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Alla Galleria Nazionale arriva un Rembrandt dall’Ermitage: a 350 anni dalla morte dell’artista in mostra a Parma l’’Adorazione dei Magi’ del 1632


Dopo la spettacolare inaugurazione dell’installazione di luce di Maurizio Nannucci nel cortile della Pilotta dello scorso sabato 22 novembre, prosegue il progetto di valorizzazione  e riqualificazione degli spazi del Polo Museale messo in atto da ormai due anni dal direttore Simone Verde.

Due eventi di respiro internazionale che accompagnano degnamente la città e il suo museo più importante verso l’appuntamento con il 2020 in un confronto culturale e storico tra contemporaneo e antico in perfetta linea con il progetto vincente ‘la cultura batte il tempo’ sul quale è costruito il racconto cittadino nel fatidico anno che ci vede protagonisti della Cultura Italiana.

Dal 29 novembre fino al 26 gennaio 2020 sarà, infatti, esposta nelle sale della Galleria Nazionale in Pilotta l’Adorazione dei Magi’ del 1632 di Rembrandt in prestito dall’Ermitage di San Pietroburgo.

Nel 1669, trecentocinquanta anni fa, scompariva ad Amsterdam uno degli artisti più rappresentativi dell’arte occidentale: Rembrandt Harmenszoon van Rijn.

Il Complesso Monumentale della Pilotta, grazie a un prestito accordato dal Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, festeggia questo importante anniversario, ospitando nelle sue sale l’Adorazione dei Magi del 1632, vero e proprio manifesto del fare pittorico del maestro.

Questa tela dipinta in grisaille, chiaroscuro quasi privo di colore introdotto per la prima volta a Roma nella prima metà del Cinquecento, esalta come nessun’altra la caratteristica estetica del linguaggio artistico di Rembrandt: un uso scenografico della luce e una esaltazione illusionistica del dettaglio tali da rivelare, attraverso la pittura, la tessitura teologica della storia.

A 350 anni dalla morte di Rembrandt, l’esposizione in Pilotta dell’Adorazione dei Magi permette un contrappunto tra le collezioni del Complesso monumentale, la loro continuità nelle categorie dell’accademismo di matrice cattolica e l’altro volto dell’Europa, rappresentato dalle culture del Nord, così fiere nel rivendicare tradizioni e spiritualità antichissime sovrapposte ideologicamente al ritorno al cristianesimo delle origini.

Esso permette altresì di individuare nell’Italia del Nord i primi germi di questo rinnovamento mistico, non a caso prefigurato dall’opera di Caravaggio e dalla pittura lombarda, prendendo articolata consapevolezza delle tradizioni artistiche italiane, meglio inserite nella compagine del loro tempo.

L’opera, dipinta attorno al 1632, appartiene a una fase di emancipazione creativa in cui Rembrandt cercò una sua strada pienamente originale, uscito da appena due anni dalla bottega del maestro Pieter Lastman in una congiuntura dominata da Peter Paul Rubens e dai suoi seguaci.

Nella Adorazione dei Magi dell’Ermitage si distinguono i temi e gli stilemi fondamentali che costituiranno la sua identità estetica – un gioco focale che stabilisce i principi della composizione, il riferimento a iconografie antiche e orientali in risposta al classicismo della pittura barocca e cattolica – ma si leggono ancora i legami non totalmente recisi con l’arte italiana, come lo si può vedere dalla rappresentazione del volto della vergine e del bambino.

‘Adorazione dei Magi’ Rembrandt Harmenszoon van Rijn )1632

Complesso Monumentale della Pilotta, Galleria Nazionale

29  novembre – 26 gennaio 2020

La visita è compresa nel biglietto di ingresso dei Musei della Pilotta.

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