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Tep – Ghiretti: botta e risposta sul parco mezzi

Riceviamo e pubblichiamo:

“Parma ha un sogno: tornare ad essere una città modello nella politica, nella storia, nella cultura, nella società”. Così ha scritto Pizzarotti sul suo social preferito qualche giorno fa. Un’aspirazione che volentieri faccio anche mia perché, pur nella sua genericità, indica una meta sicuramente condivisibile. La politica però non ha il compito di sfornare a ritmo indiavolato pensierini buoni per il diario scolastico di uno studente delle scuole medie, ma deve dare concretezza alle idee, traducendole in azioni, in un modo di governare che faccia dei risultati ottenuti il metro attraverso il quale valutarne l’efficacia.

In questi giorni tra i numeri snocciolati a caso dal Sindaco c’è l’acquisto di 22 nuovi autobus per la nuova linea nord – sud che dovrebbe collegare l’autostrada con il Campus universitario. Dunque anche Tep fa la sua parte nel consentire a Parma di tornare ad essere una città modello?

Vediamo. Tralasciando i mezzi per la nuova linea, Tep sostanzialmente non fa investimenti sul parco vetture dalla fine del 2013 con il bel risultato che l’età media si avvicina pericolosamente ai 13 anni. Ma la notizia che dovrebbe fare scalpore è che in forza alla partecipata ci sono ancora 79 autobus tra euro 0, euro 1 e euro 2. È vero che tra questi 41 montano un filtro anti particolato, ma è vero anche che formalmente rimangono euro 2. Non esattamente un risultato di cui vantarsi in termini di impatto ambientale.

Ma non basta. L’attuale vice presidente Rubini, l’uomo che prima di questa estate ricopriva la carica di presidente, colui che ha promosso la politica di zero investimenti sui mezzi, adesso ha trovato una soluzione al problema da lui causato! Per tamponare l’emergenza di mezzi obsoleti da sostituire e scorte mancanti vuole procedere all’acquisto di autobus usati. In sostanza si tratta di mezzi che vengono venduti anche perché sono arrivati ad un’età e ad un chilometraggio tali da presupporre un incremento molto forte dei costi di manutenzione.

Tra il 2 e 3 novembre scorso ben 4 dipendenti Tep sono andati a Oslo per visionare 24 di questi bus, salvo scoprire, una volta arrivati lì, che non andavano bene in primo luogo perché a due porte invece che tre. Bastava farsi mandare qualche foto o una scheda tecnica dei mezzi per verificare queste fondamentali caratteristiche, invece sono andati in gita in quattro per due giorni fino in Norvegia!

Intanto, che mi risulti, poco o nulla viene fatto per ottenere dalla Regione finanziamenti per il rinnovamento del parco vetture, finanziamenti che pure ci spetterebbero; mentre in tema di ambiente segnalo che la linea filoviaria 1 è ferma ormai da più di un anno perché è in corso una procedura di esproprio per montare i ganci della filovia al palazzo della stazione.

Tutto questo per dire che per tornare ad essere una città modello non basta scrivere un pensierino su Facebook, occorre mettere in campo idee e capacità amministrativa. E se queste idee non si hanno occorre circondarsi delle persone giuste che possono averle. Il caso Tep mi pare dimostri egregiamente come nella realtà dei fatti le aspirazioni del Sindaco si trovino a fare i conti con realtà ben diverse da quelle che si vorrebbe spacciare in rete. E mi fermo qui, ma su temi come cultura, servizi, lavori pubblici molto altro ci sarebbe e ci sarà da dire”.

Roberto Ghiretti – Parma Unita

Pronta la replica del presidente Tep, Antonio Rizzi:

Caro Ghiretti,

tirati in ballo come azienda dal tuo comunicato stampa, sento il dovere di rispondere personalmente ai cittadini sulla situazione del nostro parco mezzi e sulle motivazioni della trasferta norvegese del nostro personale, che nel tuo comunicato dipingi come una banda di sprovveduti in vacanza a spese della collettività.

La flotta TEP, innanzitutto, ha un’età media appena al di sotto dei 12 anni e non di 13 come tu scrivi (al 31/12/2015 sarà di 11,97 anni, se si comprende anche il parco extraurbano, mentre per il solo servizio urbano l’età media sarà di 10,89 anni). Il valore è inferiore alla media nazionale, pari appunto a 13 anni, e a quella regionale (13,3 anni per Bologna, 12,5 per Modena, Reggio e Piacenza, mentre la Romagna si attesta sui 12,68 anni). In ambito regionale TEP è l’azienda col parco più giovane.

Storicamente, l’acquisto dei nuovi mezzi è sempre stato cofinanziato con fondi statali, regionali e comunali, pressoché azzeratisi dal 2013 ad oggi. Per mantenere l’età media sui 10 anni sarebbe necessario acquistare 30 nuovi bus ogni anno, per una spesa pari a 6 o 7 milioni di euro, affrontabile solo in presenza di finanziamenti esterni. A differenza di altre aziende, tuttavia, TEP si è strutturata per continuare a rinnovare il parco veicoli con fondi propri. Negli ultimi 3 anni, TEP ha continuato a mettere in servizio mezzi nuovi: 25 nel 2014, 7 nel 2013 e 10 nel 2012. Per il 2015 abbiamo acquistato un nuovo bus 12 metri, mentre è già stata bandita una gara per 10 autosnodati lunghi 18 metri che andranno a integrare il servizio sull’asse nord-sud.

Di recente, la Regione Emilia Romagna ha promosso un programma di finanziamento al 50% per ogni nuovo bus che sarà acquistato in sostituzione dei vecchi Euro 0 ed Euro 1 ancora in esercizio nelle aziende regionali. TEP ha rispettivamente 2 mezzi Euro 0 e 15 mezzi Euro 1 e risulta essere, di fatto, l’azienda con più basso numero di vetture di vecchia generazione in Emilia Romagna, considerati i 112 Euro 0 + Euro 1 di Bologna, i 17 di Modena, Reggio e Piacenza e i 77 della Romagna.

In prima battuta, peraltro, saranno finanziati gli Euro 0 e solo in un secondo momento gli Euro 1. TEP, a differenza di altre aziende, aveva già intrapreso negli anni passati un piano di rinnovamento per questi bus, e risulta, di conseguenza, penalizzata poiché inizialmente potrà beneficiare del finanziamento regionale per i 2 soli mezzi Euro 0, contro i 52 di Bologna, i 13 di Piacenza, Modena e Reggio e i 57 della Romagna.

Posso già preannunciare, ad ogni buon conto, che nel budget 2016 sono previsti nuovi investimenti per il rinnovo del parco mezzi per un importo di € 5.750.000. Di questi, la quota più ampia servirà per i 12 nuovi mezzi da 18 metri autosnodati già a gara, mentre 1,2 milioni andranno a finanziare l’acquisto altri 6 nuovi mezzi lunghi 12 metri e a cofinanziare il bando regionale di cui sopra.

Per rafforzare questa azione, abbiamo valutato la possibilità di destinare un milione di euro per l’acquisto di bus usati, qualora si presentasse l’opportunità per mezzi in buono stato ad un prezzo conveniente. Con la stessa cifra, infatti, l’investimento sull’usato permette di acquistare un numero triplo o quadruplo di vetture. In ogni caso, la cifra non è vincolata e può sempre essere destinata per comprare mezzi nuovi. L’acquisto di veicoli usati, peraltro, è una pratica comune per la maggior parte delle aziende di trasporto.

Ed eccoci, quindi, al viaggio in Norvegia. Alcune settimane fa, riceviamo informazioni circa la disponibilità di 26 autobus da 12 metri usati, con un’anzianità di 8 anni, pari quindi a circa la metà della loro vita utile. Si tratta di mezzi Euro 5 in buono stato, disponibili a meno di un terzo del prezzo rispetto al nuovo. L’azienda li vende non perché obsoleti, ma in quanto giunti al termine del servizio di manutenzione in global service, a seguito del quale l’onere della manutenzione passa dal fornitore al proprietario. Nei paesi del nord Europa, d’altronde, le risorse destinate al pubblico trasporto consentono queste scelte.

Ovviamente già prima di effettuare la trasferta sapevamo che i mezzi erano a due sole porte, adatti, da noi, al servizio extraurbano e conformi ad un assetto vigente nella maggior parte dei paesi del nord Europa, che anche a Parma stiamo cercando di importare. Anche le foto inviate ne confermavano il buono stato. Il Consiglio di Amministrazione di TEP, valutando l’offerta degna di approfondimento, ha deciso di dare mandato al responsabile d’esercizio di visionarli personalmente in loco insieme ad un capo meccanico, ad un capo carrozziere e ad un autista esperto. Penso non ci sia bisogno di spiegare il ruolo di ciascuno.

La trasferta si è effettuata il 2 e 3 novembre, non verso una località turistica del jet set come sembrerebbe dal tuo comunicato stampa, ma verso un piccolo paesino a nord di Oslo, con partenza il lunedì mattina e rientro il martedì notte, per ottimizzare i costi di viaggio, vitto e alloggio. Al momento stiamo valutando se il loro acquisto possa essere effettivamente conveniente o meno per qualche sostituzione nel servizio extraurbano.

Le soluzioni che stiamo adottando consentiranno al territorio di Parma di avere entro fine 2016 un parco autobus con 35/40 nuovi mezzi su 290, con età media di circa 11 anni, privo di veicoli Euro 0 ed Euro 1, con gli Euro 2 dotati di filtri e di fatto equivalenti agli Euro 4. Sono sempre disponibile, comunque, a valutare soluzioni diverse e foriere di migliori risultati, senza alcuna preclusione per quelle che, con spirito costruttivo, vorrai suggerirci anche tu. Vale la pena ricordare, però, che con l’assetto che si è data e la continua ricerca di efficienza, quest’azienda chiude il bilancio in utile o in pareggio da quasi trent’anni. Nel contempo, abbiamo un parco mezzi di qualità più elevata rispetto a quello in dotazione a molte altre aziende, che pur avendo ricevuto finanziamenti pari o superiori ai nostri, versano oggi in condizioni economiche ben peggiori.

Il Presidente di TEP spa
Prof. Ing. Antonio Rizzi

 

La controreplica di Roberto Ghiretti:

“Ringrazio il presidente di Tep per la lunga e articolata risposta al mio intervento sulla gestione del parco mezzi dell’azienda. Lo ringrazio soprattutto per l’onestà intellettuale con la quale sostanzialmente da atto della bontà delle nostre affermazioni, confermando, al di là di alcune precisazioni sui numeri, che effettivamente quattro persone sono andate in Norvegia per acquistare autobus usati. Ciò detto mi corre l’obbligo di precisare il senso complessivo del mio pensiero che credo non sia stato colto appieno.

Da imprenditore che da sempre lavora nello sport so bene che i risultati, quelli buoni davvero, sono sempre frutto di un’applicazione costante e continuata. Non esistono nello sport come nella Tep successi improvvisi e piovuti dall’alto, esiste invece il lavoro costante fatto di investimenti e di cura costante ai dettagli. In una parola esiste la visione strategica che una buona dirigenza deve sempre saper esprimere ai massimi livelli. Tutto questo per dire che il senso del mio ragionamento è che purtroppo nel caso di Tep ci siamo fermati due anni, una vita in termini di competitività per l’azienda. Non discuto certo i numeri che lei ha fornito, ma il punto è che erano gli stessi due anni fa e oggi dovrebbero essere migliorati, non stabili. Se oggi la situazione dei nostri mezzi è migliore del resto della Regione, due anni fa, con tutta evidenza, eravamo messi ancora meglio. Nel mondo delle imprese come dello sport fermarsi equivale a gettare le basi per retrocedere.

Del resto, mi perdoni se aggiungo altri temi, che qualcosa si sia inceppato lo si può apprezzare dall’emoragia di passeggeri che la Tep registra negli ultimi anni, meno seicento mila solo nel 2014. E lo si può apprezzare anche da un elemento solo apparentemente secondario come quello delle manutenzioni e dell’accessibilità dei mezzi. Dieci giorni fa c’è stato il caso dell’utente disabile trasportato con “fastidio” sulla linea 7, oggi sui social circola la segnalazione di una ragazza disabile che non è potuta salire su un autobus della linea 6 perché la pedana non funzionava.

Come vede l’immobilismo in qualche modo si paga e nel nostro caso si paga in termini di peggioramento della qualità del servizio offerto.

Tep è un’azienda sana, strategica per la mobilità sul nostro territorio e non merita certo una gestione come quella messa in atto in questo ultimo biennio. È un tema che non la riguarda direttamente visto che lei è presidente da quest’estate, ma come lei bene sa il suo ruolo è stato ritagliato in modo tale da poter consentire all’ex presidente di continuare questa sua gestione che potremmo definire “minimalista”. E questa, per essere sincero e diretto come sempre sono, è una cosa che mi preoccupa e che considero un pasticcio della peggiore politica, quella che al benessere di un’azienda antepone gli equilibri degli schieramenti e le nomine incrociate dei soliti noti.

Mi auguro sinceramente che nei prossimi mesi lei possa smentirmi nei fatti con una presidenza capace di invertire drasticamente la rotta. Nel qual caso lei può contare sul fatto che sarò il primo a rendergliene pubblicamente onore”.

Roberto Ghiretti
Parma Unita

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