustrante ma sono fiduciosa perché il festival ogni anno è pieno di gente”.

Senza soldi ma con tanti amici, questo il successo dell’iniziativa: “Non sarei riuscita a organizzare niente senza il loro aiuto”.

Ma Parma etica non esiste solo per tre giorni l’anno. Numerose sono le iniziative che l’associazione organizza: da corsi di cucina vegana, uno si è tenuto recentemente nel carcere riscuotendo buon successo tra i partecipanti, ad aperitivi a scopo benefico.

Appuntamento quindi il prossimo 9, 10, 11 giugno al Parco Eridania per sostenere il maialino con le ali, simbolo del festival e del “tutto è possibile”.

1 Commento

  1. cinzia chiapponi

    Da quando e’nato faccio parte di questo sogno come volontaria e ne sono orgogliosa…ci vorrà tempo e ne sono consapevole ma il sogno di un mondo senza sofferenza diverrà realtà

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