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Impertinente Festival, la quinta edizione dal 23 al 28 marzo

I pupi siciliani, l’interazione di marionette e musica, il teatro d’ombre, l’animazione con oggetti, con pupazzi da tavolo e su nero, il cunto, tecnica di narrazione di antica e misteriosa origine. I tantissimi linguaggi e i diversi strumenti per comunicare che alimentano la plurisecolare ricchezza espressiva del teatro di figura, con la sua capacità di sollecitare anche sul piano sensoriale l’attenzione dello spettatore, trovano espressione al Teatro al Parco di Parma, dal 23 al 28 marzo, nella quinta edizione di Impertinente festival di teatro di figura, l’iniziativa promossa dal Teatro delle Briciole e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma, in collaborazione con il Castello dei Burattini/Museo Giordano Ferrari di Parma, con il contributo del Ministero dei beni Culturali e della Regione Emilia Romagna, con il sostegno della Fondazione Monteparma e con la collaborazione dell’Università di Parma.

“Significativa anticipazione del Festival – ha spiegato Flora Raffa, dirigente del settore Cultura del Comune di Parma – sarà l’appuntamento con il re dei pupari Mimmo Cuticchio, inserito nel progetto “The artist is present”, che prevede, ogni anno, la permanenza nella nostra città di un artista invitato a lavorare in uno spazio pubblico per lasciare in dono, alla fine del periodo, una sua creazione alla nostra comunità”.

“Il momento con l’artista Cuticchio – ha sottolineato Flavia Armenzoni, direzione artistica del Teatro delle Briciole – anticipa e attraversa tutto il Festival Impertinente, che quest’anno per la prima volta si svolge nel mese di marzo, con tante proposte, come sempre, trasversali dedicate a spettatori di tutte le età”.

L’identità culturale di Impertinente si esprime non solo nella predilezione per una ampia varietà di tecniche e linguaggi ma anche per una grande ampiezza di opzioni di scrittura teatrale, di orizzonti di ricerca e di poetica, di rapporti che gli artisti instaurano con la realtà contemporanea e con la memoria, recente e passata, e di relazione con il pubblico che ne deriva, che può comprendere, in modo molto ricco e articolato, il pubblico adulto oppure la condivisione di adulti e bambini. E’ un orientamento di visione, questo di Impertinente, che può permettere agli spettatori di percepire con immediatezza uno degli aspetti del teatro di figura, l’estensione appunto di scelte poetico-formali e di destinatari, che ne fanno un unicum nel panorama delle arti sceniche. Un indirizzo che, lungo i cinque anni che hanno condotto alla presente edizione, intende contribuire a dare a Impertinente un profilo riconoscibile che vuole fare di Parma una delle città punto di attrazione nazionale per artisti, studiosi e appassionati di questo genere teatrale.

E’ in questa cornice che acquista una valenza precisa la compresenza, nel calendario del festival, di progetti capaci di parlare a pubblici plurali, con idee di teatro diverse ma dialoganti tra loro. Come il raffinato «teatro visuale e musicale» della compagnia franco-argentina La mue/tte, composta da Santiago Morerno e Delphine Bardot, che presentano con Les folles un trittico per adulti dedicato alla forza viscerale e collettiva delle madri (le folli del titolo) dei desaparecidos, vittime 40 anni fa della dittatura militare argentina. Ad adulti e bambini dai quattro anni si rivolge invece la originale riscrittura “da tavolo” che Fabrizio Pallara, per il Teatro delle Apparizioni, persegue di grandi classici delle fiabe per bambini, da Cappuccetto rosso a I tre porcellini, da Il Pesciolino d’argento a Hansel e Gretel (Fiabe da tavolo I e II).

E’  dentro questa visione ampia delle potenzialità e delle riuscite espressive del teatro di figura che la ricerca drammaturgica sull’interazione tra figura e animazione di Riserva Canini,  che nel suo nuovissimo lavoro per adulti, Il mio compleanno, fonde ombre e sonorizzazione dal vivo per raccontare i desideri e le fragilità del presente, si confronta con i viaggi di crescita e maturazione dedicati ad adulti e bambini ed evocati dal Teatro del Buratto in Becco di rame con animazione di pupazzi su nero, dalla Compagnia Burambò ne Il fiore azzurro con animazione di pupazzi e narrazione in interazione fisica con l’attrice in scena. Burambò è anche presente con Le montagne dei giganti, un laboratorio rivolto ai bambini di costruzione di un burattino ispirato a una fiaba di Max Bolliger, celebre scrittore di letteratura per l’infanzia e studioso di pedagogia.

Assume così un particolare valore, quasi di simbolo della possibilità di un connubio nella stessa figura d’artista tra classico e moderno, meglio ancora del valore contemporaneo del classico, della sua natura non rassicurante ma dirompente, impertinente appunto, il fatto che il festival sia prima anticipato, il 17 marzo, e poi attraversato straordinariamente da un artista come Mimmo Cuticchio, al centro di The artist is present, prima edizione, in collaborazione con il Teatro delle Briciole, di un progetto del Comune di Parma che prevede ogni anno la permanenza in città di un artista invitato a lavorare in uno spazio pubblico per lasciare in dono, alla fine del periodo, una sua creazione alla comunità. Cuticchio anticipa il festival con A singolar tenzone, appassionante narrazione per adulti del repertorio epico-cavalleresco dei paladini di Francia con la antichissima tecnica del cunto, ritmata dall’unione di voce e sapiente gestualità. Per un pubblico di adulti e bambini i pupi e il loro mondo fantastico trovano invece espressione piena in Aladino di tutti i colori, in cui da una celebre favola de Le mille e una notte Cuticchio trae ispirazione per comporre un apologo sulla convivenza tra cultura occidentale e cultura orientale.

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