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Centodue candeline: auguri Parma Calcio 1913

Parma_FBC_1925-'26Il Parma Foot Ball Club nacque il 16 dicembre 1913, sul nucleo originario della squadra costituito dagli uomini del Verdi Foot Ball Club, club formatosi il 27 luglio dello stesso anno ed assorbito dalla nuova compagine.

Sono stati 102 anni fatti di tutto: nascite, morti, resurrezioni. Crac e rinascite. L’ultima al termine della stagione 2014/15, pochi mesi fa: dalle ceneri del defunto Parma Fc ecco Parma Calcio 1913, che pian piano, tornerà dove merita. Come dimostrano i corsi e ricorsi storici, fatti di tante cadute, diverse ma simili, e altrettante resurrezioni.

Eravamo rimasti al 1913..la nascita. Dopo vari campionati disputati nelle categorie regionali, nel 1922, l’avvocato Ennio Tardini dà avvio alla costruzione dello stadio (poi a lui intitolato, dopo la sua precoce morte), e nel 1924-1925 arriva la prima promozione nella massima serie nazionale. Permanenza che dura solo un anno, per poi proseguire nella categoria cadetta.

Nel 1930 la società assume un carattere polisportivo e viene denominata Parma Associazione Sportiva. Da qui in poi la squadra gareggerà tra Serie B e Serie C fino alla stagione 1953-1954, grazie anche alle 15 reti del bomber cecoslovacco Július Korostelev e alla guida del suo connazionale compagno (e poi allenatore) Čestmír Vycpálek, ottiene la prima promozione (sul campo) in Serie B, dove rimane negli 11 anni successivi.

Nella stagione 1964-’65 la retrocessione in Serie C, poi in  D tra cassa e spalti vuoti.

Il 2 gennaio 1968 il Tribunale di Parma mette in liquidazione il Club e un manipolo di imprenditori parmigiani lo acquista e lo rinomina in Parma Football Club, novità che non sortisce effetti positivi: in una stagione da dimenticare, culminata nella sconfitta interna contro i cugini “provinciali” del San Secondo, il Parma si salva a stento, superato di un punto dal San Secondo, dopo aver perso al Tardini coi “cugini” della Bassa, lasciato solo dai tifosi (e dai finanziatori).

L’agonia del neonato Parma F.C. è presto conclusa: alla vigilia della stagione 1969-1970, la dirigenza rinuncia all’iscrizione, lasciando il testimone del calcio cittadino all’altra società di Parma (nel frattempo salita in Serie D e più attrezzata economicamente), la Parmense. Con due squadre teoricamente in Quarta Serie (serie D) diventa inevitabile trovare un accordo: la Parmense metteva mano al portafoglio acquistando per 20 milioni alcuni giocatori del Parma F.C. che si ritirava signorilmente.

Nel 1969 l’Associazione Calcio Parmense, nata l’anno prima, dalla collaborazione tra l’imprenditore edile Ermes Foglia e Ermes Ghidini, dirigente del Gruppo Sportivo Salvarani di Baganzola che sfiorò per quattro volte la promozione in Serie Dnel frattempo vince la Prima Categoria 1968-1969 e raggiunge il Parma in Serie D.

Dopo il ritiro dello storico club si concretizza, così, la missione della Parmense promessa alla propria nascita, cioè quella di rilanciare il calcio a Parma in caso di decadenza, diventando di fatto la squadra rappresentativa della città in sostituzione della vecchia società.

La Parmense inizia la stagione con il proprio nome[, ma dal 1º gennaio 1970, cambia denominazione in Parma Associazione Calcio, vestendo la livrea delle divise crociate e il simbolo, proseguendo la tradizione sportiva del vecchio club, caro ai tifosi Parmigiani.

Il ritorno in Serie C è immediato. Gli anni settanta del nuovo Parma sono caratterizzati da continui saliscendi dalla terza divisione alla cadetteria con due promozioni risolte agli spareggi entrambi giocati a Vicenza.

Anche negli anni ottanta il Parma coglie due promozioni dalla Serie C: la prima nel 1983-1984[ grazie alle reti di un attaccante ancora oggi molto amato (Massimo Barbuti) e la seconda (e ultima) nel 1985-1986 con alla guida il giovane allenatore Arrigo Sacchi (voluto poi da Berlusconi al Milan due anni più tardi). Sono gli anni della presidenza dell’indimenticato Ernesto Ceresini che, dopo il nuovo contratto di sponsorizzazione con la Parmalat sperimenta, senza troppo successo, la guida tecnica del giovane allenatore boemo Zdeněk Zeman, ma che poi si affida al più pratico Giampiero Vitali, per ricavarne due salvezze.

Ma è nel 1989 che Ceresini darà una svolta alla storia del Parma, chiamando in panchina il promettente tecnico Nevio Scala. Suo malgrado, è stato l’ultimo dei suoi colpi di mercato: il presidente muore improvvisamente, a stagione in corso, dopo un brillante avvio della squadra[18]. Il contraccolpo dura qualche gara, ma la squadra rimonta e coglie nella partita più significativa (il derby contro la Reggiana, il 27 maggio 1990, vinto per 2-0) quel quarto posto, utile per la prima promozione in Serie A della sua storia, con una giornata di anticipo. Dopo la promozione in serie A, la società diviene proprietà della multinazionale di Collecchio, la Parmalat di Calisto Tanzi. Alla presidenza della squadra viene chiamato Giorgio Pedraneschi.

Da neopromosso, il Parma esordisce in Serie A con un sesto posto finale che gli consentirà di esordire in Europa nella Coppa UEFA. La stagione successiva conquista il primo trofeo nazionale della sua storia: la Coppa Italia: il 14 maggio 1992 batte in finale la Juventus per 2-0, (Melli e Osio), dopo aver perso all’andata per 1-0. L’anno dopo il Parma conquista il primo trofeo europeo: la Coppa delle Coppe, vincendo in finale per 3-1 contro l’Anversa a Wembley (reti di Minotti, Melli e Cuoghi). Gli acquisti di Faustino Asprilla prima e di Gianfranco Zola poi, confermano la voglia di vincere del club e della proprietà. Il Parma conquista nel febbraio del 1994 la sua prima Supercoppa europea, battendo a San Siro il Milan 2-0, con gol vittoria nei tempi supplementari di Massimo Crippa, dopo aver perso all’andata 1-0 in casa. Fallisce però il bis in Coppa delle Coppe perdendo in finale 1-0 contro gli inglesi dell’Arsenal. La stagione 1994-1995 è caratterizzata dalla sfida infinita con la Juventus su tre fronti: in campionato e in Coppa Italia, appannaggio dei torinesi, e in Coppa UEFA vinta invece dal Parma nella doppia finale con Dino Baggio marcatore in entrambe le gare. Nella stagione 1995-1996 arriva il Pallone d’oro, Hristo Stoičkov, che però delude. Al termine di una stagione sotto tono, si chiude il ciclo di Nevio Scala, e di Pedraneschi, sostituito poi da Stefano Tanzi, figlio di Calisto.

Con l’allenatore (ed ex giocatore gialloblù) Carlo Ancelotti, arrivano il giovane argentino Hernán Crespo ed Enrico Chiesa. Nel 1996-97 il Parma chiude secondo dietro la Juventus con la prima qualificazione per la Coppa dei Campioni (Champions League) 1997-1998, in una stagione in cui si affermeranno le qualità difensive del francese Lilian Thuram e dei giovani Fabio Cannavaro e Gianluigi Buffon. Nel 1999 con l’arrivo di Alberto Malesani in panchina, il Parma si aggiudicherà la Coppa UEFA battendo l’Olympique Marsiglia per 3-0 (reti di Crespo, Chiesa e Vanoli), e la Coppa Italia superando la Fiorentina dopo un 1-1 interno (gol di Crespo) ed un 2-2 a Firenze (ancora di Crespo e Vanoli le marcature). La stagione 1999-2000 si apre con la vittoria in Supercoppa Italiana, 2-1 contro il Milan a San Siro, rete allo scadere di Alain Boghossian.

Le due stagioni successive sono caratterizzate da un’alternanza continua di allenatori: da Malesani per Sacchi, da Renzo Ulivieri, a Daniel Passarella e infine al “traghettatore” Pietro Carmignani. Con lui il Parma vince la sua terza Coppa Italia, superando la Juventus in finale (a Torino sconfitta 1-2 e a Parma vittoria 1-0). L’anno dopo arriva in panchina Cesare Prandelli, coadiuvato da Sacchi, e la squadra gialloblù, con in campo Adriano e Mutu, si piazza al quinto posto.

La stagione successiva l’improvviso crac Parmalat, per il quale viene arrestato il patron Tanzi, segna la storia della squadra parmense. Tuttavia, nonostante il terremoto societario ed il passaggio in amministrazione controllata, il club gialloblù riuscirà comunque a concludere il campionato al quinto posto, contendendo fino all’ultima giornata la qualificazione alla Champions League con l’Inter di Zaccheroni.

DOPO IL CRAC PARMALAT, PARMA FC e L’ERA GHIRARDI  – Il 25 giugno 2004, per evitare la ripartenza dai dilettanti, nasce il Parma Football Club, che assume e mantiene vivi tutti i diritti del Parma AC, nonostante il fallimento della Parmalat da cui è svincolato[21]. La nuova società, a cui sono stati trasferiti anche i debiti del Parma AC, temporaneamente proprietaria del nuovo club, viene posta in amministrazione straordinaria da parte di Enrico Bondi e della Parmalat e usufruisce della “Legge Marzano”, in attesa di un compratore. Il nuovo tecnico Silvio Baldini viene esonerato e la squadra è di nuovo affidata al “traghettatore” Pietro Carmignani che la condurrà alla salvezza nel doppio spareggio contro il Bologna (0-1 e 2-0, reti di Cardone e Gilardino). In quella stessa tormentata annata, i ducali arrivano fino alla semifinale di Coppa UEFA, venendo eliminati dal CSKA Mosca, 0-0 a Parma e 3-0 in Russia per i moscoviti, poi vincitori del trofeo. La guida di Mario Beretta (grazie anche ai verdetti di “Calciopoli”) porta nel 2005-06 il Parma alla qualificazione europea dopo una stagione di assenza.

 Nella Serie A 2006-2007 arriva sulla panchina Stefano Pioli, mentre il 25 gennaio la società viene rilevata dall’industriale bresciano Tommaso Ghirardi]. Pioli viene esonerato per Claudio Ranieri che salverà il Parma. L’anno successivo è sofferto: in nuovo l’allenatore Domenico Di Carlo viene sostituito da Héctor Cúper, che a sua volta lascia il posto al tecnico della “Primavera” Andrea Manzo. Il Parma perde contro l’Inter (2-0), che vince lo scudetto e, contemporaneamente, condanna la squadra alla prima retrocessione in Serie B della sua storia dopo diciotto stagioni consecutive in Serie A. In Serie B, dopo un negativo avvio con la guida di Gigi Cagni, arriva Francesco Guidolin che riporta la società nella Serie A 2009-2010, stagione che il Parma finirà all’ottavo posto. Il direttore generale Leonardi affida la squadra, per la stagione successiva, prima a Pasquale Marino e, visti gli scarsi risultati, a Franco Colomba che porterà il Parma alla salvezza.

Lo stesso Colomba inizia la stagione 2011-2012 sulla panchina degli emiliani e vi resta fino al 10 gennaio 2012; paga la pesante sconfitta a Milano contro l’Inter per 5-0 e viene sostituito da Roberto Donadoni. Nella stessa stagione, grazie alla vittoria per 2-0 sull’Udinese del 20 novembre 2011, il Parma supera quota 1 000 punti nella classifica perpetua della massima serie a girone unico[23]. Nell’ultima giornata della stagione 2011-2012, grazie alla vittoria per 1-0 sul Bologna del 13 maggio, i crociati vincono la loro settima partita consecutiva, stabilendo un nuovo primato. La stagione 2012-2013 vede il Parma ripartire dal ritorno di Amauri e nel girone d’andata, nella trasferta con l’Udinese terminata 2-2, Raffaele Palladino segna il millesimo gol in Serie A della storia gialloblù. Nel ritorno i crociati chiudono il torneo al decimo posto; da sottolineare nell’ultima sfida casalinga, il 12 maggio con il Bologna, la celebrazione del ventennale della conquista della Coppa delle Coppe a Wembley. La stagione 2013-14, quella che vedrà il Parma festeggiare il suo centenario, il 16 dicembre 2013, si apre con l’arrivo di Antonio Cassano.

Il 18 maggio 2014 i ducali chiudono il torneo al sesto posto, valevole per l’approdo al terzo turno preliminare dell’Europa League 2014-2015. La qualificazione europea però sfuma: il club, non in regola con alcuni pagamenti IRPEF, si vede negare la licenza UEFA.[ Si tratta del primo tassello di una serie di gravi problemi finanziari che si protrarranno per tutta la successiva stagione, segnata da continui cambi di presidenza e proprietà, e culminata il 19 marzo 2015 con il fallimento della società parmense, il secondo nell’arco di un decennio.[

PARMA CALCIO 1913- Il 27 luglio 2015 una nuova società, la S.S.D. Parma Calcio 1913, viene affiliata alla FIGC e ammessa in sovrannumero in Serie D rappresentando così calcisticamente la città di Parma.

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