Home » Sport » Parma Calcio » Il Tribunale di Brescia sequestra 4,6 milioni di euro a Tommaso Ghirardi

Il Tribunale di Brescia sequestra 4,6 milioni di euro a Tommaso Ghirardi

20141207_ghirraQualcuno lo narra già a Capoverde, paradiso fiscale senza estradizione verso l’Italia. Qualcuno lo incontra spesso tra Corvara e Milano Marittima, rubicondo come non mai.

Sta di fatto che Tommaso Ghirardi, l’ex presidente del fallito Parma Fc, l’uomo più odiato dai tifosi gialloblù, ha ricevo un gentile regalo dal Tribunale di Brescia che ha disposto il sequestro conservativo dei beni di proprietà dell’ex presidente del Parma F. C. Tommaso Ghirardi per un ammontare di 4 milioni e 560mila euro.

Lo ha rivelato Teleducato.

imageIl tribunale civile ha accolto il ricorso presentato dalla società di servizi energetici Energy T. I. Group, entrata nel maggio 2014 tra i soci del Parma acquisendo il 10% delle quote azionarie per 5 milioni di euro (ne sono stati versati complessivamente 3 milioni 950mila).

Il gruppo  sarebbe stato indotto all’affare, secondo i magistrati bresciani, sulla base di un bilancio del 30 giugno 2013 “non veritiero”, che non rispecchiava il reale stato economico-finanziario della società calcistica.

Ghirardi avrebbe avuto responsabilità dirette nel presentare ai soci un quadro alterato, in particolare per la cessione dei marchi a una concessionaria di pubblicità con conseguente iscrizione di un credito di 47 milioni assolutamente fuori mercato.

Per questo è scattato il vincolo sui beni di Ghirardi, in vista di eventuali risarcimenti all’ex socio: quella intrapresa è una misura  cautelare e preventiva, il cui scopo è far sì che, in vista dell’esecuzione forzata, alcuni beni vengano conservati.

Ora l’ex presidente del Parma ha trenta giorni per preparare la propria difesa. I tifosi del Parma, ne hanno altrettanti per sperare che chi ha ucciso il loro sogno, paghi.

LA REPLICA DI GHIRARDI – Tommaso Ghirardi, attraverso i propri legali, ha diffuso giovedì una nota in cui commenta l’accaduto. “Sono molto amareggiato dal provvedimento, benché non si tratti di una sentenza – afferma Tommaso Ghirardi. Al contempo vorrei invitare tutti a riflettere sui soggetti che hanno presentato il ricorso: si deve sapere di che tipo di persone si tratta”.

Dei guai di Energy T.I. Ghirardi sostiene di non averne saputo nulla nel 2013, ma secondo l’autore dell’articolo Alberto Armanini, si meraviglia che “nel 2015 non ne sia a conoscenza il Tribunale di Brescia”. Poi conclude: “Energy TI ha imageproposto un ricorso per sequestro conservativo che è stato inizialmente respinto e successivamente accolto in sede di reclamo. Il provvedimento ha natura e finalità esclusivamente cautelari: non è una sentenza, e si limita a una valutazione puramente sommaria. La cognizione piena sarà riservata al giudizio di merito che non è neppure iniziato. Confido che l’accertamento pieno che verrà svolto in giudizio, consentirà di provare la assoluta mancanza di fondamento delle tesi di Energy TI”.

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*