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‘Ora siamo noi la loro famiglia’- La lettera-appello di un’infermiera di Borgotaro


Sulla pagina Facebook  dell’Usl di Parma si legge la testimonianza di un’infermiera dell’Ospedale di Borgotaro e volentieri ci associamo all’appello di ringraziamenti.

”Questa è la bellissima lettera di Elena, una giovane infermiera del nostro #OspedalediBorgotaro. Vogliamo condividerla con i tanti nostri amici. E dire: grazie Elena, grazie per quello che fai per la nostra comunità! Grazie a tutte le infermere, agli infermieri, ai medici e a tutti i nostri operatori. Siete i nostri eroi: non mollate, noi #restiamo a casa!
Vi unite a noi in questi ringraziamenti?

 

Lettera di Elena Burdun, infermiera presso l’ospedale Santa Maria di Borgotaro:

“Ho un nome scelto da mia madre, un cognome ereditato da mio padre ma faccio un lavoro che ho scelto solo io: sono INFERMIERA.
Sono Elena, ho 27 anni e lavoro nel reparto di Medicina.
Da quasi tre mesi stiamo ospitando nella nostra amata Italia il Sig. COVID – 19, per i nemici Coronavirus. Si sta comportando in maniera irrispettosa, non conosce minimamente le buone maniere, perciò non mi sta molto simpatico.

Scrivo queste righe, perché è l’unico modo in questo momento, per esprimere al meglio come vivo questa esperienza.

Inizialmente le persone non capivano l’importanza di stare in casa, la gravità dell’andamento del virus. Ho sempre pensato che nella vita esistano cose che capisci solo provandole, ci sono quelle sensazioni che ti porti dentro; difficili da descrivere perché talvolta incomprese o addirittura giudicate.

Come infermiera ammetto che la paura è tanta . Ma non abbiamo paura di entrare in contatto con il virus, ma di poter accidentalmente contagiare quelle che sono le persone a noi più vicine e più care! Perché noi a casa non possiamo stare …
Ora, non sono qui per parlare ancora male del “Sig. COVID”, abbiamo conosciuto un pò tutti i suoi atteggiamenti.
Da quando siamo diventati ospedale Covid mi sembra di vivere un incubo, tutte le volte che vado a dormire spero di svegliarmi e che tutto torni alla normalità.

È cambiato tutto, il nostro ” PICCOLO ” ospedale in poco tempo è stato allestito per la gestione dei pazienti affetti da COVID 19.

In questi momenti di emergenza nel reparto dove lavoro, stanno emergendo e predominano, i punti di forza più importanti e fondamentali per affrontare questa emergenza : SINERGIA, COLLABORAZIONE, EQUIPE MULTIPROFESSIONALE… Sono giovane per poter dire “NON HO MAI VISTO UNA SITUAZIONE DEL GENERE”, ma questa affermazione la sento spesso dalle mie colleghe con tanta esperienza alle spalle..

Non tutti i giorni sono uguali …alcuni giorni gioisci per una dimissione, altri piangi una perdita…. l’importante è non arrendersi!

Ci facciamo forza, anche se a fatica tratteniamo le lacrime, accompagniamo persone indifese sole senza nessuno al loro fianco. Usiamo parole dolci fatte di speranza, stringiamo le loro mani fino all’ultimo respiro. Noi per un attimo diventiamo la loro famiglia. Loro diventano i nostri padri, le nostre madri, i nostri fratelli, le nostre sorelle, i nostri figli.

Le cose che fanno più male e lasciano più segni non sono le mascherine… ma gli sguardi dei pazienti spaventati.
In questo momento vorrei tanto ringraziare la mia famiglia, che nonostante a distanza mi sono sempre vicini, a tutti i miei colleghi, personale sanitario, personale addetto alle pulizie e volontari che giorno e notte sono in prima linea per affrontare questa pandemia.

Restiamo lontani per poi abbracciarsi tutti quando tutto sarà finito.

Rispettando le regole andrà tutto bene”

 

Elena Burdun, Borgotaro, 4 aprile 2020

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