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Un Modulo Eco dell’Onu spunta a NY- Parma precursora vuole replicare, Manifattura Urbana progetta nuove casette sostenibili

Un Modulo Eco spunta anche a New York. Una casetta ecosostenibile – Ecological Living Module – progettata e realizzata dalla scuola di architettura dell’università di Yale, in collaborazione con le Nazioni Unite, è stata installata ed esposta all’esterno della sede dell’Onu nella grande mela. Un Modulo di costruzione sostenibile che ai parmigiani ricorderà il Modulo Eco realizzato dall’associazione Manifattura Urbana in piazzale della Pace, poi trasferito nel Parco Mordacci.

Il modulo newyorkese può ospitare fino a 4 persone in appena 22 metri quadri. È interamente alimentato con energie rinnovabili, il tetto in vetro e le pareti in legno, sul muro esterno permette ai suoi inquilini di coltivare ortaggi e odori da cucina; ha un sistema di raccolta dell’acqua, uno strumento di purificazione dell’aria che sfrutta le piante e una serie di componenti flessibili e adattabili per vivere e lavorare. L’obiettivo è promuovere case più intelligenti – spiega Erik Solheim, responsabile di Un Environment, il programma delle Nazioni Unite dedicato all’ambiente. Infatti “il settore dell’edilizia abitativa sfrutta il 40 per cento delle risorse totali del pianeta e rappresenta più di un terzo delle emissioni di gas serra”. Una nuova casetta sostenibile sarà realizzata dagli studenti anche in Kenya,  sede del programma Un Environment: questa sarà adattata per adattarsi al clima del paese africano a differenza di quella di NY adatta ai climi rigidi.

Foto: Yale University

Come a NY anche Parma si fa portavoce della sostenibilità e ne è stata forse una precorritrice nei tempi. “Siamo felici di vedere che anche l’ONU vuole dimostrare ai cittadini che si può costruire un edificio che consuma meno di quanto produce. – commenta Francesco Fulvi, ingegnere ed architetto presidente di Manifattura Urbana, l’associaizone che ha ideato e progettato il Modulo Eco a Parma – Lo mette in mostra senza trucchi, senza studi né teorie. Il valore aggiunto è dato dal fatto che siano stati degli studenti a progettarlo, loro rappresentano il futuro, sono loro che abiteranno il mondo. Il messaggio è forte. La transizione energetica è alla portata di tutti. Sappiamo bene che la seconda causa di inquinamento proviene dal riscaldamento domestico. L’onu in questo modo dà il buon esempio che è senz’altro la forma educativa migliore”.

Molto simile il messaggio e il fine dei due moduli, entrambi realizzati da volontari e studenti a sei mila kilometri di distanza. Una dolce speranza che le giovani generazioni percorrano la strada della sostenibilità, che non si limita solo al rispetto dell’ambiente ma portano nuove prospettive del vivere riscoprendo il concetto di comunità. E a Parma questo concetto è stato pilastro per il futuro del Modulo Eco, ora diventato “sala civica” di quartiere, aperta a tutti i cittadini che vogliono frequentare il parco, ha una piccola libreria e giochi per i più piccoli. Ha coinvolto più di 250 volontari ed è stato realizzato grazie alle donazioni dei materiali da parte di aziende e imprese: perchè il connubio perfetto è la collaborazione tra le varie realtà, e molte sono gli imprenditori che stanno riconoscendo l’importanza di percorrere la strada della sostenibilità. Non a caso due dei temi che hanno portato Parma ad essere la prossima capitale della cultura italiana sono proprio questi: sostenibilità e capacità di fare rete.

“Il Modulo Eco – continua l’architetto Fulvi – è diventato nel tempo uno spazio sociale sicuramente anche grazie benessere dell’ambiente interno. In sei mesi in piazzale della Pace sono stati organizzati 360 incontri: corsi, riunioni, assemblee, concerti. Le persone si sono incontrate, hanno fatto rete e hanno tolto il degrado nella zona”.

A Parma potrebbero arrivare nuovi moduli sostenibili, lo anticipa il presidente di Manifattura Urbana che sta lavorando per replicare il progetto in altri quartieri, in altri parchi cittadini. “Stiamo dialogando con Fondazione Cariparma, che ci ha aiutato anche per il primo Mudulo Eco e sposa con noi questa causa”. Tra i luoghi in cui potrebbe spuntare una eco-casetta c’è anche il parco di via Verona, nel quartiere San Leonardo, da qualche anno nei progetti dell’associazione e dell’amministrazione comunale per una riqualificazione.

“Uno dei nuovi moduli – spiega Fulvi –  speriamo possa essere realizzato interamente con materiali di recupero. Stiamo infatti iniziando a chiedere alle aziende di poterci fornire materiali da costruzione stoccati e non utilizzati in magazzino, come isolanti, legna ecc.. Ma anche materiali di scarto che hanno usato per fiere o semplicemente prevenienti da errori di fabbricazione. Un modo per parlare anche di economia circolare“.

In una città dove la collaborazione tra le varie realtà territoriali sembra sia diventata concreta quotidianità, perchè non aspettarsi nel prossimo futuro un piccolo modello di sostenibilità in ogni quartiere?

(aribe)

 

 

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