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Parma, la favola promozione raccontata dalla “tifosa-bambina”

Di Francesca Devincenzi

Oggi vi raccontiamo una favola. E’ quella di una bambina cui il 27 maggio 1990 ha cambiato la vita.

Un tema di quinta elementare sulla promozione del Parma in serie A le ha fatto decidere che scrivere del Parma le piaceva parecchio.

Quella bambina ha iniziato a sminuzzare ogni singolo trafiletto sull’argomento, archiviandolo come santa reliquia insieme agli abbonamenti, ai biglietti delle trasferte, ai genitori che anzichè averle trasmesso la passione hanno inziato a goderne per infusione inversa.

Ha vissuto Wembley e Copenaghen, trofei e cadute degli Dei.

E’ diventata grande, e ha lavoratoa affianco ad alcuni mostri sacri della sua infanzia.

E scrivere del Parma le piaceva sempre, tanto che ne ha fatto davvero un mestiere, tra le mille difficoltà della vita, del destino, del gioranlismo.

Ha raccontato il Parma del post crack Parmalat, conosciuto Sanz e Valenza, l’era Ghirardi. La B e Cittadella: la risalita.

Il 15 marzo 2015, il fallimento, con capitan Lucarelli che dal campo, pronto per l’amichevole, a Collecchio. si voltava verso i cronisti, in tribuna, chiedendo come un mantra “siamo falliti”?

Il Tribunale, le speranze, il fallimento. La D, gli stadi piccoli, meravigliosamente romantici di paesi dimenticati anche dalla topografia dove arte e  cibo si intersecano alla passione per il calcio. Dove ancora, il falegname fa il difensore, il segretario il portiere. E la risalita in Lega  Pro, quasi una passeggiata.

La festa promozione. Poi un anno tremendo: mai primi, addirittura settimi. La sconfitta in casa 4-1 col Padova, il terremoto con gli esoneri di Minotti, Apolloni e Galassi, le dimissioni di Scala.

Faggiano e D’Aversa. Il mercato di gennaio. Il derby vinto. Il 2-2 a Venezia. Il crollo. I play off. L’approdo in finale. Il discorso da brividi di Lucarelli ai compagni nello spogliatoio: “Noi siamo questo, sofferenza e sudore. Dove non arriviamo con le gambe dobbiamo arrivare con il cuore, la serie B è la fuori, 90 minuti. Non so se avrò la possibilità di riprovarci, quindi oggi dovete portarmici. Uno per tutti, tutti per uno”.

E la squadra ce l’ha portato.

Allo stadio Franchi, il Parma ha fatto il miracolo sportivo. La promozione. La serie B. B come Bellisismo, il Parma di Firenze. B come Bagolo. B che viene prima di A: il pAemA sta Arrivando.

I tifosi della Samp, gemellati e dolcissimi, mandano messaggi d’amore: “Vi aspettiamo”.

Torniamo alla favola della bambina: un po cresciuta, ma non troppo, a Firenze ha visto una tribuna stampa soffrire come se giocasse. Volti tirati e lacrime. Come non vedeva da molto.

Ha respirato una città che si è fermata per quelle due ora infinite.

Ha vissuto per la milionesima volta quello che è il Parma: una squadra che prende cuore e anima da una città e da un tifo meravigliosi, che la rendono unica, simpatica, amata e stimata in mezzo mondo.

Ieri la favola di quella bambina è stata per l’ennesima volta quella del Parma. io e te…insieme come in una favola.

Oggi quella bambina, felice come allora, spera di aver fatto capire a chi ancora non lo sa, cosa è il Parma.

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