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27 settembre- #Parma2020: ‘Io sono perché noi siamo’ Gianluigi Colin in mostra al Palazzo del Governatore-Quintavalle: un racconto di relazioni intellettuali

di Titti Duimio

“..Dov’è la vita che abbiamo perduto vivendo?

Dov’è la saggezza che abbiamo perduto sapendo?

Dov’è la sapienza che abbiamo perduto nell’informazione?..” (T.S. Eliot)

Presentata questa mattina in Municipio la mostra “Costellazioni Familiari-Dialoghi sulla libertà’ di Gianluigi Colin curata da Carlo Arturo Quintavalle e inserita nel calendario degli eventi Anteprima Parma2020 che da 27 settembre al 1 dicembre sarà visibile al Palazzo del Governatore.

“Il mio lavoro artistico tocca anche il mondo dell’informazione, ma parla soprattutto della sedimentazione del vedere, del tempo, della memoria e ha la funzione di aiutare a riflettere sul nostro presente. Lavoro con lo stesso spirito di un archeologo che preleva e conserva segni, parole e immagini che altrimenti sparirebbero nell’oblio.” dice di sè  in una recente intervista l’artista.

Gianluigi Colin, artista, art director del Corriere della Sera, insieme al direttore Ferruccio de Bortoli autore de ‘La Lettura’, inserto culturale domenicale del Corriere con copertine d’artista create ad hoc, opere d’arte capaci di illustrare gli articoli sottolineando la relazione che lega le parole e le immagini dei quotidiani al modo in cui l’uomo percepisce il mondo contemporaneo.

“Costellazioni familiari, un titolo bellissimo che racconta i dialoghi di Gianluigi Colin con i suoi modelli intellettuali ma anche con i suoi amici e quindi con le sue relazioni contemporanee, con la sua storia che è anche la nostra storia e questo ci fa capire cosa significa ritrovare noi stessi in un racconto comune che il viaggio nella mostra propone come un ‘dialogo sulla libertà’ che ci appartiene e identifica pienamente il lavoro di Colin” dice Michele Guerra nella presentazione della mostra.

“La mostra è un fatto nuovo-dice Carlo Quintavalle curatore dell’esposizione-perché nell’arte contemporanea c’è una ossessiva proposta di eventi monografici senza mai mettere in relazione e dialogo gli artisti che sembrano sempre avulsi da un contesto intellettuale esistente. Colin invece si mette in relazione con il suo tempo di cui è testimone come ogni artista e intellettuale credo debba fare, perché l’arte è impegno, è civiltà, è consapevolezza, è politica. Ed è questa la chiave della mostra, e Colin lo fa giocando e confrontandosi con l’arte del passato, accostando, per esempio, le immagini dei barconi degli albanesi in arrivo sulle nostre coste con la Zattera della Medusa di Gericault o quella del Cristo morto di Mantegna che si riflette sul corpo senza vita di Che Guevara o ancora utilizzando schegge di opere famose riproposte per distruggere convinzioni. La mostra di Colin non è da guardare, ma è una mostra di cui capire le domande, per esempio cos’è l’arte oggi”.

Come pare chiedersi e chiederci nelle sue Roto-pitture, opere realizzate con tessuti di scarto utilizzati per la pulizie delle rotative di un quotidiano, risultato della cancellazione o meglio della dissoluzione, delle notizie notizie stesse, una riflessione su una forma di “rimozione” che avviene anche in ognuno di noi e al necessario recupero del valore della memoria.

“Apprezzo la vita culturale di Parma dove ho insegnato e sono felice di presentare la mostra in questa città-ha detto Colin in conferenza stampa-e mi riconosco nella definizione data di me da Carlo Quintavalle che mi ritrae come una specie di ‘Dottor Jekyll e mister Hyde che di giorno fa il giornale e di notte lo distrugge’. In effetti conoscendo bene i meccanismi di costruzione e le distorsioni dell’informazione sono sempre stato diviso tra il mondo delle immagini e quello delle parole e ho portato nell’arte la mia vita professionale, cercando di mettere in connessione arte e informazione e questo ha prodotto una mostra autentica. Il percorso è la storia di assenze, le mancanze rimosse quotidianamente da tutti noi. Il titolo di questa mostra avrebbe potuto essere ‘Ubuntu’ parola africana che significa ‘Io sono perché noi siamo’.”

“E’ un’onda proattiva quella che ha portato Colin, far crescere l’aspetto culturale e artistico è l’obiettivo che vogliamo portare avanti e Colin lo rappresenta in tutte le sue sfaccettature” ha concluso Luigi Capitani di Cepim.

Colin da sempre fa politica con le immagini: questa mostra mette in luce il suo impegno civile attraverso l’accostamento con linguaggi e scelte di altri grandi artisti come Getulio Alviani, Aurelio Amendola, Nanni Balestrini, John Berger, Pierluigi Cappello, Danilo De Marco, Mario Dondero, Martino Gamper Emilio Isgrò, Marcello Jori, Jannis Kounellis, Nino Longobardi, Uliano Lucas, Brigitte Niedermair, Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani, Gianni Pettena, Antonio Recalcati, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Federico Tavan, Franco Vaccari, Velasco Vitali.

BIOGRAFIA

Nato a Pordenone nel 1956, Gianluigi Colin conduce da molti anni una ricerca artistica intorno al dialogo tra le immagini e le parole. Il suo lavoro nasce come investigazione sul passato, sul senso della rappresentazione, sulla stratificazione dello sguardo. Si tratta di una poetica densa di richiami alla storia dell’arte e alla cronaca, che tende a porre sul medesimo piano memoria e attualità, facendo sfumare i confini tra le epoche. Una poetica dal forte impegno civile ed etico, che vuole restituire all’esperienza artistica forti valenze militanti.

Personalità eclettica, Colin è stato per molti anni art director del Corriere della Sera, attualmente è cover editor del supplemento culturale la Lettura di cui è stato co-fondatore. Tiene conferenze, seminari e corsi universitari. È autore di numerosi saggi, articoli e interviste dedicati alla fotografia e all’arte contemporanea. Sue personali si sono tenute in numerose città italiane e straniere (tra le sue mostre, da segnalare quelle all’Arengario di Milano, nel 1998, al centro Cultural Recoleta di Buenos Aires, nel 2002, al Museo Manege di San Pietroburgo, nel 2003, al MADRE di Napoli, alla Bienal del Fin del Mundo a Ushuaia, al Museo IVAM di Valencia nel 2011, alla Fondazione Marconi a Milano nel 2012, alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Pordenone nel 2013, al museo MARCA a Catanzaro, nel 2016, in Triennale a Milano, nel 2018. Protagonista di performance (organizzate in varie parti del mondo), è stato invitato a Valencia09 (presso l’IVAM di Valencia nel 2009) e selezionato per il Padiglione Italia della 54a esposizione d’Arte Internazionale della Biennale d’arte di Venezia. Sue opere sono presenti in collezioni private, musei e istituzioni pubbliche in Italia e all’estero. Vive e lavora a Milano.

Testo critico a cura di C.A.Quintavalle:

Testo Critico C.A.Quintavalle

INFORMAZIONI

Gianluigi Colin

COSTELLAZIONI FAMILIARI Dialoghi sulla libertà

A cura di Arturo Carlo Quintavalle

27 settembre-1 dicembre 2019

Opening su invito: 26 settembre ore 18.30

Con il supporto di

Sponsor tecnico

   Palazzo del Governatore

Piazza Garibaldi, 43121 Parma

+39 0521 218.035 | www.comune.parma.it/cultura

Da martedì a domenica

dalle ore 10 alle 19, ultimo ingresso ore 18.00

BIGLIETTI

10 € intero e biglietto famiglia (due genitori con fino a due bambini); 6€ ridotto; 4€ ridotto speciale per under 26; 3€ ridotto speciale per scolaresche con prenotazione.

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