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Inaspettato “Arrival”: alieni non banali e una fantastica Amy Adams

di Francesco Bacci

Il cinema e gli spettatori sembrano non stancarsi mai di film e storie fantascientifiche sugli alieni: dai cult anni ’80 di Spielberg, come “E.T”. e “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, siamo passati ad “Alien”, ed alle mille altre pellicole sulle tante sfumature del tema. Tra il grande e il piccolo schermo, si è quasi raggiunto il punto di saturazione. I presupposti con cui mi sono approcciato alla visione del nuovo film di Denis Villeneuve non erano dei migliori, ma “Arrival” ha ribaltato ogni previsione negativa, ed è stata una delle più grandi rivelazioni di questa stazione cinematografica.

“Arrival” è la storia di Louise, una linguista che viene assunta dal governo a seguito di un’improvvisa invasione aliena. Il film inizia con delle scene che ci mostrano come la donna abbia cresciuto una bambina che poi perderà a causa di una grave malattia. Grazie ad un’ottima colonna sonora e ad una fotografia perfetta, si parte con un inizio emozionante e toccante che lascia poi spazio alla storia centrale: i vari governi del mondo vogliono scoprire i motivi che guidano questi nuovi invasori, che non sembrano intenzionati ad attaccare la terra, piuttosto a volerla aiutare.

Amy Adams e Jeremy Renner sono perfetti nei ruoli principali: convincono come dei brillanti scienziati impegnati nella decifrazione di un oscuro linguaggio e nel tentativo di instaurare una comunicazione con gli ospiti alieni. Continua l’anno d’oro della Adams: dopo la grandiosa performance in “Animali notturni”, in “Arrival” brilla grazie ad una viscerale e autentica interpretazione.

Dopo il meraviglioso film fantascientifico “Interstellar” di Nolan, Denis Villeneuve ci regala una nuova perla del genere. Eric Heisserer scrive una storia che si distingue per originalità nella trattazione del tema, che brilla per gli sconvolgenti colpi di scena della seconda parte e riesce a creare un legame empatico tra i personaggi e lo spettatore. Villeneuve non sbaglia un’inquadratura: dopo il successo di “Sicario”, “Arrival” sembra avergli aperto le porte del cinema hollywoodiano: sarà lui a dirigere l’attesissimo sequel di “BladeRunner”, “BladeRunner 2049”.

In conclusione, “Arrival” non è un film anonimo: è una complessa storia che affronta temi come la comunicazione, l’amore materno e il peso delle scelte.

Se amate gli alieni dovete vederlo, se non li amate: questo non sarà un motivo valido per perdervelo. In Italia uscirà nelle sale il 19 gennaio.

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