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“L’esperimento”di ingegneria sociale che è il Movimento 5 stelle: il giornalista Iacoboni a Parma

di Titti Duimio e Arianna Belloli 

Giornalista ‘scomodo’ de La Stampa con il vizio delle inchieste sui politici potenti, Iacoboni è in cima alla lista degli sgraditi ai 5stelle tanto da non essere ammesso alla Convention del movimento di questa primavera a Ivrea sollevando un caso nazionale sull’avversione pentastellata alle critiche giornalistiche confermata poi dalle recenti affermazioni del numero 1 e 2 del movimento (Di Maio e Di Battista).

Jacopo Iacoboni ha presentato il 14 dicembre alla Corale Verdi di Parma il suo ultimo libro edito Laterza, nel quale ripercorre con dovizia di particolari un esprimento sociale, che nasce dallo studio dell’intranet, antipodo dei social di oggi. Frutto del genio di un programmatore informatico. Esperimento che oggi conosciamo come Movimento 5 stelle. Origini e ascesa di un movimento politico che sembra creato a tavolino, secondo l’autore, grazie a importanti lezioni di dinamiche di marketing intuite dai fondatori.

L’iniziativa è stata promossa dalla Associazione di Cultura Politica LibertàEguale di Parma per il ciclo “Idee per le riforme- incontri con l’autore”. Ad introdurre l’autore, Massimo Pinardi, responsabile del circolo di LibertàEguale di Parma, Domenico Cacopardo, editorialista e Alessandro Riccomini, Ceo di Aicod-Azienda per l’informazione e la comunicazione digitale.

Nel suo libro Iacoboni racconta la parabola di un’operazione che risponde alle regole di una comunicazione basata su esperimenti di ingegneria sociale messa a punto da Gianroberto Casaleggio dagli anni ‘90 nella sua prima società Webegg, azienda di ricerca, sviluppo tecnologico e consulenza informatica, per formare e distribuire il consenso. Un Casaleggio dalla carriera prodigiosa quello descritto nell’inchiesta. Il programmatore informatico, mancato laureato in Fisica, raggiunge anche colossi come Olivetti. Un uomo che dimostra intuito illuminato ma che viene descritto dai suoi ex stretti collaboratori come un leader dai contorni oscuri. Un uomo taciturno e schivo ma che riesce a crearsi un team di fedeli professionisti che lo seguiranno anche nella fondazione della Casaleggio Associati, e che poi saranno il dietro le quinte del Movimento 5 stelle.

 

L’idea vincente è stata quella di costruire un sistema di reti attraverso le quali veicolare opinioni che diventavano consenso all’interno di gruppi aziendali usati come test. – spiega Iacoboni- La nascita dei social network nel 2005/2006 ha poi favorito rapidamente la diffusione di questo strumento di costruzione della cosiddetta ‘valanga di consenso’. Il metodo era molto semplice: un membro del gruppo funzionale Intranet lancia la discussione su un tema, un altro membro risponde con una posizione contrastante, poi altri due membri prendono le parti del primo. Un po’ alla volta i normali dipendenti prendevano le parti del primo creando il consenso pilotato apparentemente in forma democratica”. Dinamiche che l’autore ritiene siano state usate anche per accrescere il nuovo movimento che, sulla carta, si descrive come espressione della democrazia partecipata che parte dal basso, ma che “viene controllato in realtà da una srl dall’alto”.

Il M5S per Iacoboni è un “tool: uno scheletro, una forma, non un contenuto. Perchè trova le sue idee e le sue proposte seguendo degli algoritmi che dicono come la pensa la gente. Se scoprissero dai loro sondaggi e analisi che agli italiani piacciono gli immigrati, non mi stupirei che il M5s cambiasse completamente opinione sulle politiche di accoglienza”.  Secondo l’autore, il principio dell’uno vale uno, forse era da intendere come interscambiabilità delle pedine e non in modo anarchico e orizzontale.  Casaleggio si sarebbe infatti circondato di persone fedeli, più che brave. E conseguenza di questa dinamica sono i dossieraggi ed espulsioni effettuate spesso con due pesi e due misure e denunciati a più riprese dagli ex grillini. Ma Icoboni nel suo libro parla anche di pseudo tutela dei dati degli iscritti quando i dati sono oro nero, perché è da quei dati che si può conoscere chi è parte organica di quella comunità, o chi magari è ancora indeciso.Poi la sicurezza della piattaforma Rousseau, “facilmente penetrabile” e i rusultati del voto, potenzialmente hackerabili, non solo dagli intrusi dall’esterno. Il punto di forza del M5s, per Iacoboni, è l’aver costruito un nocciolo di elettori totalmente impermeabili al reale. E Beppe Grillo è stato, per Casaleggio, il tester, il paziente zero del virus dell’esperimento.

Una vicenda grottesca che potrebbe essere la trama di un intricato sci-fi, come quelli che piacevano tanto a Gianroberto Casaleggio, ma invece nascondono una verità. Denuncia dinamiche che non si possono sottovalutare ma che tuttavia mancano della prova più interessante: il movente che ha spinto Casaleggio a creare questo l’esperimento, che assume per l’autore i contorni del crimine. Un movente che forse rimarrà nella tomba.

“Quel che è certo -conclude Iacoboni- è che si tratta di una macchina in piena corsa guidata da Di Maio, ma le chiavi sono ancora saldamente in mano alla Casaleggio Associati“.

 

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