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Con-Temporary Signs i giovani artisti dialogano con la città


Svelate ieri 9 settembre  le prime 3 opere dei vincitori di Temporary Signs, l’open call di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21 che pone in dialogo i giovani artisti under 35 con la città e il suo tessuto socio culturale attraverso opere site-specific di riscrittura ambientale.

Il progetto è stato promosso dal Comune di Parma in partnership con l’associazione GAI – Giovani Artisti Italiani.

Il momento di apertura del tour è stato allietato dalla performance live di Anna Bassy, esponentedella scena new soul underground, si differenzia per il forte taglio internazionale, con sonorità gospel,  roots reggae ed irhythm and blues. Italo nigeriana, nata e cresciuta a Verona, esordisce nel 2016. Nei suoi brani risuonano vari mondi, tutti nati dalla sola voce accompagnata da una chitarra acustica ed in seguito rimodellati negli arrangiamenti da lei e dalla sua band (Pietro Girardi alla chitarra, Andrea Montagner al basso e Pietro Pizzoli alla batteria).

Al Parco di via Pascal Giacomo Gerboni, secondo classificato, ha presentato la sua scultura ‘Le migliori intenzioni’: una catapulta in legno in posizione di lancio al centro del prato che suggerisce energia e tensione verso un ipotetico nord o forse solo verso l’alto. “Le migliori intenzioni o in-tensioni- dice l’artista- in un luogo a me familiare, il parco dove venivo a giocare da bambino. Un gesto d’arte che racchiude mille significati che lascio interpretare a chi guarda, un gesto istintivo che parte da un’intuizione che spero solo possa ‘colpirvi”

A seguire l’inaugurazione della quinta opera classificata di Beatrice Ciacchella con Andrea Lusignani del collettivo Domani, Fiume che con la sua installazione Transumanza, un piccolo gregge di pecore dorate posizionato nell’alveo del torrente, in prossimità del Ponte Verdi, dialoga per contrasto con la cultura cittadina dei complessi monumentali dai quali è circondata, come il Palazzo della Pilotta e il Parco Ducale.


A chiudere la giornata inaugurale è stata Francesca Giannini del gruppo informale FDA&FG con il progetto Parma qua e là, pensato per reinterpretare il Ponte di Mezzo come luogo di scambio e azione da parte di chi solitamente lo vive come passaggio: collega i quartieri ed è confine liquido tra tradizioni e innovazione contemporanea.

 L’installazione è un sistema di elementi – cartelli e binocolo – che rende il transito sul ponte un’esperienza.  Le artiste vogliono operare sul luogo innescando un confronto tra tradizione e esperienza.  

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