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Aeroporto Verdi, ecco il piano industriale: dubbi dei consiglieri su impatto ambientale

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Il nuovo progetto dell’aeroporto Verdi dovrebbe portare Parma ad essere nodo cruciale del trasporto merci. Quello che dovrà essere il futuro dell’aeroporto lo avevano presentato il presidente Dalla Rosa Prati e il direttore del Verdi, Federico Wendler, insieme al sindaco Pizzarotti, al presidente della provincia, Frittelli, e della Regione Bonaccini, lo scorso 10 ottobre (leggi Aeroporto Verdi: 12 milioni dalla Regione e 5 dagli industriali, si punta sui cargo). Solo una settimana dopo arriva però la notizia che la Sogeap, la ditta che di fatto gestisce il Verdi, aveva chiesto la cassa integrazione per 25 dipendenti (leggi Aeroporto Verdi: cassa integrazione per 25 dipendenti. Chiacchio (Cgil): “Amaro in bocca dopo la conferenza dalle tante promesse”).

Ieri, 27 ottobre, in Municipio, le minoranze in consiglio hanno richiesto la commissione riunita di Bilancio, Lavori Pubblici e Controllo per parlare delle principali problematiche che un ampliamento dell’aeroporto può comportare, soprattutto per i residenti di Baganzola e Golese. Si è parlato quindi di impatto ambientale relativo a inquinamento, rumore acustico e territorio, ma anche di finanziamenti e di prospettive per il turismo. Del resto, se mancano i soldi per mantenere il livello attuale di personale e gestione quotidiana, come si arriverà al 2019, anno in cui il Verdi dovrebbe far decollare il primo volo cargo secondo i nuovi accordi con il colosso Etihad Airways? Queste le preoccupazioni di Dall’Olio, Torreggiani del PD; Cattabiani di Cittadini per Parma; Buzzi di Forza Italia e i presenti eletti dei CCV Baganzola e Golese. Critici soprattutto sull’aspetto ambientale anche i consiglieri di Effetto Parma.

Il tema più impellente riguarda i dipendenti della Sogeap su cui il direttore Wendler ha riferito che “non è ancora stata avviata la procedura ma si sono appunto coinvolti i sindacati per fare da mediazione per una soluzione che non dovrà per forza riguardare la cassa integrazione“. Quello che resta chiaro è che le risorse del Verdi sono al momento un po’ risicate e si sta quindi cercando “dal punto di vista occupazionale, di ottimizzare l’equilibrio finanziario”.

Wendler ha illustrato il piano – Oggi il 40% delle merci viaggia su Malpensa ma Parma, più vicina all’autostrada e alla ferrovia è più appetibile. “In Italia non esiste un aeroporto quasi ad assoluta vocazione al cargo e il Paese non ha un piano progettuale per le proprie merci”. Il Verdi è a pochi chilometri dal centro città e il sorgere del nuovo centro commerciale nell’ex Salvarani interesserà quella fetta di turisti dello shopping, “Orio al Serio, aeroporto di Bergamo, ha tratto grande vantaggio dalla vicinanza col centro commerciale, 20 voli alla settimana sono solo per lo shopping giornaliero. Turisti che arrivano in giornata per fare shopping con voli low cost e spesso prendono lo stesso aereo dell’andata per il ritorno. Se si riesce a dare un offerta medio-alta, con firme di alta moda, il target di turista che arriverà potrà portare un forte impatto sul commercio locale”. L’esempio di Bergamo non ha convinto il consigliere Fornari: “Se i viaggiatori arrivano e se ne vanno in giornata non credo sia utile per la città. Non credo sia il tipo di turismo di cui Parma ha bisogno”.

Chiesi farmaceutici ha già iniziato a usare i servizi volo dell’aeroporto per le sue merci e “ci sono altre aziende interessate. E’ stata già trasportata la prima tonnellata di merci importanti”. Nel 2017 inizieranno i lavori di manutenzione, nel 2019 si dovrebbe avere il decollo dei cargo quando saranno ultimati i lavori di allungamento della pista, mentre nel 2020 si auspica l’autosostenibilità del Verdi. Si è inoltre avviato già un confronto per Cepim e l’interporto di Fontevivo. Al momento il progetto si fonda principalmente sull’importante contratto con la linea degli Emirati arabi che potrà portare al collegamento con più di 700 destinazioni e vanta un fatturato nei cargo da un miliardo di dollari.

Si inizierà con due voli al giorno con un carico di 540 tonnellate di merci e si escludono i voli notturni e nel weekend. All’anno si punta ad avere 1.100 voli in tutto, tra cargo e voli passeggeri.

Il direttore dell’aeroporto, rispondendo alle perplessità sull’impatto ambientale ha spiegato come “l’allungamento della pista produrrà meno inquinamento grazie all’ottimizzazione delle fasi decollo e atterraggio”. Risposta che non ha convinto le minoranze e i cittadini consiglieri volontari. Dall’Olio ha obiettato infatti che non si può considerare solo il consumo di carburante per l’impatto sull’ambiente. Da considerare anche l’impatto del rumore e dei lavori idraulici. Il consigliere Medioli si è mostrato preoccupato per questi aspetti considerando che la zona è già fortemente inquinata per la vicinanza dell’autostrada e dell’inceneritore.

Torreggiani e i rappresentanti dei quartieri coinvolti hanno rinnovato l’appello a un dialogo continuo con i residenti per valutare questi progetti. Appello che è stato accolto dall’amministrazione del Verdi, ma come ricorda l’assessore ai lavori Pubblici Alinovi: “Siamo ancora a una fase di progettazione. Quando si arriverà al procedimento amministrativo tutto passerà per quest’aula (indicando la sala consiliare). Si discuterà di varianti urbanistiche e degli accordi con tutti i soggetti coinvolti e delle risorse finanziarie. In poche parole si discuterà di chi farà cosa e come. Ancora non si ha una valutazione di impatto ambientale che spetta a livello nazionale, ossia il Via, e ci vorrà del tempo. Tutti questi aspetti e preoccupazioni portate in aula oggi verranno valutate, in particolare gli aspetti ambientali”.

(Arianna Belloli)

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