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Per la rassegna Incontro alla cultura Maurizio Chierici: il giornalismo è libero quando non insegue l’audience ma l’intelligenza

di Titti Duimio

Secondo incontro della rassegna ‘Incontro alla cultura’,promossa da Intesa San Martino nell’ambito di ‘Febbraio Italiano’ alla Biblioteca Sociale ‘Roberta Venturini’ in Via Venezia, il 12 febbraio che ha visto Maurizio Chierici  dialogare con Pasquale Ancona di Parmateneo.

Per 30 anni come inviato del Corriere della Sera Chierici ha raccontato tutte le guerre: dal Vietnam all’America Latina, dalla Cina al Medio Oriente, ha conosciuto e intervistato tutti i protagonisti della storia recente da Arafat a Gabriel Garcia Marquez ma anche tanti uomini e donne incontrati durante i suoi viaggi di cui ha tracciato profili senza giudizi, raccontando il bene e il male di ogni conflitto, in perenne ascolto senza mai sposare una verità come solo un giornalista veramente libero sa fare “perché la realtà è sempre complicata” dice.

Uscito dal Corriere affianca Padellaro nella nuova Unità che dopo il fallimento viene comprata dalla famiglia Agnelli e infine al Fatto Quotidiano per breve tempo fino a quando nella sua rubrica descrive Luigi di Maio come “un uomo che sorride come un sottosegretario democristiano del sud degli anni ‘60” e Marco Travaglio gli chiede di non occuparsi più di politica interna ma solo estera e Chierici, da uomo libero, rassegna le sue dimissioni. Attualmente collabora con diversi progetti editoriali anche online anche se si definisce ‘un uomo di carta’.

“Il giornalismo si può insegnare o si impara facendo?” chiede Ancona in apertura d’incontro.

“Io ho imparato sul campo.Ho iniziato qui a Parma, alla Gazzetta poi sono passato al Giorno di Milano che può essere considerato il ‘nonno’ di Repubblica e poi al Corriere. Fare l’inviato di guerra significava studiare, leggere, informarsi su tutto quello che riguardava il paese interessato, non c’era internet e solo ascoltando le diverse voci si riusciva a raccogliere notizie per raccontare una storia e dare notizie.

Allora, forse, si era più liberi perché si poteva inventare.

Oggi con la quantità di informazioni quotidiane si può solo descrivere le opinioni perché i fatti si sanno già.

Prima la televisione e ora i social hanno cambiato il linguaggio: velocità, superficialità e poco approfondimento bruciano anche tanti talenti che si adeguano al nuovo trend.Non si insegue più l’intelligenza ma l’audience e ne sono responsabili tutti, soprattutto gli editori. Anche in televisione non pensano ai giovani che saranno la classe dirigente di questo paese e nelle fasce orarie di maggior ascolto propinano talk show fatto da personaggi che interpretano una parte, come i caratteristi di un tempo, sempre uguali a se stessi a ripetere un copione. Le belle trasmissioni esistono ma in orari improbabili non accessibili ai giovani che studiano.”

Racconta della sua amicizia con Enzo Biagi, Sergio Zavoli, Furio Colombo, Dino Buzzati, le maggiori firme del giornalismo e i grandi editori delle testate nazionali, del suo ingresso al Giorno, dei suoi libri e del clima di entusiasmante euforia degli anni del boom economico in cui la carta stampata cresceva insieme al benessere socio economico ma anche culturale del paese.

Chierici è un pezzo della storia culturale italiana che dopo 60 anni di giornalismo è ancora nell’ascolto del presente per tentare di capire o perlomeno di raccontare storie e realtà di un’Italia diversa dalla sua con la stessa lucida analisi di giornalista libero “Il futuro? Non lo indago tanto io il futuro, non posso parlare di quello che non conosco” e questo forse basterebbe come lezione di un giornalista che si definisce un ’uomo di carta’ fuori dalla logica frenetica del dire e apparire che sembra, a parer suo, aver contaminato l’informazione contemporanea costretta a ritornare a inventare per colpire i lettori.

Il prossimo appuntamento della rassegna ‘Incontro alla cultura-La professione del giornalista svolta sul campo’ organizzata da Intesa San Martino avrà luogo Martedi’ 19 febbraio, sempre negli spazi della Biblioteca Roberta Venturini di via Venezia 123, e vedrà protagonista Gabriele Balestrazzi.

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