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Commissione Audit: “Fondo nazionale per i Comuni e sospensione del Patto di stabilità” tra le richieste a Pizzarotti post emergenza


La
Commissione Audit sul debito pubblico di Parma si è costituita nel gennaio 2012
allo scopo di indagare sulle cause del debito accumulato soprattutto
dalle Giunte comunali Ubaldi (1998-2007) e Vignali (2007-2011),
e dopo che le indagini della Procura della Repubblica e le proteste dei cittadini
avevano provocato la caduta della Giunta comunale e una gestione commissariale.
La Commissione Audit è indipendente da ogni forza politica
ed è composta da esperti contabili, architetti, ingegneri, giuristi, insegnanti,
operatori della Sanità e cittadini impegnati nei movimenti e nelle associazioni.

Riceviamo da Cristina Quintavalla e volentieri pubblichiamo la lettera aperta dell’associazione rivolta a Federico Pizzarotti, sindaco della città.


Lettera aperta al Sindaco di Parma

 

Gentile Sindaco,

In un recente post pubblicato su FaceBook ha scritto chemancheranno alle casse comunali “20 milioni di euro, una enormità: quasi il 10% del bilancio di un anno”.

I problemi di natura economica che dovrà affrontare il Comune di Parma saranno molto simili a quelli di migliaia di altri comuni, che, investiti dalla crisi sanitaria, sociale ed economica, provocata dal Covid-19, hanno dovuto prorogare la riscossione di rette, tributi, canoni, cercando di mantenere comunque attivi i principali Servizi.

La sospensione della riscossione delle tasse locali, unitamente al taglio dei trasferimenti dallo Stato, rappresenteranno un drammatico appuntamento per gli enti locali, che rischiano di non essere in grado di svolgere la loro funzione istituzionale in difesa del bene della comunità amministrata.

Si apriranno nei prossimi mesi scenari di inaudita gravità, a seguito della chiusura di piccole e medie imprese, di attività artigianali e commerciali, della perdita dei posti di lavoro odell’esaurirsi degli ammortizzatori sociali, che metteranno sul lastrico migliaia di famiglie che si ritroveranno senza lavoro, senza casa, senza la possibilità di usufruire dei servizi essenziali. Una parte significativa di cittadine e cittadini della nostra città si troverà alle prese con emergenze drammatiche, che richiederanno la messa in campo di interventi pubblici forti e qualificati, che non potranno essere sostenuti se continueranno a perdurare i vincoli che strozzano i Comuni e che li costringono a contribuire al pagamento del debito nazionale (imputabile per oltre il 94% all’amministrazione centrale dello stato) in misura rilevantissima, pur contribuendo a esso nella misura dell’1,8% .

In tale contesto appaiono in tutta la loro stridente insostenibilità quelle scelte che i governi almeno dal 2008 a oggi hanno compiuto sulla pelle dei comuni e delle comunità territoriali.

Il principio che subordina l’autonomia di entrata e di spesa degli enti locali al rispetto dei vincoli europei, insieme all’obbligo del pareggio di bilancio, obbliga all’adozione di interventi correttivi rispetto a eventuali deficit e a utilizzare gli eventuali saldi positivi per la riduzione del debito, con oneri rilevanti per la finanza pubblica delle amministrazioni locali.

Come noto, in Italia il rispetto di questi vincoli è stato trasferito sugli enti locali attraverso il taglio dei trasferimenti dallo Stato il Patto di stabilità interno, la spending review, che con regole e meccanismi contabili rigidi costituiscono una camicia di forza assolutamente insostenibile. Non è comprensibile la ragione per la quale in questo contesto di crisi del ciclo economico il Patto di stabilità sia stato sospeso per tutti i paesi dell’eurozona, mentre restino in vigore tutti i vincoli che pregiudicano la capacità di intervento degli enti locali rispetto ai bisogni delle loro comunità territoriali.

Non è accettabile che Cassa Depositi e Prestiti, il cui capitale èlargamente costituito dai depositi postali dei cittadini, anzichésvolgere una funzione di sostegno e finanziamento degli enti locali contribuisca al loro indebolimento, praticando mutui con interessi fuori mercato, al 4-5%.

Non si comprende la ragione per la quale non sia stato ancora approvato il decreto attuativo dell’art. 39 della Legge 8/2020, che prevede l’accollo dei mutui da parte dello Stato, a partire da quelli contratti con Cassa Depositi e Prestiti, ai fini di una riduzione dei loro interessi a partire dal 2021.

La Giunta di Napoli in data 24-4-20 ha approvato all’unanimità una Delibera volta a “liberare risorse ingiustamente sottratte alla comunità locale per sostenere interventi connessi alla mitigazione dell’impatto sociale ed economico correlato all’emergenza Covid-19 e a contribuire al migliore dispiegamento dell’iniziativa pubblica”.

In questo spirito, la Commissione di Audit sul debito pubblico, unitamente ad Attac Italia, inoltrerà alla Giunta comunale e a tutti i Consiglieri comunali una proposta di Ordine del giorno, con l’invito a discuterlo e ad approvarlo, sulle seguenti richieste:

 

a) la sospensione del Patto di stabilità interno e dell’obbligo delpareggio di bilancio per i Comuni, analogamente a quanto fatto dall’UE per gli Stati;

b) l’approvazione del Decreto attuativo dell’art. 39 del DL 162/2019, convertito nella Legge 8/2020, che prevede l’accollo allo Stato dei mutui in essere con Cassa Depositi e Prestiti, al fine di ridurne drasticamente i tassi di interesse;

c) di opporsi alla proposta di rinegoziazione dei mutui fatta dalla Cassa Depositi e Prestiti (si tratta di un semplice procrastinamento nel tempo del pagamento, con relativo aumento degli interessi) e di rivendicare per il biennio 2020-2021 mutui a tasso zero per gli investimenti dei Comuni;

d) di annullare tutti i debiti dovuti a derivati;

e) l’apertura del Fondo nazionale di solidarietà per i Comuni – sulla base dell’attuale Fondo di solidarietà comunale – per garantire a tutti i Comuni le risorse necessarie per l’emergenza economica e il riavvio delle comunità locali.

Riteniamo che queste richieste possano essere decisive nell’attuale fase al fine di evitare che i Comuni facciano fronte all’emergenza, aggravando processi di privatizzazione di servizi essenziali, di svendita di beni comuni e di patrimonio pubblico, l’aumento della tassazione locale.

Non si uscirà dalla crisi economica riproponendo il modello precedente, fondato su depredazione, competitività, profittabilità.

Si rende ineludibile una riappropriazione sociale e politica della città, partecipata dai tanti soggetti collettivi e plurali, le forme autorganizzate, i movimenti femminili, i singoli.

Il Comune in questo processo può essere veicolo della costruzione di una comunità fondata sulla giustizia sociale, ambientale, di genere.

 

Cristina Quintavalla

 

Commissione Audit sul debito pubblico di Parma – www.auditparma.it

Attac Italia – www.attac-italia.org

 

Parma, 12 maggio 2020

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