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One Billion Rising a Parma: la rivoluzione a passi di danza contro la violenza sulle donne

di Titti Duimio 

Per il terzo anno consecutivo torna One Billion Rising, il flash mob internazionale ideato dalla drammaturga e poetessa Eve Ensler.

Le Nazioni Unite stimano che una donna su tre sul pianeta sarà picchiata o stuprata nel corso della vita: questo significa un miliardo di donne e bambine vittime di abusi.

La campagna One Billion Rising invita a insorgere contro la violenza con l’atto liberatorio della danza.

Se il tema scelto l’anno scorso era quello della giustizia, la parola d’ordine della campagna di quest’anno è ancora più evocativa: rivoluzione.

Piu’ di 50 città italiane e un miliardo di persone in tutto il mondo fra il 14 e il 17 febbraio partecipano a One Billion Rising, considerato dal 2013 un punto di riferimento nella battaglia contro la violenza su donne e bambine.

A Parma in piazza Garibaldi sono intervenute l’Associazione Centro Antiviolenza con la sua presidente Samuela Frigeri e il gruppo teatrale al femminile V-Day, recentemente rinnovato, che porta in scena tra Reggio Emilia e Parma ‘I Monologhi della vagina’ pièce provocatoria di Eve Ensler da sempre impegnata nella lotta contro la violenza di genere. 

Il ricavato delle rappresentazioni viene devoluto ad associazioni e programmi che assistono le donne vittime di violenza.

Durante la manifestazione sono stati letti dalle attrici del V-Day di Reggio Emilia-Parma brani della Ensler e altre poesie che ben rappresentano il messaggio di denuncia dell’iniziativa.

“La mia rivoluzione inizia nel corpo”

 

di Eve Ensler

La mia rivoluzione inizia nel corpo

Non aspetta più

La mia rivoluzione non ha bisogno di approvazione o permesso.

Succede perché deve succedere in ogni quartiere, villaggio, città

nei raduni delle tribù, tra i compagni di studio, tra le donne al mercato, sull’autobus.

Può essere graduale e morbida.

Può essere spontanea e rumorosa.

Potrebbe essere già in atto.

La potresti trovare nel tuo armadio, nei tuoi cassetti, nel tuo stomaco, nelle tue gambe, nel moltiplicarsi delle tue cellule, nella nuda bocca di capezzoli turgidi e seni prorompenti.

La mia rivoluzione cresce insaziabile al ritmo di tamburi tra le mie gambe.

La mia rivoluzione è disposta a morire per questo.

La mia rivoluzione è pronta a vivere in grande.

La mia rivoluzione sta rovesciando quello stato mentale chiamato patriarcato.

La mia rivoluzione non avrà una coreografia anche se comincerà con alcuni passi familiari.

La mia rivoluzione non è violenta ma non arretra davanti al ciglio pericoloso di dimostrazioni forti di resistenza che potrebbero farla scivolare in qualcosa di nuovo.

La mia rivoluzione è in questo corpo

In questi fianchi atrofizzati dalla misoginia.

In questa mandibola messa a tacere dalla fame e dall’atrocità.

La mia rivoluzione è Connessione non consumo Passione non profitto

Orgasmo non possesso.

La mia rivoluzione è della terra e verrà da lei.

Per lei, grazie a lei.

La mia rivoluzione sa che ogni volta che scaviamo o trivelliamo o bruciamo o violiamo gli strati della sua sacralità

violiamo l’anima del nostro futuro.

La mia rivoluzione non si vergogna di premere il mio corpo giù

Sul suo suolo fangoso davanti a

Baniani, Cipressi, Pini, Kalyaan, Querce, Castagni, Gelsi, Sequoie, Sicomori.

Di inchinarsi senza vergogna ad uccelli giallo fosforescente e tramonti rosa e blu, a buganvillee viola da far scoppiare il cuore e mari verde acqua.

La mia rivoluzione bacia con gioia i piedi di madri ed infermiere e cameriere e donne delle pulizie e bambinaie.

E guaritrici e tutte coloro che sono vita e danno vita.

La mia rivoluzione è in ginocchio

Sulle mie ginocchia davanti ad ogni cosa sacra

E a coloro che portano fardelli creati dall’impero sulle loro teste e sulle loro schiene e nei loro cuori.

La mia rivoluzione richiede abbandono.

Si aspetta l’originale

Si affida a piantagrane, anarchici, poeti, sciamani, veggenti, esploratori del sesso.

Prestigiatori, viaggiatori mistici, funamboli e coloro che vanno troppo lontano e sentono troppo.

La mia rivoluzione arriva inaspettata

Non è ingenua ma crede nei miracoli

Non può essere classificata, definita, marchiata o perfino collocata.

Offre profezie non ricette.

E’ determinata da mistero e gioia estatica. Richiede ascolto.

Non è centralizzata anche se tutte sappiamo dove stiamo andando.

Avviene gradualmente e all’improvviso.

Avviene dove vivi e ovunque

Capisce che le divisioni sono diversioni.

Richiede di stare seduta immobile e fissare a fondo i miei occhi.

Andare avanti.

Traduzione a cura di Sasha Arlorio

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