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Dagli USA la prima polpetta di pollo sintetico. Sul mercato tra 5 anni? Dubbi e domande su questa innovazione per la sostenibilità ambientale

di Arianna Belloli

 

Carne sintetica di pollo e anatra. Una soluzione creata da una azienda statunitense e presentata dalla rivista Science per “produrre carne in modo migliore, che sia più sostenibile per l’ambiente. Un importante salto tecnologico per l’umanità” spiega Uma Valeti, cofondatore della Memphis Meats.

Già nel 2013 era stato creato il primo hamburger di carne di manzo “cresciuto” in provetta da parte dell’università olandese di Maastricht grazie al lavoro del team del professor Mark Post. Un hamburger che il professore consumò durante l’evento di promozione dell’invenzione a Londra e che costò circa 250 mila euro.

I costi che ha dovuto sostenere l’azienda di San Francisco non sono stati resi noti ma si dovrebbe aggirare intorno allo stesso importo visto che le tecniche di laboratorio utilizzate sono le stesse.

I ricercatori dell’azienda fondata da due medici e un biologo specializzato nelle cellule staminali hanno prelevato i campioni dal muscolo di polli e anatre. Queste cellule sono state poi fatte crescere come filamenti (circa 20 mila) su delle strutture che hanno poi creato una specie di polpetta.

Lo scopo di Memphis Meats è quello di immettere nel mercato il prodotto entro 5 anni. E se, dopo le dovute certificazioni per la sicurezza, nell’America di Trump una prospettiva del genere può anche essere realizzabile in pochi anni più difficile sembra essere la prospettiva nell’UE. Punto da risolvere, anche negli USA, è quello sulla competenza giuridica: esisterebbe infatti un confitto di competenze tra il Dipartimento dell’Agricoltura (USDA) e la Food And Drugs Administration (FDA).

Anche altre aziende in tutto il mondo stanno percorrendo questa strada nella consapevolezza che il consumo di carne oggi è insostenibile rispetto al numero della popolazione e delle disponibilità della Terra. E’ stato calcolato infatti che l’umanità sta consumando risorse come se avesse a disposizione 2 pianeti e mezzo. In sostanza consumiamo di più di quello che la Terra è in grado di rigenerare. Gli allevamenti intensivi in particolare sono un grandissimo spreco di terreno (per la coltivazione del mangime) di acqua e di energia, per non considerare l’enorme quantità di CO2 emessa che li rende tra le principali fonti di inquinamento.

Questo vale anche per la produzione di latte e uova. La Perfect Day sta infatti creando di latte vaccino di provenienza non animale attraverso dei lieviti ingegnerizzati. L’obiettivo è quello di renderlo commercialmente vendibile entro l’anno. Grazie ai lieviti Ogm altre aziende vogliono creare invece gli albumi delle uova.

 

DUBBI, CRITICITA’ E OPPORTUNITA’

A vedere le criticità in questa produzione è però l’italiana Coldiretti, la confederazione di coltivatori, che sottolinea problemi etici oltre che economici. Che agli agricoltori e allevatori non convenga che sul mercato spopoli la carne sintetica è scontato. Per i problemi etici si dovrebbe invece cercare di superare l’ideologia prevalentemente catto-religiosa che contesta la creazione di cellule staminali perché contro natura. In fondo si parla anche di eliminare la sperimentazione animale. E non si vede perché questo non debba essere motivo in più per spingere in questa direzione, molto più etica d’altro canto, invece di continuare a “torturare” esseri senzienti in nome della ricerca scientifica. Stesso discorso che si spende per l’alimentazione, perché continuare ad allevare e sopprimere animali senzienti quando si ha un’alternativa?

Sorge però spontanea un’altra riflessione. C’è il mondo dei prodotti vegetali sostituti della carne: hamburger, cotolette, polpette di soia, ceci, fagioli, lenticchie, lupino. Legumi coltivabili, sicuramente, con molte minore spese della carne sintetica. Come sostituti del latte vaccino ci sono quello di mandorla, nocciola, riso, avena, farro. Prodotti che anche le grandi multinazionali come l’italiana Granarolo e la francese Sojasun hanno introdotto nella loro offerta riconoscendo il trend in aumento della domanda. Gli scaffali dedicati nei supermercati stanno diventando sempre più ricchi. I consumatori ci sono, la sensibilità sta crescendo. Perché allora non puntare e investire nella sensibilizzazione ed educazione della popolazione a un diverso e più sostenibile regime alimentare?

Sono sempre di più i nutrizionisti e medici che riconoscono che le diete basate sul consumo esclusivo di vegetali è perfettamente equilibrato e non crea scompensi nutrizionali se ben studiate. Aumentano sempre di più anche gli studi in cui si sottolinea l’effetto nocivo nel lungo periodo dell’eccessivo consumo di prodotti animali: dall’aumento vertiginoso dei rischi cardiaci, all’obesità, ai tumori e altro. Carni rosse bandite dai salutisti. Latte dannoso alla salute ossea. Ci hanno venduto yogurt e latte per decenni sostenendo che fossero il miglior alimento ricco di calcio che facesse bene alle nostre ossa ma ora alcuni studi sostengono che il calcio contenuto nel latte vaccino non sia perfettamente assimilabile dal nostro organismo e che sia invece il calcio contenuto in alimenti come i fagioli ad essere più adatto alle nostre esigenze.

Molti sono ancora i diffidenti (anche e soprattutto tra gli scienziati) ma l’aumento dei vegani nel mondo è in continua crescita. Ma molti sono anche i nostalgici della bistecca che non vedono nessuna alternativa – o non vogliono prendere in considerazione nessuna alternativa – alimentare, che sia per pigrizia d’informazione o convinzione sincera. Forse per loro la carne sintetica potrebbe essere la soluzione? Potrebbe essere anche soluzione per quelle persone sensibili al benessere animale ma che tornerebbe volentieri a mangiare una bistecca o bere un bicchiere di latte ogni tanto senza l'”angoscia” di sentirsi colpevoli per una vita uccisa o sfruttata, “rimanere carnivori senza provocare dolore”.

Si ricorda tuttavia un divertente “esperimento sociale” diventato virale su internet un paio di anni fa: alcuni cuochi hanno servito dei wustel vegani a un plotone di soldati tedeschi della Turingia senza ovviamente riferire ai presenti la sostituzione delle tradizionali salsicce. Ecco la reazione dei soldati che potrebbe diventare ulteriore spunto di riflessione.

 

 

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