E’ stata commemorata nei giorni scorsi a Roma Giovanna Tomasi, artista parmigiana e madrina del Magmatismo, prematuramente scomparsa sette anni fa.
Alla messa, celebrata nella Basilica di Santa Maria in Monte Santo in piazza del Popolo – meglio conosciuta come Chiesa degli Artisti – ha partecipato anche il Marchese Giuseppe Ferrajoli.
Giovanna Tomasi, ricordata più volte durante la funzione, può a pieno titolo essere considerata la fautrice di una nuova corrente artistica, che consiste nel “magmare” gli oggetti del vivere quotidiano, i momenti della vita, fissandoli con l’oro, l’argento e il rame, da qui il termine magmatismo, approdato nel linguaggio artistico grazie alla artista parmigiana, ma romana d’adozione.
In realtà, era cittadina del mondo e le gratificazioni arrivavano da Parigi, Montecarlo e infine dalla Capitale.
Nel 2005 Giovanna dona una sua opera a Papa Benedetto XVI e da lì il legame con Roma si è via via consolidato, tanto da diventare negli ultimi anni la sua dimora principale.
Nella Capitale organizza importanti iniziative artistico-culturali a Palazzo Ferrajoli – dove Giovanna ha anche vissuto per un certo periodo di tempo – e dove ha allestito mostre ed eventi frequentatissimi da amici, personaggi dello spettacolo e del jet set, come Elettra Marconi e il Principe Guglielmo Giovanelli, nipote del celebre fisico ed inventore.
In occasione della sua trasferta romana per partecipare alla commemorazione della figlia, Welleda Tomasi Cantù, pittrice conosciuta anche all’estero per i suoi quadri raffiguranti in particolare soggetti floreali e come ambasciatrice di arte e cultura, ha posto le basi per un nuovo importante evento che si terrebbe a marzo 2020 proprio a Palazzo Ferrajoli: una mostra antologica della pittrice nocetana per celebrare gli oltre cinquant’anni di carriera artistica, in cui saranno esposte anche alcune opere della figlia Giovanna per continuare ad esporre insieme come era già successo a Parigi in occasione di diverse edizioni di Art Capital.