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Italia vs USA- Con la cultura si mangia…hamburger? San Francisco capitale dell’arte e fatturati da record

Con la cultura si magia (si beve) e si campa dignitosamente…in America. In generale gli Usa, in particolare San Francisco, si pongono precursori nell’investimento sulla cultura e la città del Golden Gate diventa capitale internazionale dell’arte contemporanea.

Mentre in Italia si è perlopiù sfiduciati, i musei nazionali sembrano avere un aumento di visite negli ultimi anni ma restano ancorati a una gestione che fa lacune da tutte le parti e il governo italiano resta fanalino di coda in Europa per gli investimenti in materia; un’organizzazione no profit americana, Americans for the Arts, ha redatto il report Arts & economic prosperity. 

Dai dati emerge che, nella sola San Francisco, il settore delle arti e della cultura frutta ogni anno quasi 1,5 miliardi di dollari e mantiene oltre 39 mila persone con posti di lavoro full-time. Ma la città rappresenta, anche se nella sua eccezionalità, solo l’1% degli introiti generati dal settore culturale a livello nazionale stando ai dati del 2015. Gli Usa infatti hanno generato 166 miliardi di dollari e di questi 63 sono stati investiti dalle imprese culturali per la programmazione artistica ma ben 102 sono stati spesi dal pubblico per la fruizione e la partecipazione agli eventi. (Alla faccia di chi dice che tutti gli eventi culturali dovrebbero essere a ingresso libero?)

Il mercato è florido in questa terra che di storico ha poco e nulla; a paragone con l’Italia, per lo meno, il distacco tra la quantità di beni artistici e culturali delle due nazioni è lampante. Ma gli americani, da buoni imprenditori “mi faccio da solo” sono riusciti a creare un impero solido anche su questo difficile fronte. A crederci soprattutto il sindaco di san Francisco, Ed Lee, eletto nel 2012, che ha fatto salire la percentuale di investimenti pubblici per le arti al 14% delle spese e stanziato fondi annuali per il settore e per programmi che mirano a rafforzare le organizzazioni artistiche no profit della città.

Ma in italia? Propositivo il ministro Franceschini che a fine 2016 aveva dichiarato record di incassi dei musei nazionali, “La riforma funziona: in 3 anni +7 milioni di biglietti e +45 milioni di euro di incassi” ed aveva elogiato il sistema Artbonus che introduce facilitazioni per i privati che investono nel recupero culturale. Chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura, come previsto dalla legge, potrà godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta.

Nel 2014 tuttavia si era aggiudicata il penultimo posto (peggio solo la Grecia) per percentuale di spesa pubblica destinata alla cultura (1,4% a fronte del 2,1% medio Ue). È quanto era emerso da dati Eurostat. Nel 2009, invece, secondo un rapporto di PricewaterhouseCoopers, non recentissimo ma che si può ritenere ancora verosimile a oggi, lItalia possiede il più ampio patrimonio culturale a livello mondiale con oltre 3.400 musei, circa 2.100 aree e parchi archeologici e 43 siti Unesco. Nonostante questo dato di assoluto primato a livello mondiale, il RAC, un indice che analizza il ritorno economico degli asset culturali sui siti Unesco, mostra come gli Stati Uniti, con la metà dei siti rispetto all’Italia, hanno un ritorno commerciale pari a 16 volte quello italiano. Il ritorno della Francia e del Regno unito è tra 4 e 7 volte quello italiano. A fronte della ricchezza del patrimonio culturale italiano, rispetto alle realtà estere esaminate, emergevano enormi potenzialità di crescita non ancora valorizzate.

E Parma? La città ducale si distingue un po’ dalla media nazionale e nel 2017 ha deciso di investire 10,6 milioni di euro (il 4,6%) alla cultura: di questi, 3,2 milioni di euro andranno al Teatro Regio. Titolo di spesa diverso ma stesso fine culturale anche per alcune voci del settore opere pubbliche: 500mila euro verranno destinati per opere di completamento del Teatro dei Dialetti, interventi di adeguamento anti-incendio invece per il Teatro al Parco e il Teatro Due, miglioramento sismico e coperture per il chiostro della Civica; 1 milione di euro invece per la crociera dell’Ospedale Vecchio a cui si aggiungerà 1,3 milioni di euro della Regione per realizzare la galleria culturale urbana come museo multimediale della città. Ma Parma, diventata Città creativa per la gastronomia UNESCO nel 2015, pensa anche a un museo della gastronomia all’interno del “da-riqualificare” complesso di San Paolo.

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