Home » Cultura&Spettacoli » 6 aprile-Al Teatro al Parco: Davide Enia, le migrazioni viste dall’abisso

6 aprile-Al Teatro al Parco: Davide Enia, le migrazioni viste dall’abisso

Davide Enia, autore-attore tra i maggiori della scena italiana, premiato con tutti i maggiori riconoscimenti del teatro, torna a Parma, al Teatro al Parco, col suo nuovo spettacolo che racconta le contraddizioni del presente con il suo linguaggio inconfondibile, che rinnova l’arte del cunto, arcaica forma di racconto in dialetto siciliano, intrecciando parole, suoni, ritmi, gesti, silenzi.

«L’abisso», in programma sabato 6 aprile alle 21 nell’ambito di «Serata al Parco», la stagione di teatro contemporaneo del Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti, è scritto e interpretato dallo stesso Enia, in dialogo con la chitarra del musicista Giulio Barocchieri, ed è tratto dal romanzo di Enia «Appunti per un naufragio», edito da Sellerio e vincitore del Premio Mondello 2018.

Dopo lo spettacolo Enia incontra il pubblico, conduce Martina Giuffré, docente di Antropologia culturale all’Università di Parma.

Al centro c’è il dramma degli sbarchi dei migranti a Lampedusa, che attraverso le parole dei testimoni diretti, pescatori, personale della Guardia Costiera, medici, volontari, sommozzatori, è ricreato e riplasmato da Enia fino ad assumere i contorni grandiosi e commoventi di un’epopea universale, di una lotta antica come la Storia.

“Il primo sbarco l’ho visto a Lampedusa assieme a mio padre. Approdarono al molo in tantissimi, ragazzi e bambine, per lo più. Io ero senza parole. Era la Storia quella che ci era accaduta davanti. La Storia che si studia nei libri e che riempie le pellicole dei film e dei documentari – spiega Davide Enia – Ho trascorso molto tempo sull’isola per provare a costruire un dialogo con i testimoni diretti: i pescatori e il personale della Guardia Costiera, i residenti e i medici, i volontari e i sommozzatori”.

“Rispetto al materiale che avevo precedentemente studiato – continua Davide Enia – in quello che stavo reperendo di persona c’era una netta differenza: durante i nostri incontri si parlava in dialetto. Si nominavano i sentimenti e le angosce, le speranze e i traumi secondo la lingua della culla, usandone suoni e simboli. In più, ero in grado di comprendere i silenzi tra le sillabe, il vuoto improvviso che frantumava la frase consegnando il senso a una oltranza indicibile. In questa assenza di parole, in fondo, ci sono cresciuto. Nel Sud, lo sguardo e il gesto sono narrativi e, in Sicilia, «‘a megghiu parola è chìdda ca ‘un si dice», la miglior parola è quella che non si pronuncia.”

“Quanto sta accadendo a Lampedusa – conclude Enia – non è soltanto il punto di incontro tra geografie e culture differenti. È per davvero un ponte tra periodi storici diversi, il mondo come l’abbiamo conosciuto fino a oggi e quello che potrà essere domani. Sta già cambiando tutto. E sta cambiando da più di un quarto di secolo”.

I biglietti si acquistano sul circuito Vivaticket. Informazioni 0521 992044, www.solaresdellearti.it/teatrodellebriciole.

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*