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Art Lab: “Esclusi dal bando dei finanziamenti universitari per scelta politica”

UnknownRiceviamo e pubblichiamo

“Il 25 marzo 2015 l’Università di Parma ha aperto un bando per progetti presentati da associazioni studentesche. In data 29 luglio lo stesso Consiglio di Amministrazione che ha indetto il bando si è riunito di nuovo; la delibera 539/31212 prodotta, dopo ben quattro mesi e cinque riunioni su sei della Commissione Bandi, decide senza possibilità d’appello di escludere uno dei candidati che ha ricevuto mediamente le votazioni più alte. Il tutto, da sottolineare, a bando non solo aperto ma in chiusura.

Università Bene Comune, l’associazione candidata e esclusa a posteriori, è stata privata del diritto di partecipare utilizzando il pretesto del luogo che dichiara come sede legale: Borgo Tanzi 26, stabile liberato dal disuso e dal degrado nel 2011 prendendo il nome di ArtLab. Tale associazione presenta da 4 anni progetti all’Università di Parma, ottenendo per 3 anni posizione tra i 10 progetti meglio votati e, di conseguenza, meritevoli di finanziamento. Loris Borghi, rettore di Parma e presidente del Consiglio di Amministrazione, dopo tre anni di finanziamenti all’associazione e di elogi e riconoscimenti ai progetti da questa presentati, le taglia illegittimamente i fondi attraverso una delibera politica. Il Consiglio di Amministrazione, formato dai rappresentati dell’interesse economico privato come Casappa e Ferrarini, dai rappresentati delle associazioni studentesche SSU Valotti e UDU Ramundo e dai rappresentanti di docenti e personale amministrativo, ha unanimamente deciso di assumersi la responsabilità di un gesto inaudito quanto illegittimo.

Ma quali sono questi progetti prima meritevoli d’encomi e poi attaccati alle spalle tentando di soffocarli per mancanza di fondi? Il Carrascosa Project, un progetto editoriale condotto con sforzo e ottimi risultati come il libro a 22 mani “Latinamerica” o l’organizzazione di reading pubblici; il progetto giornalistico Zeta Anomalia che come dichiara dal proprio sito internet “non vuole essere uno spazio neutro sul web” ma piuttosto “una piazza virtuale dove tessere reti, costruire relazioni, immaginare un cambiamento dello spazio reale”; per passare, poi, alla Scuola di Italiano per Migranti, diventata ormai un punto di riferimento nel quartiere per il supporto dato da anni a tutti i migranti che necessitano d’integrarsi e stringere rapporti con il tessuto sociale italiano. Infine il Primo Marzo Migrante, celebrazione della bellezza dello scambio e interazione culturale, nonché festa che apre le porte del mondo italiano a chi, nuovo a questo, mediante esposizioni fotografiche, spettacoli e momenti di socialità può cominciare il proprio percorso al suo interno sentendosi accolto.

Negli anni tutte queste progettualità hanno assunto sempre più legittimità popolare e istituzionale, venendo elogiati dalle alte cariche universitarie e ricevendo votazioni costantemente tra le più alte. Con costanza l’associazione Università Bene Comune e i suoi volontari hanno portato avanti questi progetti autogestiti e autofinanziati, per quanto la ristrettezza economica della precarietà permettesse. I bandi sono stati un sostentamento importante per poter svolgere queste attività, fatto noto all’Università.

Per ben tre anni il CdA e il Rettore non hanno voluto opporsi a progetti di evidente utilità sociale e apprezzati e fruiti da tanti. L’associazione non è mai cambiata, la sua sede è sempre stata la stessa, le regole sono sempre state rispettate (prova ne siano i finanziamenti ricevuti) e i progetti sono semplicemente migliorati nel tempo. Inaspettatamente però quest’anno, a lavori di valutazione iniziati, ci si è presi la cura di organizzare un CdA nel quale utilizzare un dato già noto, la sede, per attaccare l’associazione. Attacco diretto e ad personam, essendo l’unico candidato avente sede in uno stabile occupato dell’università. Anni di percorsi cittadini, approvazione popolare, riconoscimenti istituzionali e aiuto concreto a chi ha bisogno spazzati via mediante una delibera ingiustificata, incoerente e politica.

Sei mesi fa il rettore Loris Borghi, in visita alla ex residenza Sant’Ilario, aveva parlato di avere a cura le tematiche dell’accoglienza e delle migrazioni, di dolore profondo per quegli esseri umani vittime delle tragiche traversate, di riconoscenza per il lavoro di aiuto dato a coloro che, più fortunati, riuscivano nell’intento di approdare in Italia. Aveva speso parole altisonanti elogiando la priorità assoluta dell’aiutare chi più ne ha bisogno. Per poi, vittima di un preoccupante smemoratezza o di una subdola incoerenza, rimangiarsi tutto in soli sei mesi, tagliando il sostentamento fondamentale a progetti d’aiuto riconosciuti come la Scuola d’Italiano per Migranti o il Primo Marzo Migrante. Da un lato, prettamente mediatico, l’Università della benevolenza e dell’accoglienza; dall’altro, il piano degli interessi silenti da difendere, fatto di attacchi politici a tradimento. Le parole contano nulla quando le azioni le contraddicono.

Infine è necessario portare all’attenzione i metodi antidemocratici utilizzati. L’autodefinitosi “comunicatore comunista” che ha ora la carica di Rettore di Parma ha improntato buona parte della sua campagna elettorale su questioni di uguaglianza, libertà e democrazia. Questione democratica sentita al punto da negare la possibilità di esistere a progetti di pubblica utilità senza interagire con i soggetti direttamente coinvolti, mediante delibere postume all’apertura di bandi alle quali si attribuiscono dei poteri retroattivi sospetti e, probabilmente, del tutto illegittimi. Trincerati dietro serie di omissis che rendono incomprensibili le ragioni della delibera, utilizzando come scudo la burocrazia e i regolamenti che gli stessi organismi in discussione producono, i poteri che gestiscono l’Università parmigiana cercano di minare alla base chi, politicamente, ne contesta egemonia e la difesa di interessi tutt’altro che pubblici.

Università Bene Comune e Art Lab non si arrendono davanti ad un attacco politico simile, dichiarando il proprio impegno a mantenere in vita, con forze proprie, progetti fondamentali per tante persone in stato di bisogno. Davanti ad un aggressione meschina e silente simile, la risposta sarà sempre la stessa: massima trasparenza e onestà e nessuna intenzione di piegare la testa”.

Art Lab Occupato – Parma

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