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I Castelli delle Donne: un tour tra Parma Reggio e Piacenza

Storie di grandi donne che hanno lasciato il segno, in un viaggio speciale tra i più bei castelli del territorio di Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Con Destinazione Turistica Emilia.

 

Viaggiare in Emilia è come immergersi nella vita e nelle intriganti vicende di corte di imponenti castelli e dimore storiche, perfettamente conservati e valorizzati, concentrati nel territorio compreso tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Luoghi affascinanti, che svettano nei borghi antichi, su eleganti rocce o circondati da boschi ed eleganti giardini, e che narrano gli eventi di grandi donne, le quali dal Medioevo all’età moderna hanno segnato la storia. Con Destinazione Turistica Emilia, nuovo ente pubblico di promo-commercializzazione turistica dell’area delle tre province, si vive un coinvolgente viaggio nei Castelli delle Donne (www.icastellidelledonne.it). Alcuni fanno parte anche del circuito dei Castelli del Ducato – www.castellidelducato.it -, mentre in particolare nel piacentino spiccano le figure femminili del Castello di San Pietro in Cerro e del Castello di Vigoleno. «Destinazione Turistica Emilia – afferma la Presidente Natalia Maramotti – comprende 50 rocche, castelli, dimore storiche di età diverse, dal Castello di Canossa degli anni 1000 a quello di Torrechiara, teatro del film Ladyhawke».

La storia di alcuni dei più affascinanti Castelli delle Donne del territorio di Reggio Emilia è legata ad una delle protagoniste più rilevanti del Medioevo italiano, Matilde di Canossa, potente feudataria vicina al Papato nel periodo della lotta per le investiture. Riuscì a dominare un ampio territorio che comprendeva la Lombardia, l’Emilia, la Romagna, la Toscana, in un tempo in cui le donne erano considerate di rango inferiore. Il cuore del suo dominio era Canossa, sull’Appennino di Reggio Emilia. Oggi in questo luogo si possono visitare i ruderi del Castello di Canossa, dove l’imperatore Enrico IV ottenne la revoca della scomunica dal pontefice Gregorio VII, una riconciliazione per la quale Matilde fu importante. Di qui il detto “andare a Canossa”.

Anche la Rocca di Reggiolo (RE), nel centro storico del paese, sorta intorno all’antica torre medievale e circondata da mura di cinta di 40 metri, fu abitata da Matilde. Un’altra dimora legata alla sua figura è il Castello di Bianello (RE), immerso nel bosco, casa di sua madre Beatrice di Lorena, principessa di stirpe reale, e luogo in cui Matilde fu incoronata vice regina d’Italia dall’imperatore Enrico V. Fu lei ad acquistarlo nel 1044, dominando con il secondo marito, il duca Goffredo di Lorena, un vasto territorio, divenendo una delle donne più potenti della sua epoca.

Accanto alla rupe di Canossa c’è, inoltre, la Roccaforte di Rossena con la torre di Rossenella, che si erge su uno sperone roccioso. Una leggenda lo lega alla storia di Everelina, figlia di un vassallo di Matilde, che per evitare le nozze con un uomo che non amava, si getto dal dirupo. Il maniero più amato da Matilde di Canossa, invece, è il Castello di Carpineti (RE), il più alto tra le fortezze appenniniche. Domina la valle del Secchia con il mastio e una triplice cinta di mura.

Nel comune di Casina (RE) svetta il Castello di Sarzano, dalle origini medievali, ma restaurato negli anni Novanta per riportarne in auge l’aspetto seicentesco. La sua storia è antichissima, ma particolarmente legata a Maria Bertolani Del Rio, scienziata e storica della fine dell’Ottocento, che per prima studiò il maniero. Fu lei, inoltre, a dare vita alla creazione di manufatti di pregio, che tuttora identificano l’Ars Canusiana, il raffinato artigianato artistico dell’Emilia, a cui è dedicata una sala al primo piano del mastio.

Sulle prime colline dell’Appennino parmense si può ammirare la Rocca Sanvitale di Sala Baganza (PR), maniero in cui rivivere le vicende di Maria Luigia, moglie di Napoleone, imperatrice dei francesi e duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla, che vi abitò con i suoi due figli nell’Ottocento. Il castello fu molto importante per il sistema difensivo locale già tra il ‘400 e il ‘500. Nelle sue sale oggi si possono scoprire preziosi affreschi e decorazioni cinquecentesche e settecentesche; nelle cantine invece c’è il Museo del Vino ed intorno il Giardino farnesiano.

Il Castello di Torrechiara, romantico maniero quattrocentesco dai tratti medievali e rinascimentali spicca sulla cima di un colle roccioso panoramico alle porte della Val Parma, nel territorio di Langhirano (PR). Fu costruito da Pier Maria Rossi per la sua amata Bianca Pellegrini, la cui storia d’amore è celebrata dalla “Camera d’Oro” attribuita a Benedetto Bembo, in cui sono raffigurati tutti i castelli del feudo.

A Barbara Sanseverino, moglie di Giberto Sanvitale, signore di Sala Baganza, si deve il raffinato giardino all’italiana della Reggia di Colorno (PR), con i suoi giochi d’acqua, aiuole fiorite, statue e scenografiche fontane. Fu una donna colta e una collezionista d’arte: impreziosì il palazzo, infatti, di opere di Tiziano, Correggio, Parmigianino e di una particolare raccolta di cammei antichi.

Nel piacentino, il Castello di San Pietro in Cerro (PC), dall’impianto rettangolare, 30 sale decorate ed arredate, l’elegante corte quadrata interna e il grande giardino, deve la sua bellezza al contributo di 3 contesse. Maddalena Dolzani fu la donna che sposando Bartolomeo Barattieri nel 1421 portò in dote i terreni con sopra la torre di guardia, che poi furono inglobati nel maniero. Nel Cinquecento fu Bianca Maria Scotti ad abitare il castello: l’unione della sua famiglia con quella dei Barattieri è sugellata nel fregio del salone rosa. Nel XIX secolo, invece, fu la contessa Maria Teresa Zangrandi a lasciare il segno a San Pietro in Cerro. A lei si deve probabilmente il ciclo pittorico del salone d’onore del castello, firmato con il possibile pseudonimo Leonardo Hernani Magu. La contessa ha lasciato diverse opere in raccolte private e alla Galleria d’arte moderna Ricci Oddi. Dall’importante sensibilità artistica era anche Maria Ruspoli Gramont, principessa del Castello di Vigoleno. Un maniero austero che si erge a Vernasca (PC) e domina le colline emiliane, conservando un borgo fortificato medievale di particolare bellezza, certificato tra i Borghi più Belli d’Italia. Maria Ruspoli Gramont trasformò il castello nel Novecento in un salotto d’arte e di mondanità, luogo di incontro per artisti come Max Ernst che qui dipinse “La foresta imbalsamata” e scrittori come Gabriele D’Annunzio.

 

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