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La politica ricomincia a parlare di cultura e sono i giovani a farlo- Primo appuntamento con il programma di Parma 2232

 

di Titti Duimio

Si è tenuto giovedì 11 febbraio il primo incontro pubblico partecipato di Parma 22 32, neo formazione politica in città che prova a costruire temi condivisi per una proposta di una Parma futura in ascolto del territorio.

“Il 2020 è passato e 2021 passerà nella speranza che le attività culturali possano riprendere.

Tuttavia Parma un domani non sarà più Capitale della Cultura e per questo è necessario oggi interrogarsi su ciò che ha funzionato e su ciò che non ha funzionato. Sui luoghi pregnanti della cultura a Parma e sui luoghi dimenticati della cultura parmigiana. Per rilanciare insieme la cultura.”

L’appuntamento è stato lanciato da Manuel Marsico con questo video sulla pagina Facebook di Parma 2232

https://www.facebook.com/Parma2232/videos/859995468210776/

“Siamo partiti dalla cultura con il primo laboratorio pubblico, purtroppo ancora solo online- dice Manuel Marsico fondatore dell’iniziativa Parma 2232 e responsabile del settore cultura che giovedì scorso ha aperto il primo tavolo di confronto- con la partecipazione di tanti cittadini interessati e addetti ai lavori per fare il punto sulla proposta che elaboreremo insieme per Parma”

Il primo tavolo della neo formazione politica Parma 2232 è stato quello sulla cultura. Perché?

Partire dalla cultura ci è sembrato inevitabile in questo momento, sia per il titolo di capitale italiana che ci è stato prolungato anche per il 2021, sia per la totale chiusura di tutti i luoghi della cultura causa Covid che sembrano costringerci a produrre e basta- spiega ancora Marsico- e noi crediamo che il processo politico e culturale debba essere ripreso a partire dalla partecipazione

Quali sono stati i risultati della serata?

Partendo dal presupposto che la cultura deve essere aggregazione abbiamo voluto mettere sul tavolo tutte le criticità rilevate e raccogliere quante più proposte possibili per ascoltare le esigenze e ipotizzare così un programma futuro sulle basi delle esigenze. Hanno partecipato persone di tutte le età e le due parole d’ordine comuni sono state ‘inclusività’ e ‘progettualità’.

Crediamo che a Parma la proposta culturale sia troppo ‘esclusiva’ nel senso complessivo del termine e non contempli un’offerta che possa attirare un pubblico diverso da quello abituale, inoltre si è lamentata l’assenza di una progettualità creativa condivisa a lungo termine, cioè un progetto vero e proprio di visione del racconto della città nei prossimi anni.

Alla luce di questi due capisaldi abbiamo raccolto una cinquantina di idee che saranno presto elaborate e riassunte in un vero e proprio programma politico e culturale da sottoporre ai cittadini di Parma.

Nel programma di Parma2020, anche se purtroppo non realizzato, cosa vi attirava di più? Quale proposta assomigliava alle esigenze di giovani universitari di Parma?

Sinceramente mi trovo un po’ in imbarazzo a dirlo ma nessuna. Al di là di qualche evento teatrale del Regio o la mostra di Ligabue che poteva interessarmi personalmente non abbiamo trovato nessun percorso o idea che potesse rivolgersi direttamente alla nostra generazione. Nel complesso l’intera programmazione si rivolgeva ad un pubblico abituale elitario e non mirava a intercettare nuovi partecipanti, secondo noi, più pensato per i turisti che non per giovani cittadini che vogliono vivere questa città.

Un esempio è stata la mostra Hospitale all’Ospedale Vecchio che ha strappato in tutto 1500 biglietti. Se la cultura la fai e rimane in un libro è difficile parlare di linguaggio culturale condiviso dalla città.

Qual è la mancanza più grossa della Cultura parmigiana che lamentate voi generazione futura?

Sicuramente tutto il comparto della musica dal vivo che vive di proprie iniziative senza avere mai un riconoscimento ufficiale con luoghi dedicati da parte delle istituzioni. E sembra un paradosso nella città della musica dove esiste un Conservatorio che veramente potrebbe fare la differenza dedicando spazi alla musica dal vivo.

A Parma esistono luoghi fuori dal circuito istituzionale in cui i giovani riescono a esprimersi culturalmente?

Ci sono un sacco di ragazzi che creano e producono cultura quotidianamente a Parma, una specie di sottobosco di persone che fruiscono e generano proposte di linguaggi culturali contemporanei ma non sono né aiutati né valorizzati in nessun modo. Musica, teatro, street art o tanti altri nuovi racconti non trovano mai spazio nei progetti ufficiali del panorama complessivo della cultura cittadina.

Cito una associazione per tutte: l’ABC che riesce ad attirare la nostra generazione con prodotti culturali di alto livello pensati per i giovani dai giovani stessi, ma non esce dai confini generazionali per mancanza di interazione con le altre fasce della città interessate alla creatività culturale.

Non basta patrocinare con il logo della città o con autorizzazioni le iniziative dei giovani, devi anche promuoverle e sostenerle organizzandole in un progetto ampio di racconto culturale dell’intera città.

Quindi progetti e creatività inclusiva diventano le priorità assoluta per la nuova proposta politica di Parma 2232 che parte da qui per ricominciare a immaginare una Parma del futuro magari città della cultura  fuori e oltre il 2020+2021,

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