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Da Moggi a Leonardi, lo scandalo non cambia. E a rimetterci è sempre il Parma…

UnknownDa Moggi a Leonardi, passando per Calciopoli, pare cambiare tutto senza cambiare niente.

In principio fu il Moggi style, la Gea che faceva girare soldi e campioni, minacciava i giocatori e chiudeva gli arbitri nello spogliatoio. Oggi, sabato 16 gennaio, è Leonardi, artefice e complice colpevole del Parma crac che, si dice, abbia salutato la terna…nel proprio (dell’arbitro) camerino prima di un Latina – Novara decisamente condizionato dal fischietto.

Dicevamo di Moggi: un sistema svelato, studiato, scandagliato, sbandierato. Big Luciano prima idolatrato, poi sputtanato, alla fine quasi beatificato. E in realtà mai uscito dal calcio che conta.

La Juventus maledetta, cacciata in B, penalizzata e tornata. Il rimborso morale sotto forma di mondiale vinto nell’anno zero di Calciopoli. Quella Calciopoli che dimostrò come la Juve che vinceva tutto lo facesse per un sistema avvelenato dal diggì, l’Onnipotente Luciano Moggi.

images E dimostrò che il Parma più forte di sempre aveva ragione quando gridava al complotto per gli scudetti soffiati, i gol rubati sulla linea, quelli annullati, e il gesto di Dino Baggio, il più eclatante di sempre.

Poi Leonardi. Il figlioccio, o figliol prodigo che dir si voglia, di Big Luciano e della Gea. L’uomo degli inciuci, l’intrallazzatore. L’uomo dei 230 giocatori, delle copertine, dei nomi eclatanti. Il presenzialista Pietro da Monterotondo, nella bufera dai tempi della Cisco Roma ma talmente bravo a vendersi da pasasare per vittima dei propri stessi macelli.

L’uomo del crac Parma, l’autista verso la deriva, il famelico Onnipotente, che Majo definì, con definizione mai più azzeccata “plenipotenziario” gialloblù. Tra il plenum, anche la potenza di far fallire il Parma.

Dalla A alla D, passando per un fallimento fragoroso come le balle raccontate da lui, che diceva “ci metto la faccia”, dal suo ex capo Ghirardi e da tutto lo schifo che sta ai vertici del calcio italiano. Ma Leonardi no, non è sprofondato.

E’ finito in B, al Latina delle (presunte, sia mai) cosche. Ed oggi, testimonia Michele Criscitiello, uno che non vende fesserie (a dispetto dell’amico Peter), è passato a salutare la terna arbitrale. Nello spogliatoio: cinque minuti fitti fitti. Seguiti da un arbitraggio perlomeno contestabile.

Tu chiamale se vuoi…coincidenze.

Ed ecco le parole di Criscitiello raccolte da TuttoMercatoWeb: “Prima della gara, il Direttore del Latina, Pietro Leonardi, accompagnato dal Team Manager di casa Sperduti è entrato nello spogliatoio degli arbitri e ci è rimasto almeno 5 minuti.

Un saluto? Bene, lo faccia in campo e non chiuso tra 4 mura. E’ un atto che deve lasciare il mondo del calcio perplesso quello accaduto oggi. Inutile ricordare un anno fa, non venti anni fa, cosa stava accadendo a Parma. Squadra sul lastrico del fallimento, tutta la dirigenza indagata e Leonardi era il capo del club. Mai squalificato e oggi addirittura nello spogliatoio dell’arbitro? Inaccettabile. Dov’è la Procura Federale? T

avecchio deve intervenire immediatamente e anche il Presidente Abodi sarebbe ora che intervenisse. Sono fatti inaccettabili. Basta guardare le immagini su Sky per giudicare che rigore assurdo non è stato concesso a Gonzalez da Ghersini di Genova. A pensar male si fa peccato… lo diceva Andreotti e anche Abodi sa bene che oggi il Parma è in serie D.

Qui non basta più la Procura Federale ma occorrerebbe la Procura della Repubblica”.

Bene, perché il caso Parma sia servito a qualcosa.

Perché da Calciopoli a Leonardopoli, nel bombardino sempre il Parma se l’è preso.

(Francesca Devincenzi)

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