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‘E state nel borghetto’: prosegue la rassegna letteraria di Diari di Bordo con due giovani autori a confronto

Venerdì 12 Luglio alle ore 19.00 ai Diari di Parma per la Rassegna Estiva ” E… state nel Borghetto” i giovanissimi autori Valentina Di Cesare e Giovanni Irimia presentano i loro libri, facendoli dialogare tra loro.

“L’anno che Bartolo decise di morire” di Valentina Di Cesare, edito da Arkadia, è una storia che racconta il confine in cui può finire l’amicizia e iniziare la solitudine. Bartolo, il protagonista, è un uomo buono, empatico, partecipe della vita dei suoi amici cui è legato fin dall’infanzia. Soffre di una depressione latente che a poco a poco degenera nel caos delle emozioni, ma per pudore non riesce a parlarne con nessuno degli amici, attendendo forse che qualcuno di loro si accorga della sua sofferenza. Gli amici di sempre, una carrellata di personaggi ineffabili, a volte superficiali, a volte disperati – e, su tutti, anche un vecchio maestro che con il suo cinismo e la sua sapienza ci fa sorridere – sono presi a loro volta dai propri problemi, sembrano non occuparsi di lui e minimizzano i suoi comportamenti. Lucio è l’unico amico che si rende conto del disagio di Bartolo, ma alla fine prenderà una decisione estrema e incomprensibile riguardo alla sua vita. Quando questo accadrà, Bartolo sarà pieno di dubbi e sensi di colpa. In questo romanzo, Valentina Di Cesare ci parla della precarietà delle relazioni, della fine delle illusioni, dell’individualismo, dell’incapacità di vedere gli altri, di ascoltare chi grida di dolore.

“L’Amata Gabbia” di Giovanni Irimia, edito da Epika edizioni è un libro di poesie racconti in cui si parla dell’avere vent’anni e andare a fuoco e bruciare di passione. L’amata gabbia parla del fuoco giovanile, della passione fumante, della “ricerca, folle ricerca”. Il dolore familiare e quello famigliare, i vent’anni che si erano promessi splendidi e non hanno mantenuto. Parla della fame di mondo, della resistenza alla cementificazione del prossimo. Versi incisivi e visivi tramutano le frustrazioni in veicolo per scandagliare gli abissi dove si annidano le delusioni, e fanno de L’amata gabbia un posto dove queste dolenze vengono accettate e perdonate, prima che scolorino svanendo in un altro futuro. Ricordi cosa vuol dire avere vent’anni?

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