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EDITORIALE – Rifiuti e chiusura del centro, quando l’amministrazione è sorda e cieca

In principio fu l’inceneritore. Un eco-mostro di cui il promesso blocco non è mai arrivato: il forno puntualmente emette, inquina, sporca. Anche le anime di chi è salito allo scranno promettendone lo smantellamento.

Forse è proprio lo smog dell’inceneritore che annebbia le menti di chi siede nel palazzo municipale, troppo fieri della propria maggioranza e fermi sulle proprie posizioni per razionalizzare sulle scelte.

Partiamo dalla raccolta serale dei rifiuti.

Per quanto possano essere apprezzabili i motivi che la alimentano, dal non occupare i marciapiedi di giorno a non esporre il pattume sotto i primi caldi, rendendolo maleodorante e invito per gli animali, qualcuno dovrebbe rendersi conto che Parma è una città di “vecchi”. Anziani, anzi.

Amici del cassonetto e del market di prossimità, nemici dei cambiamenti. Hanno avuto appena il tempo di assimilare i rifiuti di mille colori come i vari cestini destinati a contenerli, ed ora già gli cambiano gli orari in cui devono metterli in strada. Dopo la fatica che hanno fatto per impararsi il calendario…

Per non parlare degli altri “popolanti” Parma: gli studenti fuori sede. Avanti e indietro, difficile che rinuncino  alle visite in famiglia, o a una serata universitaria, per mettere fuori i cassoni. Che magari poi restano in strada due giorni, perché non rientrano ad hoc per ritirarli…

Finiamo con l’intento di pedonalizzare il centro.

Il centro dovrebbe essere il fulcro di commercio, bar, attività. Passeggio e vita. A furia di bloccarlo, inibirlo e proibirlo,  sta diventando sempre più un ghetto di negozi che chiudono, alloggi che si svalutano e finiscono nel giro di extracomunitari lerci e disperati, criminalità.

L’esclusività, con la crisi, è diventata proibizione. E il centro ha perso la sua essenza di unicità ed eccellenza: ora lo si schiva per paura, di multe o di brutti incontri.

La Mille Miglia deve insegnare: il bello tira bello.

E allora lasciamo che la macchine transitino, i negozi si riempiano, il centro e la piazza ritrovino il loro antico splendore, nonché la loro funzione già dai tempi delle “polis”.

Ci riprenderemo la nostra città. Respireremo aria più inquinata? Mai quanto quella che arriva dall’eco mostro di Ugozzolo.

Rifletta, sindaco.

Firmo Francesca Devincenzi, faccio il giornalista, ma sono un cittadino e voto pure io.

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