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ArtLab per il Rojava-Claudio Locatelli: ‘non è una battaglia di un popolo ma dell’intero concetto di democrazia e civiltà che appartiene a tutti’


di Titti Duimio

Si è tenuta giovedì sera 24 ottobre all’ArtLab di borgo Tanzi la serata dedicata alla resistenza del Rojava e alla vittima Hevrin Khalaf trucidata nel nord della Siria durante l’offensiva turca contro le Forze Democratiche Siriane il 12 ottobre 2019.

Ha introdotto la serata il Portavoce dei curdi a Parma Serkan Xozatli.

Presente all’incontro anche Claudio Locatelli, giornalista, 32 anni bergamasco con una grande convinzione negli ideali di democrazia, giustizia e libertà “che senza praticità sarebbero solo parole. Sento l’esigenza di agire, fare qualcosa, per affermare che l’idea di mondo nella quale credo possa essere realizzabile” così Claudio Locatelli ex combattente Ypg (L’Unità di Protezione Popolare (Yekîneyên Parastina Gel in curdo) che dal 2017 a oggi ha combattuto in Siria contro l’Isis nelle Forze Democratiche Siriane per un popolo intero senza stato.

Dal 2015 la coalizione curdo-araba guidata dalle brigate Ypg del Rojava, con l’appoggio militare della Nato e le armi americane ha liberato il Nord-Est della Siria dall’Isis.

“11.000 morti abbiamo avuto per liberare non solo il nostro territorio ma il mondo intero dalla minaccia terroristica e fondamentalista dell’autoproclamatasi Califfato, per difendere i diritti di democrazia e libertà che appartengono a tutti. Con la pugnalata alle spalle di Trump ora siamo soli contro logiche di potere e di supremazie personali che niente hanno a che fare con l’odio verso il popolo curdo che è solo una scusa, ma servono per sventare una possibile svolta democratica e di giustizia sociale che il Rojave rappresenta.

Nel nostro esercito di Liberazione convivono altre etnie e altre religioni oltre i curdi che li guidano, persone libere che credono in un unica soluzione di inclusione e democrazia- continua Locatelli-

Le donne hanno un ruolo fondamentale nella nostra causa e rappresentano i diritti di tutte le donne del mondo, sono per noi un esempio e una bandiera della nostra idea di democrazia contro l’oscurantismo medievale dei fondamentalisti e spesso, come nel caso di Hevrin Kalef diventano vittime simboliche delle milizie filoturche e le bande dell’Isis che le appoggiano per attuare il terrore e impedire la diffusione di una cultura democratica che noi siamo riusciti a costruire in una delle zone più calde e conflittuali del mondo”

Dal 2011, nel contesto della Primavera araba, il popolo curdo e gli altri popoli che abitano la Siria del Nord hanno preso il controllo della regione settentrionale della Siria conosciuta come Rojava attraverso una nuova forma di organizzazione chiamata Confederalismo Democratico, secondo i cui le istituzioni politiche e sociali sono governate secondo il principio del municipalismo (generalmente un uomo e una donna ndr), attraverso il quale le città, i quartieri e le varie istituzioni seguono il principio della partecipazione comunitaria.

E ancora Claudio racconta dell’uscita silenziosa delle truppe americane dalla zona di confine imposta da Trump alla quale ha assistito di persona osservando i militari a testa bassa circondati da lancio di pomodori senza nemmeno provare a opporsi con un cordone di sicurezza consapevoli che nessuno avrebbe mai fatto loro del male, o forse in gesto di doveroso e consapevole rispetto.

“I motivi di questa guerra verso un popolo o meglio verso un sistema sociale vengono da lontano ma si sono acuiti recentemente con l’ascesa di Erdogan in Turchia,dopo il tentato golpe del 2016, che ha bisogno di affermarsi all’interno del suo popolo come uomo forte e all’esterno come guida per l’intero territorio e il caos gioca a suo favore- prosegue Locatelli-la pace può esistere solo con la giustizia e combattere per una pace giusta è il mio modo per dirlo.

Ora la situazione è tragica e non si può dire che è finita con questa tregua sofferta e violata. Siamo stati costretti a un accordo militare con la Turchia e con la Russia ma davvero l’alternativa era far massacrare un intero popolo? E credete che se ci chiedessero di eliminare il nostro modello sociale noi lo faremmo senza ricominciare a combattere? Perché questo stanno per chiederci: di sparire. Poche ore fa i turchi hanno colpito una base Ypg destabilizzando lo stesso accordo fatto per tentare di darci la colpa e attaccarci per distruggerci.”

Conclude con un’amara considerazione Claudio il combattente giornalista che ci ha raccontato nel suo libro ‘Nessuna resa’ la liberazione di Raqqa dall’oppressione fondamentalista, “manca un’Europa che appoggi i nostri diritti che sono poi gli stessi del mondo libero, la Francia che proclama la sua vicinanza al popolo curdo ogni giorno, ha 200 uomini a 15 km a sud e non li ha mossi di un metro verso di noi per affiancarci e dare un segnale di presenza in nostro favore. In realtà c’è in gioco qualcosa di molto più grosso di noi sullo scacchiere europeo”

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