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Bormioli di Fidenza, facchini ancora in sciopero. Ma è protesta o strumentalizzazione guidata?

I facchini del magazzino della Bormioli a Fidenza aderenti al sindacato Si cobas la mattina del 18 gennaio hanno ripreso i picchetti davanti all’ingresso dell’azienda.

Dopo i fattacci di venerdì (LEGGI) coi facchini in picchetto caricati davanti ai cancelli poi inseguiti in tangenziale lunedì è stata un’altra giornata campale.

Dopo l’arrivo dei carabinieri, con tre camionette, i lavoratori si sono spostati davanti a un magazzino edile di Fidenza, considerato, dagli scioperanti, direttamente legato alla Bormioli.

Raggiunti dai carabinieri sono stati fatti sfollare anche da li, mentre la Polizia Municipale deviava il traffico.

IL COMUNICATO DEI SI COBAS – 

Questa mattina alla Bormioli di Fidenza, a partire dalle 6 è scattato un nuovo sciopero con blocco di entrambi i magazzini.

Le cariche, le denunce e lo sgombero del presidio avvenuti Venerdi’ da parte di polizia e carabinieri, non hanno fatto altro che rafforzare questa vertenza e come di consueto i lavoratori del s.i. cobas e diverse realtà solidali non hanno fatto mancare la solidarietà ai facchini della Bormioli.

Da Milano, Piacenza, Bologna e Brescia decine di lavoratori si sono ritrovati di fronte ai cancelli per sostenere i loro compagni in questa nuova giornata di lotta.

Presente e significativa è stata la folta delegazione dei facchini del Penny market di Desenzano del Garda, che sempre Venerdì hanno subito la stessa sorte a livello repressivo.

SCIOPERO O STRUMENTALIZZAZIONE? – Fino a qui i fatti. Che suscitano una riflessione: se il sindacato “ufficiale” sostiene che il contratto strappato sia il migliore ottenibile, anche migliorativo per alcune sfaccettature, e lo zoccolo duro dei lavoratori ha detto si, che sta succedendo davvero?

Siamo sicuri che  sia uno sciopero di lavoratori, e non una strumentalizzazione di un sindacato che si proclama autorganizzato, e che più che dipendenti muove stranieri, disoccupati e attivisti dei centri sociali. 

Nulla contro le lotte dal basso, mentre quelle dei lavoratori sono addirittura più che legittime. Ma mischiarle, mascherando una anarchica voglia di rivolta aderendo a qualsiasi battaglia o protesta, svuotando le stesse del senso intrinseco che vorrebbero avere, non fa il bene di nessuno.

Dei lavoratori, dei disoccupati, degli sfaccendati, dei centri sociali.

Ognuno viva come vuole, ma lasci lavorare chi scegli di farlo. E sappia che il mondo si cambia con le idee non con le bandiere issate senza sapere contro chi e perché. (Francesca Devincenzi)

 

 

1 Commento

  1. oggi i centri sociali non c’erano ma i lavoratori si….parlare di strumentalizzazione fa comodo a quegli ,ormai,pseudo sindacati che ,loro si,usano il sindacato come lancio in politica firmando accordi al ribasso sulla pelle dei lavoratori..il mondo non si cambia con le idee ma con i fatti e la lotta per uno stipendio giusto è un fatto

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