E’ arrivata a Parma CircOLIamo, la campagna educativa itinerante del Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati.
Oli lubrificanti usati, rischi per l’ambiente e opportunità per l’economia nazionale e locale sono i temi principali della conferenza stampa che si è svolta oggi in piazza Garibaldi, all’interno del villaggio CircOLIamo, alla presenza dell’assessore all’ambiente Gabriele Folli e del responsabile della rete di raccolta Coou (Consorzio obbligatorio oli usati) Marco Paolilli.
L’evento rappresenta la seconda tappa emiliana della campagna educativa itinerante organizzata dal Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e di ANCI, che nell’arco di due anni toccherà tutti i capoluoghi di provincia italiani allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le amministrazioni locali sul corretto smaltimento dei lubrificanti usati e ottimizzarne la raccolta.
Il villaggio ha ospitato l’incontro con i ragazzi delle scuole, che hanno partecipato agli educational loro dedicati, giocando a “Green League”, il primo social game finalizzato all’educazione ambientale, accompagnato da un video firmato da Bruno Bozzetto..
Nel corso dell’incontro con la stampa sono stati resi noti i dati di raccolta degli oli lubrificanti usati in Provincia di Parma.
“L’olio lubrificante usato – ha sottolineato Marco Paolilli – è un rifiuto pericoloso che deve essere smaltito correttamente. Se utilizzato in modo improprio può essere estremamente dannoso per l’ambiente e per la salute umana: basti pensare che 4 kg circa di olio – il cambio di un’auto – se versati in mare posso coprire una superficie grande quanto un campo di calcio. Il Comune di Parma è all’avanguardia – ha detto ancora Paolilli – nella difficile attività per intercettare gli oli esausti smaltiti da privati cittadini: nel 2015, nella città di Parma, ne sono stati conferiti ai centri di raccolta 6.300 chilogrammi, una quota che colloca Parma all’86% come grado di efficienza, per noi molto alto”.
”L’attività dei nostri centri di raccolta è molto importante – ha ribadito l’assessore Gabriele Folli – insieme agli oli esausti da privati, si fa anche la raccolta differenziata di apparecchi elettronici, oli vegetali e altro materiale che non può essere raccolto a domicilio, ma che può avere un impatto importante nella corretta gestione del ciclo dei rifiuti. E’ nostro intendimento potenziare questa attività, coinvolgendo, se possibile, anche i centri commerciali”.
Come ha annunciato IREN, a Parma e Provincia sono attivi 32 centri di raccolta di oli minerali, che vengono gestiti in modo coretto con le dovute cautele.
Nell’incontro è stato anche reso noto che a Parma e provincia sono state raccolte in totale 1.280 tonnellate di oli lubrificanti usati nell’anno 2015, in massima parte, ovviamente, proveniente da operatori da officine e operatori specializzati, obbligati a conferire questi scarti secondo le rigorose modalità di legge, mentre appunto il COOU si avvale delle isole ecologiche per la soluzione al problema dei fai da te.
L’attività del Consorzio
Nello stesso anno 2015 il Consorzio – che coordina l’attività di 73 aziende private di raccolta e di 4 impianti di rigenerazione – ha raccolto in tutta Italia 167.000 tonnellate di olio lubrificante usato, un dato vicino al 100% del potenziale raccoglibile.
“I risultati sono soddisfacenti – ha spiegato Marco Paolilli, responsabile della rete di raccolta Coou – ma il nostro obiettivo resta quello di raccoglierne il 100%”. Per questo motivo il Consorzio ha ideato la campagna educativa itinerante CircOLIamo, che in due anni toccherà tutti i capoluoghi di provincia italiani; una campagna a zero emissioni, perché la quantità di CO2 generata sarà compensata attraverso interventi di forestazione in grado di assorbire la CO2 immessa in atmosfera.
“La piccola parte che sfugge ancora alla raccolta – ha continuato Paolilli – si concentra soprattutto nel ‘fai da te’: per intercettarla abbiamo bisogno del supporto delle amministrazioni locali per una sempre maggiore diffusione di isole ecologiche adibite anche al conferimento degli oli lubrificanti usati”.
Attivo dal 1984, il COOU ha contribuito con il proprio lavoro a ridurre in misura significativa non solo l’inquinamento ambientale, ma anche i consumi di acqua, materia e suolo. L’effetto positivo sul consumo di acqua (water footprint) ha portato a un risparmio netto cumulato di 2,3 miliardi di m3 di oro blu; trent’anni di recupero degli oli usati hanno consentito inoltre di evitare il consumo di 6,4 milioni di tonnellate di materia prima vergine (material footprint), mentre dall’analisi di carbon footprint del sistema emerge un risparmio netto cumulato di emissioni climalteranti di 1,1 milioni di tonnellate di CO2 equivalente; grazie al riciclo degli oli come basi lubrificanti rigenerate sostitutive di basi lubrificanti vergini, è stato risparmiato il consumo di 7.306 ettari di suolo (land footprint).
Telefonando al numero verde del Consorzio, 800 863 048 o collegandosi al sito www.coou.it, è possibile avere informazioni su come smaltire correttamente il proprio olio usato e il recapito del raccoglitore più vicino. L’olio usato può essere estremamente dannoso per l’ambiente e per la salute umana: 4 kg d’olio – il cambio di un’auto – se versati in acqua inquinano una superficie grande quanto un campo di calcio. Ma questo rifiuto costituisce al contempo una importante risorsa economica per il nostro Paese, perché può essere rigenerato e tornare a nuova vita con le stesse caratteristiche del lubrificante da cui deriva; dal 1984 ad oggi la rigenerazione dell’olio lubrificante ha consentito un risparmio complessivo di 3 miliardi di euro sulle importazioni di petrolio del nostro Paese.