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Scatta il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo, ma non è così semplice

Da lunedì 15 luglio il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo è ufficiale. A un anno dall’entrata in vigore del Decreto Dignità, che con l’articolo 9 si proponeva di contrastare la ludopatia, anche le ultime deroghe concesse da un emendamento alla manovra ai contratti ancora in essere sono scadute. Vietata, quindi, qualsiasi forma di sponsorizzazione “di eventi, attività, manifestazioni, programmi, prodotti o servizi” e “tutte le altre forme di comunicazione di contenuto promozionale, comprese le citazioni visive e acustiche e la sovraimpressione del nome, marchio, simboli, attività o prodotti la cui pubblicità”.

L’implementazione del divieto, – spiegano ai nostri microfoni gli analisti di Gaming Report -, ha quindi trovato effettiva e piena applicazione e adesso, grazie alle Linee Guida, le autorità competenti in materia hanno voluto fornire regole e principi di carattere generale”. L’obiettivo è quello di consentire agli operatori del settore di ottenere un orientamento corretto per l’interpretazione dell’articolo 9 del Decreto.  sono state infatti formulate alcune proposte di intervento, con la speranza che si possa arrivare ad una riforma organica di tutta la materia, per superare le criticità e continuare ad assicurare la tutela del consumatore, che passa anche attraverso un’adeguata comunicazione e una precisa sensibilizzazione.

La segnalazione pone ancora una volta l’accento sull’importanza della conoscenza e della promozione del gioco legale, sulla capacità di distinguere e quindi colpire le attività tipicamente illegali, sulla possibilità di adottare strategie di diverso livello per contrastare il gioco d’azzardo tra minori o tra giocatori problematici.

Per chi trasgredisce questo divieto è prevista l’applicazione di una sanzione pecuniaria pari al 5 per cento del valore della sponsorizzazione e in ogni caso non inferiore a 50mila euro per ogni violazione. Il decreto stabiliva inoltre che a comminare le sanzioni fosse l’AGCOM, e inseriva una deroga di un anno per chi aveva già contratti di sponsorizzazione con società di gioco d’azzardo, deroga che è scaduta il 14 luglio. inoltre, colpirebbe maggiormente alcuni mezzi piuttosto che altri, e danneggerebbe i concessionari italiani, favorendo di fatto gli operatori illegali: la pubblicità online, per esempio, rischia di sfuggire dal divieto, perché “spesso riguarda siti soggetti a giurisdizioni extra nazionali ed extraeuropee nelle quali ad oggi non è prevista alcuna forma di divieto o limitazione”. 

Bloccare la comunicazione sul gioco, oltre a determinare perdite ingenti a livello economico, significa anche recidere il contatto col cliente e col giocatore, lasciandolo in balia di truffatori, hackers e pericoli di ogni tipo. Servirebbe, invece, continuare a parlare di Gambling senza il divieto di particolari norme, soprattutto tra i più giovani, al fine di sensibilizzarli e portarli ad una conoscenza consapevole di questo mondo allontanandoli da eventuali rischi.

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