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Antica Corte Pallavicina: scrigno di bellezza, gourmet e antiche razze animali

 

A 38 km da Parma sorge un antico castello ora luogo di specialità Gourmet, stiamo parlando dell’antica corte Pallavicina o anche detto Castello di Polesine Parmense.

L’Antica Corte Pallavicina fu costruita agli inizi del 1400 su un fortilizio preesistente, dai marchesi Pallavicino di Polesine e presenta magnifiche cantine dove venivano affinati salumi, culatelli, formaggi e vini. Ora, dopo un accurato restauro, è tornata agli antichi splendori e ad ospitare nelle cantine le prelibatezze parmigiane come Culatelli, Parmigiano Reggiano e vini.

 

Nel Castello il noto chef Massimo Spigaroli ha aperto il suo ristorante premiato da una stella Michelin dove si possono gustare le specialità nostrane. Al primo piano della struttura sono state allestite delle stupende camere con vista sul Po e golena e dove gli ospiti possono pernottare. Per gli ospiti è possibile prenotare anche le visite guidate tra l’orto giardino, la corte,  le sale affrescate, le antiche cantine di stagionatura dei culatelli e del Parmigiano-Reggiano. prevista anche la visita all’azienda Agricola dove si possono ammirare i maiali di razza antica “Nera Parmigiana” e le vacche di razza locale oltre ad altri animali da cortile e le preziose vigne.

 

La storia del Castello – Ma torniamo all’antica Corte, gli interni subirono un restauro sostanziale durante la metà del ‘500, quando i soffitti a cassettoni furono sostituiti con magnifiche volte ad ombrello: ci sono vari elementi di maggior pregio; varie sale del piano terreno sono ricoperte da volte ad ombrello, arricchite da decorazioni a tempera che spesso interessano anche le cappe dei grandi camini. Al XVI secolo risalgono i dipinti rinascimentali di due sale del piano terreno sul lato sud, che rappresentano rispettivamente il ciclo dello Zodiaco e quello dell’Olimpo, oltre alle tracce di un fregio nella cucina; sono invece ascrivibili alla metà del XVII secolo i dipinti della sala centrale e di quella adiacente, che raffigurano rispettivamente numerosi stemmi dei membri della famiglia Pallavicino e delle loro consorti ed il ciclo delle stagioni; a cavallo del 1700 fu inoltre realizzata la decorazione della sala del piano terreno della torre nord, incentrata sul fiume Po e sulle attività che vi erano esercitate; fu infine dipinta alla fine del XVIII secolo la piccola cappella. Al primo piano gli ambienti sono invece coperti da soffitti lignei a cassettoni o capriate.

Dopo il 1780, l’Antica Corte Pallavicina fu trasformata in caserma, dove si stabilirono i “Dragoni” confinari per cercare di contrastare il fiorente contrabbando sviluppatosi tra le due sponde del Po. L’edificio si sviluppa attorno alla corte centrale, cui si accede attraversando un ponticello ed un arco in mattoni.

Dopo il 1860 la Corte venne suddivisa in piccole abitazioni ed utilizzata da contadini, pescatori, carrettieri e artigiani. Nessuno ci aveva più creduto e il Po, spostandosi, era arrivato a pochi metri e se ne era impadronito: la Corte era rimasta dentro al fiume, che la inondava periodicamente.

In seguito all’Unità d’Italia infatti il confine svanì e la fortificazione perse ogni funzione, pertanto il Demanio ne decise l’alienazione. Acquistato da una famiglia di Pieveottoville, l’edificio fu trasformato in azienda agricola; frazionato in abitazioni contadine, l’antico palazzo si deteriorò anche a causa del fiume, che si avvicinò sempre più ai suoi muri e più volte ne invase gli ambienti.

Verso la fine del XIX secolo la famiglia Spigaroli prese in affitto la tenuta, gestendola fino alla prima guerra mondiale; in seguito il piccolo podere fu preso in locazione da un affittuario di un terreno più ampio, mentre l’edificio continuò ad essere occupato da pescatori e braccianti, sprofondando nel completo degrado.

 

 

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