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“Agonia di un amore” – racconto di Maria Grazia Nano

racconto di Maria Grazia Nano
Brenda stava in piedi davanti al vetro della finestra della camera da letto, lo sguardo fisso sul brullo paesaggio di campagna intriso di pioggia, una piega amara sulle labbra e il corpo tiepido. Il mazzo di rose rosse sul cassettone era l’unica macchia di colore inquesta giornata annunciatasi così grigia. Si avvicinò per aspirarne il profumo, tentando così di alleggerire la sua mente e ostacolare il torbido fluire dei suoi pensieri. Vide che alcuni petali erano caduti e che la freschezza dei fiori stava già mostrando qualche piccolo segno di cedimento. Pensò a sé stessa e ai suoi sentimenti, dapprima meravigliosi in un tripudio di colori e profumi, poi con il tempo li vedeva ripiegarsi su sé stessi e morire, proprio come queste splendide rose. Non le piaceva affatto questo genere di riflessione, ma ormai un odioso tarlo si era fatto strada nel suo cervello e la tormentava senza pietà.

Perché non riusciva mai ad essere soddisfatta e appagata nelle sue relazioni? Cos’era questa continua smania di fuggire verso qualcosa di nuovo? Anche Liam tentava di capire queste sueinquietudini, lo stesso Liam che ora dormiva profondamente nel letto dietro di lei, lo stesso uomo che poche ore prima lei aveva stretto fra le braccia e dentro di sé, in un crescendo di passione e di totale abbandono.

Ricordando queste immagini, Brenda si girò a guardarlo e ne vide i capelli scuri e arruffati, gli occhi chiusi, la sua bocca generosa e ben disegnata quasi atteggiata ad un inconscio sorriso, le sue braccia forti poggiate sul lenzuolo. Liam era il tipico ragazzone ben piantato, saldo di fisico e di animo. Brenda ebbe per un attimo la tentazione di scoprirlo per vedere tutto il suo corpo, i muscoli rotondi e pieni, la sua pelle ambrata che sapeva di buono e di onestà. Era sempre stata molto attratta dalla forza virile che lo caratterizzava, le dava sicurezza. Ora però il sonno lo rendevatotalmente inconsapevole e indifeso sotto il suo sguardo indagatore, le palpebre chiuse nascondevano i suoi occhi neri che splendevano ogni volta che il suo sguardo si posava su di lei. Brenda sospirò. Tutto questo la annoiava, era stanca della cieca devozione di Liam, stanca di dover rinunciare alla sua libertà, di doverlo sempre includere nei suoi programmi di vita, di rendere conto delle sue uscite. Si sentiva come un pesce che si dibatte nella rete. Una vocina dal profondo le sussurrò che, in realtà, Liamle lasciava briglie sciolte e non era certo quel tipo di uomo che la ossessionava con domande o sospetti. Certo però che non sarebbe stato affatto contento di sapere dell’aperitivo con l’affascinante collega del terzo piano.. Brenda non aveva fatto nulla di male,aveva giusto flirtato un po’, quel tanto per capire quanto interesse poteva suscitare. Però sapeva di essere colpevole, perché aveva desiderato molto più di un cocktail e si era sentita terribilmente frustrata per non aver potuto proseguire la serata. Lei voleva mordere la vita a più non posso, voleva emozionarsi, cercava gli sguardi di ammirazione maschili, riusciva a sentirsi donna solo così. La stessa sopravvivenza del suo ego era orchestrata dalla palese ammirazione di molti uomini, Liam incluso ovviamente.

Lei viveva per questo.

Brenda socchiuse adagio i vetri in cerca di un po’ d’aria fresca, sperando per un breve attimo che questo potesse mettere in fuga i miasmi dei suoi pensieri. Le gocce d’acqua le colpirono il viso facendola rabbrividire, ma rimase immobile. E così tutto finiva. E così tutto ricominciava.

Quante volte e con quanti uomini le era successa la stessa cosa? Era innamorata dell’idea dell’amore, ma non era mai riuscita a provare questo sentimento. Oh si, all’inizio Liam l’aveva completamente sedotta, aveva provato una passione così travolgente da illudersi per un po’ che si trattasse finalmente di amore. Con il tempo, questo fuoco si era trasformato nell’affetto per un parente, un amico, un animale domestico. Neppure per un istante aveva perso la propria individualità per fonderla con quella di lui ed esserne felice.

Questo per Brenda si chiamava amore e quando si accorgeva che, malgrado i suoi sforzi, non riusciva ad esserne avvolta, iniziava a detestare qualsiasi forma di attaccamento e di dovere, si convinceva di aver nuovamente fatto la scelta sbagliata ed iniziava a mordere il freno per fuggire, come un cavallo ansioso di sgroppare dopo essere stato troppo a lungo tenuto nel tepore di una stalla.

Corrugò la fronte al pensiero che, invece, lui la amava in modo totale e pulito, con tutto sé stesso. Non avrebbe voluto questa dedizione, non le importava granchè, anzi, la capacità di amare di Liam era per lei quasi motivo di risentimento. La profondità dei sentimenti di lui le ricordava quanto lei fosse volubile e poco affidabile, si sentiva inferiore e non degna. Brenda odiava questa sensazione, tanto quanto amava il suo smisurato ego.

Ripensò a quanto tempo era rimasta incatenata in questa piacevole prigionia, i bellissimi giorni passati con lui le sembravano ora una mutilazione alla sua natura irrequieta, che anelava la libertà. Quello che la teneva viva era il brivido, la continua emozione, la conquista, le nuove esperienze. Per quanto bello fosse il suo rapporto con Liam, le impediva di sapere cosa poteva perdersi là fuori, magari c’era tanto di meglio per lei, ma non lo avrebbe mai scoperto finchè fosse rimasta legata.

L’unico desiderio di Brenda ora era quello di riaprire le sue ali e di sacrificare ogni cosa all’immediata soddisfazione di ogni suo minimo capriccio o impulso del momento. Innamorata sempre e solo di sé stessa, quasi senza saperlo, non vedeva nulla oltre questo orizzonte, che a lei sembrava meraviglioso. O meglio, lo sarebbe diventato dopo aver superato il malessere di doverchiudere il suo rapporto. Di pari passo con l’incontenibile voglia di fuggire, si muovevano la sicurezza e la tranquillità della quotidiana abitudine di questo amore, lei ormai lo indossava come un paio di comode pantofole. Le piaceva rientrare a casa e sentire che lui aveva già iniziato a preparare la cena, stappato una buona bottiglia ed acceso lo stereo con le canzoni che entrambi amavano. Adorava le loro lunghe chiacchierate, da cui imparava sempre qualcosa, l’amichevole schermaglia fra i loro cervelli e sentire quanto lui la desiderasse sempre e comunque.

Era proprio sicura di volerlo lasciare? Si disse che spezzare queste abitudini le avrebbe procurato dolore; già sapeva che una certa canzone, una certa strada, un certo profumo le avrebbero ricordato Liam e le avrebbero fatto venire voglia di correre nuovamente da lui, chiedendo perdono, sicura che lui si sarebbe fatto convinceredalle sue moine, perdonando il suo colpo di testa. Questo pensiero finì per toglierle ogni dubbio; lei detestava saperlo in suo potere, lo riteneva debole sotto questo punto di vista e quindi non meritevole delle sue attenzioni. Povera Brenda, non riusciva a capire che era lei la parte debole senza radici, sarebbe stata vittima di ogni colpo di vento e non se ne sarebbe neppure accorta. Il fulgido orizzonte che lei immaginava per sé stessa era in realtà solo un confine, molto ristretto, che non le avrebbe dato scampo.

Liam continuava a dormire tranquillo e anche questo la infastidì enormemente. Come poteva non percepire che lei doveva dirgli cose importanti, che stava per arrivare un cambio di vita? No, lui dormiva, in pace con il mondo e con tutto il creato, come si addice ai giusti. Brenda non si era neppure preparata un discorso di addio, era sicura che avrebbe detto le cose giuste con le giuste parole, si riteneva una donna molto abile, anche nel lasciare il più possibile un buon ricordo. Le porte vanno tenute socchiuse per un po’, non si sa mai quali colpi il destino ha in serbo per noi e bisogna sempre potersi salvare. Pensò di essere crudele, ma scacciò subito dalla mente questa idea, troppo scomoda e difficile da gestire. Aveva forse mentito a Liam? No, lei sapeva che leparole d’amore dette in passato erano assolutamente sincere, ma con il trascorrere del tempo avevano perso significato, ecco tutto. Lei era sempre stata in buona fede, non si sentiva responsabile, era fatta così e Liam lo sapeva, o avrebbe dovuto.

La pioggia cessò all’improvviso e un raggio di sole filtrò da una nuvola trafiggendo gli occhi color bronzo fuso di Brenda, che rimase impassibile a sfidare la luce. Chiuse la finestra e mosse alcuni passi verso il letto, si coricò vicino a Liam ed attese. La presenza del corpo di lei lo svegliò, si mosse leggermente verso Brenda e la strinse a sé, affondando il viso fra i suoi seni e respirando il suo odore. Lei si ritrasse leggermente, lo guardò e gli disse che doveva parlargli. Anche se il torpore avvolgeva ancora la mente di Liam, egli cercò di indovinare per quale motivo Brenda volesse parlargli subito di prima mattina e per un attimo ne fu divertito. Era abituato ai suoi sbalzi d’umore, alle sue impennate, alle sue richieste spesso fatte solo per provocare unasua reazione.

Le fece segno di proseguire e Brenda si trovò improvvisamente smarrita: tutta la sua sicurezza l’aveva abbandonata, non sapeva più cosa dire né come motivare la sua scelta. Le parole restavano incatenate in gola e questo le sembrava assurdo, aveva superato l’adolescenza da un pezzo e poi, con un uomo come Liam, non c’era alcun bisogno di frasi fatte o ricercate. Lui andava subito al sodo, era realista, spesso sprezzantemente cinico, non amava adornare la verità con pietose bugie. La suscettibilità di Brenda era stata urtata molte volte da questo lato di Liam, lei amava mettere fronzoli ovunque, nelle verità e nelle bugie, al solo scopo di nascondersi dietro ad un paravento e poter avere sempre un’ultima meschina difesa.

Con lo sguardo fisso sulle lenzuola sgualcite, disse: “Non mi sembra giusto tenertelo ancora nascosto, non voglio farti male più di quanto sono costretta a farti.. beh, vedi.. insomma, non sono più molto sicura dei miei sentimenti”.

Liam non rispose nulla, la sua espressione non cambiò, il suo viso non era né triste, né sorpreso, né arrabbiato. Brenda lo fissava e ne odiava quell’atteggiamento inespressivo, come se fra loro ci fosse una lastra trasparente e non si potessero toccare, né tanto meno sentire. Questo la innervosì, il suo ego non sopportava che la sua rivelazione fosse accolta in quel modo apatico e quindi proseguì astiosa: “Anzi, sono sicura di non amarti più e penso sia meglio chiudere. Nessuno di noi due ricava niente da questa situazione”.

Il tono di voce tagliente, molto più delle singole lapidarie parole,fu una dolorosa stilettata al cuore di Liam; cercò disperatamente di spiegarsi il perché di quell’epilogo, ripercorse febbrilmente i momenti della serata precedente per trovare qualche indizio rivelatore, ma non ci riuscì. Non riusciva neppure a cogliere lo sguardo di Brenda, perché lei stava guardando ovunque tranne che verso di lui. Captava solo la sua smania di andarsene al più presto. Pensò che sarebbe impazzito senza una razionale motivazione per quella trave che gli era caduta addosso. Cosa aveva fatto? Cosa aveva detto di sbagliato? Poi si ricordò che queste domande non avrebbero avuto alcuna risposta con Brenda, perché non esisteva risposta, né modo di trattenerla. In quel momento gli fu solo concesso di sentirsi vuoto, privo di aria, sgomento, nudo. Non sapeva cosa fare. Aveva voglia di accendersi una sigaretta, ma non osò farlo per non mostrare il tremito delle sue mani. Si ascoltò mentre diceva: “Se vuoi Brenda, io non posso certo impedirtelo”.

Si sentì grottesco in quel letto così ampio, con lei già così lontana. La vide vestirsi velocemente, ravviarsi i capelli allo specchio e passarsi un filo di rossetto con attenzione. Gli parlava, sentiva le sue parole nella stanza, ma non riusciva a coglierne il senso né il significato, come se lei avesse iniziato ad esprimersi in greco antico o in aramaico. Udiva solamente dei suoni ed era costretto a vedere il sole che ormai brillava dai vetri, impietoso, con la sua carica di vita e di calore.

Brenda invece si sentiva leggera leggera, liberata, aveva quasi voglia di ridere. Non aveva perso nulla, solo uno smidollato che non aveva neppure mosso un dito per lottare e trattenerla o farle cambiare idea. Fece un breve cenno di saluto con la mano, aprì la porta e si affrettò lungo le scale per uscire.

Liam ascoltò i suoi passi leggeri e veloci, immaginò il suo abitino azzurro scelto insieme che le scopriva le caviglie sottili, ascoltò il rumore della portiera dell’auto che si apriva e si chiudeva, sentì il motore che faceva i capricci, perché Brenda spesso sbagliava la messa in moto.

Questo pensiero lo fece sorridere, mentre le lacrime gli rigavano il viso.

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