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‘Tempo da lupi’ a Parma…Kicco di Cracking Art ci spiega perché

di Titti Duimio

“Quando il Festival 360 ci chiese di partecipare con un’installazione alla loro edizione 2020 in occasione di Parma Capitale della Cultura si dissero che il tema era il ‘Tempo’ e visto il periodo ci è venuto spontaneo abbinare il concetto “Tempo da Lupi” e non solo climatico ma anche sociale e culturale. Basta guardarsi in giro e le difficoltà sono ovunque”

Ci spiega con un pizzico di consapevole e visionaria ironia Kicco, firma del grande progetto culturale Cracking Art che ‘deriva dal verbo inglese “to crack”, che descrive l’atto di incrinarsi, spezzarsi, rompersi, cedere, crollare. Con il nome di cracking catalitico è anche chiamata la reazione chimica che trasforma il petrolio grezzo in plastica: per gli artisti è questo il momento in cui il naturale permuta in artificiale, l’organico in sintetico, ed è tale processo che essi intendono rappresentare attraverso la loro arte’ come si legge nel sito del gruppo artistico.

‘Le opere sono realizzate per inspirare a livello comunitario una conversazione circa l’importanza e l’impatto ambientale del riciclo, scegliendo una modalità espressiva che unisce le logiche del gruppo a quelle dell’indagine individuale e che si esprime per azioni performative coinvolgenti, in cui animali colorati e decisamente fuori scala invadono i luoghi più vari, dagli spazi propriamente deputati all’arte a quelli della vita quotidiana. Rigenerare la plastica significa sottrarla alla distruzione tossica e devastante per l’ambiente donandole nuova vita, farne delle opere d’arte significa comunicare attraverso un linguaggio estetico innovativo esprimendo una particolare sensibilità nei confronti della natura.’

“Da qui l’idea di questa installazione in un luogo che ispira una profonda pace spirituale che accompagna il pensiero, una serie di lupi che sono il simbolo di una connessione tra la vita naturale e la vita selvatica, tra la vita culturale dell’uomo e quella brada dell’animale qui si trovano per cercare un’armonia tra le due realtà. Il messaggio è amplificato dalla ricerca anche di un equilibrio tra l’uomo e la tecnologia, visto il materiale di cui le sagome dei lupi sono fatte che è plastica rigenerata. Una sorta di trasformazione che tocca sia la materia che il pensiero in una nuova visione armonica dell’uomo con ciò che lo circonda ma anche dell’uomo con se stesso.

Il Crack è proprio il processo chimico che trasforma una sostanza naturale come il petrolio in sostanza artificiale, il virgin nafta che darà origine a tutti i prodotti petroliferi, e forse questo è proprio quello che sta succedendo nell’uomo che perde la sua componente ‘naturale’ a favore di un ‘prodotto’ del tutto artificiale. I lupi gialli quindi, in onore al colore di Parma, siamo noi lupi addomesticati ma in ognuno di noi esiste anche un po’ di lupo grigio che scende dalla montagna e forse è proprio lui il lupo che ci fa più paura con il quale dobbiamo imparare a convivere” conclude l’artista.

L’installazione sarà visibile in piazzale della Pace fino al 16 maggio.

Dal 17 maggio saranno trasferiti alla Stazione di Parma per ‘osservare’ l’effetto che fa e raccontarsi anche ai viaggiatori.

www.parma360festival.it

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