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#Parma2021-Una grande opportunità culturale per la città-“Raccoglimento e moltiplicazione”: la versione ‘Reloaded’ di Michele Guerra


di Titti Duimio 

“Art 187 quater, comma 8. Il titolo di capitale italiana della cultura conferito alla città di Parma per l’anno 2020 è riferito anche all’anno 2021. Parma sarà Capitale Italiana della Cultura 2021.”

Così recita il decreto Rilancio approvato.

Bene. Ma sicuramente il mood trionfalistico e festoso dell’inaugurazione di Parma 2020 con la banda e i trampolieri non c’è più.

Una città rarefatta e sospesa accoglie la notizia quasi scontata uscita dal tanto atteso decreto Rilancio licenziato ieri sera dal Consiglio dei Ministro dopo sofferte considerazioni su temi ben più urgenti e tragici che hanno colpito il nostro paese.

Una nota aggiunta senza alcuna fatica (economica soprattutto) nel corposo programma di rinascita per l’Italia post Covid-19 che suona irrilevante o forse quasi irriverente nel panorama nazionale ma che per noi parmigiani significa un’occasione.

E non il recupero dell’occasione persa troncata sul nascere, bensì una in più per riflettere e proporre nuove seppur antiche visioni di un racconto culturale collettivo alla luce del cambiamento epocale che ci ha travolti.

“Raccoglimento e moltiplicazione” sono le parole d’ordine che l’assessore Michele Guerra ha ripetuto in un suo recente articolo comparso sulla rivista ‘Il Mulino’ e ribadite alla nostra redazione in occasione della conferma di ieri sera.

“Nella tragedia abbiamo avuto un’opportunità  unica e dall’autunno ricominceremo con le proposte culturali previste dal calendario 2020-dice Guerra-Ci giochiamo una partita dov’è ancor più chiaro di prima come la comunicazione sia già, nella sua ampiezza, il progetto culturale e politico e non il folklore del consenso” come ribadito nell’articolo de Il Mulino.

“Manterremo la linea del progetto originario che si ispirava al concetto di tempo ritenendolo più attuale che mai oggi che comprende il tempo sospeso e dilatato che ha avvolto la città e non solo, dando un nuova rilettura culturale al concetto proposto negli eventi previsti.

Ogni appuntamento in calendario conteneva riflessioni sul tema del tempo in maniera circoscritta e quasi intima senza affidarsi mai alla solennità di un evento clou e spettacolare, visione che ha favorito così una rimodulazione della proposta in un clima sicuramente più raccolto e mirato nella seconda fase della programmazione.

Immaginare tante proposte ‘monoporzione’ con poche persone replicate nella loro essenza in tanti spazi diversi per un dialogo quasi personale con un pubblico limitato e diffuso. Niente folle oceaniche (?) ma piccoli spot di racconto condiviso in una visione quasi privata della cultura pubblica.

Una riflessione che assume toni pacati e forse diventa suggerimento di tempo e tempi individuali prenderà il posto della sfacciata spettacolarizzazione dell’evento culturale luccicante recuperando così un significato di cultura come ricerca di senso che passi attraverso la consapevolezza e la conoscenza personale.

“Quasi a suggerire all’orecchio di chi ascolta cose che prima si immaginavano a voce alta e con colori accesi dall’entusiasmo” prosegue Guerra-Nella seconda metà di giugno ripresenteremo la nuova formula di Capitale della Cultura nella veste ‘Reloaded’ dopo averla concordata con i nostri partner dei progetti, senza rinnegare il percorso fatto in due anni di preparazione ma ripensato alla luce del periodo che stiamo vivendo. La differenza la farà lo sguardo del pubblico sicuramente diverso da quello pre epidemia, la percezione dei tanti racconti modificata dagli eventi sarà la vera imprevedibile e perciò stimolante novità”

Un’occasione unica per Parma non per delineare scenari futuri di fruizione culturale ma per attraversare il cambiamento ancora in atto unendo i fili di un racconto precedente alla pandemia con quelli dell’attuale situazione ancora sospesa e indefinita.

Un’opportunità di essere dentro alla trasformazione di un sistema di cui non conosciamo né il percorso né la meta, una specie di punto zero del quale siamo improvvisamente protagonisti che assomiglia ad una grande sfida interessante e forse gli stessi progetti pensati per il 2020 nel post Covid avranno letture personali totalmente diverse permettendo una visione critica e più costruttiva di ogni scheggia di racconto fuori dalle logiche del mero marketing culturale.

“Parma 2020 si deve chiedere se le operazioni culturali che contiene hanno ancora una capacità di parola dentro il tempo che viviamo. E questa è la sfida entusiasmante che ci aspetta” conclude l’assessore alla cultura.

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