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Grande successo del Barezzi Festival che porta Berlino al Teatro Regio con gli Apparat: ‘un vero e proprio rito moderno’

di Nicolas De Francesco


Il  Teatro Regio  è  uno di  quei  templi  che  trasmette  sensazioni  di  imponenza  e  provoca  soggezione, rappresenta  appieno la  storia  della  musica  e  i  suoi  riti,  il  luogo in cui,  dal  silenzio,  il  suono può esprimersi  ed espandersi.

Sabato  16 novembre  in un Regio  pieno di  spettatori,  Apparat  (pseudonimo  del  musicista  tedesco Sascha  Ring)  ha  saputo realizzare  ed  enfatizzare  questo stato  onirico  ed emotivo attraverso l’espressione  musicale  di  questo suo progetto  che  unisce  un’Electro-Ambient  e  beats  con strumenti della  musica  moderna  e  strumenti   classici  come  il  violoncello, il  violino  e  il  trombone.

Gli  stati  della  mente  che  si  intersecavano  all’etereità  dei  suoni  uniti  agli  strati  sovrapposti  degli arrangiamenti  e  la  tensione  che  l’ambiente  teatrale  riversava  sul  palco, hanno edificato uno spettacolo  che  non sarebbe  sbagliato  considerare  proprio come  un rito  moderno.

La  musica  e  i  suoni  sono stati  accompagnati  da  luci  e  input  visivi,  da  segmenti  di  neon strutturati intorno  ai  musicisti  (Sascha  Ring è  stato infatti  accompagnato  da  altri  4 polistrumentisti  che  si scambiavano  gli  strumenti)  andando a  sottolineare  i  passaggi  strumentali  quasi  privi  di  parole, ridotte  a  poche  frasi  evocative, lasciando libera  l’immaginazione.

Il  concerto  ha  avuto  pochissime  pause,  è  stato un flusso continuo  tra  una  scena  musicale  e  l’altra, un’atmosfera  ipnotica  in  cui  si  poteva  distinguere  e  osservare  molte  persone  oscillare  la  testa  avanti e  indietro  seguendo il  beat  e  il  mood,  trasportate  per un momento  in quella  Berlino continentale considerata  da  molti  la  capitale  mondiale  della  musica  elettronica.

Lo  spettacolo del  progetto  Apparat  (nato nel  1996), durato un’ora  e  mezza  circa,   è  sicuramente  la compiuta  sintesi  dell’idea  di  fondo che  sta  dietro  alla  formula  del  Barezzi  festival  e  del  suo direttore artistico  Giovanni  Sparano,  una  visione  lungimirante  e  creativa,  un’idea  che  come  loro  stessi descrivono:  “passa  attraverso l’utilizzo  di  luoghi  “sacri”  della  musica,  come  i  teatri  classici, per spettacoli  e  concerti  di  musica  contemporanea  e  leggera.

Nel  corso delle  sue  edizioni,  infatti, il festival  ha  confermato con successo la  sua  formula,  caratterizzata  da  qualità,  ricerca,  varietà  e internazionalità  della  proposta  riuscendo ad  attrarre  un pubblico eterogeneo per  età  e  gusti musicali”.

Lo  show  degli  Apparat  si  è  inserito  nella  seconda  serata  della  XII edizione  del  festival  che  ha  avuto tra  gli  altri  numerosi  ospiti  di  rilievo  nazionale  e  internazionale  come Echo  and the  Bunnyman, scott  Matthews, Dente,  Marcellus  Pittman  Unirhythm, Renzo  Rubino, Vasco  Brondi, Cristiano Godano, francesco  Di  Bella,  Nouvelle  Vague, J.P. Bimeni

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