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Il Parma strappa lacrime e applausi: al Tardini Udinese battuta 1-0

TABELLINO

Parma – Udinese

Marcatori: 24′ st. Varela (P)

Parma (4-3-2-1): Mirante; Cassani, Santacroce, Feddal, Costa (Mendes 48′); Mauri (Gobbi 75′), Lodi, Nocerino; Varela, Ghezzal; Coda (66′ Belfodil). A disp.: Iacobucci, Bajza, Esposito, Prestia, Broh, Taider, Jorquera, Haraslin, Palladino. All. Donadoni.

Udinese (3-4-2-1): Karnezis; Wague, Danilo, Bubnjic (Allan 46′); Widmer, Guilherme, Badu, Pasquale; Bruno Fernandes (77′ Geijo), Aguirre (Thereau 46′); Di Natale. A disp.: Scuffet, Meret, Coppolaro, Gabriel Silva, Hallberg, Perica. All. Stramaccioni.

Arbitro: Cervellara

Ammoniti: Mauri, Wague, Varela

Il clima è quello da ultimo giorno di scuola, sarà per il sole, la luce, il tepore, lo stadio vuoto. Sarà perchè il Parma da questa stagione ha solo da chiedere che finisca in fretta, l’Udinese, poco di più.

E’ il recupero della prima delle due partite non disputate dai gialloblù in pieno crac, da ora quello che è cambiato è stato in peggio: il Parma è fallito, si sono insediati i curatori, certezze non ce ne sono. Se non che si gioca. E che il Parma torna a vincere, grazie alla rete di Varela, uno dei migliori in campo, in una gara che pian piano si carica di emotività e diventa bella, per quanto inutile. Emozionante, e assurda, perchè dimostra come con un po’ di serenità in più la squadra gialloblù no che non sarebbe retrocessa.

DONADONI CAMBIA TANTO – Nel Parma che ha ben figurato a San Siro sabato, turn over obbligato: fuori Mendes, Lila, Jorquera Gobbi e Belfodil, si rivedono dal primo minuto Ghezzal, Coda e Lodi. Stramaccioni che vorrebbe chiudere il discorso salvezza con 3 punti, privo di Hertaux, Kone, Pinzi e Piris in avanti scommette su Di Natale e Thereau.

MOLTO NULLA – Sono gli sbadigli a regnare sovrani in un Tardini surreale, in cui dalla tribuna stampa si odono voci e grida fare eco dal campo. Il primo tiro è dei gialloblù, arriva dopo dieci abbondanti: è un contropiede sparacchiato da Varela altissimo. Il Parma si sveglia, è vivo, gioca spinto dalla leggerezza della dignità e dell’orgoglio, e qualcosa combina. Al 14’ uno scambio Varela – Coda con velo – appoggio di Nocerino nel mezzo manda l’attaccante al tiro: Karnezis si supera. Qualche minuto dopo ancora Nocerino per Varela, palla dalla sinistra per Coda che si accentra ma il tiro è debole.

Al 21’ si affacciano i friulani: Widmer butta una palla in mezzo, Costa scivola complicandosi la vita e Mirante è costretto a fare il kamikaze su Aguirre. E’ un lampo, perchè ripartono i gialloblù, sempre Varela, Coda tocca, Nocerino tira, ma la sfera è alta. Alla mezz’ora Udinese vicinissima al vantaggio: palal che danza in mezzo all’area, Wague di testa inventa un campanile che sembra innocente ma arriva calibrato sul piede di Bubnjic che in tuffo prende in pieno il palo. Con Cervellera il Parma non è fortunato, ma quest’anno bisognerebbe capire con chi lo sia: al 33’ bella punizione battuta da Lodi (mani di Bubnjic) sporcata dala barriera, sulla palla danzante in area Mauri tenta la rovesciata ma viene disturbato da Badu. La maglia fosse stata di altro colore, sarebbe stato rigore. Al 40’ ancora Varela da fuori, ancora sgroppata di Nocerino sulla fascia, ancora gran risposta di Karnezis. E lo stadio, o meglio, quello che ne rimane, canta. Ci crede, spinge. Capisce che in campo c’è tanto cuore, e mette il suo. Ma non basta nemmeno il minuto di recupero per chiudere in vantaggio.

RIPRESA – Piove sul bagnato in casa ducale: si fa male anche Costa, problemi muscolari per lui, dentro al suo posto Mendes. Al quinto bella la punizione a giro di Lodi: Karnezis vola e in due tempi gli dice no. Al nono altro episodio da moviola: Varela cade in area, lo stadio invoca il rigore, per Cervellera è simulazione. All’undicesimo squillo friulano: Fernandes vola sulla fascia e crossa dentro per Di Natale, ma prima Mendes poi Varela in qualche modo lo chiudono. Il Parma trema, confermando come ogni attacco sia un pericolo.

IL VANTAGGIO DUCALE – Il Parma passa al 24’, quando ormai quasi quasi non valeva più la pena di sperarci: Cassani si fa il campo senza palla, la riceve e trova dall’altra parte il compagno col numero 24 che inventa un tiro – cross che inganna tutti e a palombella si infila dietro le spalle di Karnezis. La rete è il giusto premio per quanto fatto vedere stasera, ma anche nelle ultime uscite, dal giocatore arrivato a gennaio. Al trentesimo si fa male anche Mauri: il Parma rischia di arrivare alla gara di sabato contro la Juventus decimato, ma sul campo non molla un centimetro, anche se la squadra friulana si arrocca in avanti, ferita, per cercare il pareggio.

Al 38’ Mirante di piede è prodigioso ad anticipare Widmer: la curva all’improvviso sembra più piena, l’aria meno fredda, il futuro meno buio. Il portiere si fa male al ginocchio ma stringe i denti. La rabbia di Donadoni in panchina, le sue grida fanno capire quanta grinta e dignità ci siano ancora in una barca che è affondata nelle scartoffie per colpa dei comandanti ma ha uomini di campo che non vogliono, non ancora, gettarsi in mare o sulle scialuppe.

La gara assume un tono di epicità e meraviglia al tempo stesso, non per il valore della posta in palio (tre punti, per una squadra ultimissima, staccata e destinata a prenderne cinque di penalizzazione quanto servono?) ma per l’orgoglio di morire senza vergogna, di riscattare la tragedia con l’anima.

Finisce uno a zero per il Parma, la Curva riscopre la voglia di fare la Ola, ri riscopre innamorata mentre sul volto dei curatori fallimentari spunta un sorriso.

No, questa squadra non può morire.

 

 

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