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23 giugno- La mostra “Vittorio parisi. Un ponte tra arte e natura” alla Galleria Sant’Andrea

Sabato 23 giugno alle ore 17 presso la Galleria Sant’Andrea, situata nel centro di Parma in via Cavestro, si terrà l’inaugurazione della mostra “VITTORIO PARISI. UN PONTE TRA ARTE E NATURA”, promossa dall’associazione U.C.A.I. di Parma con il patrocinio del Comune di Parma,dell’Università di Parma e della Diocesi di Parma.

L’associazione U.C.A.I. di Parma ha scelto di organizzare una mostra personale dedicata a Vittorio Parisi, curata da Annalisa Mombelli, con il fine di valorizzare non solo lo scienziato e l’artista ma soprattutto l’uomo che ha saputo cogliere la bellezza della Natura e rappresentarla con profonde sfaccettature.

L’esposizione intende far conoscere alla cittadinanza sia la ricchezza umana di Parisi, che ha dedicato la sua vita alla salvaguardia dell’ambiente, sia quella artistica rimasta forse più celata.

L’insieme delle opere che saranno esposte, molte inedite, coinvolge un lungo periodo storico a partire dall’età giovanile vissuta a Milano fino ad oggi, in cui si possono identificare tre momenti principali. L’assessora alle Politiche Ambientali del Comune di Parma alla conferenza stampa di presentazione ha sottolineato come “L’esposizione rappresenterà i due aspetti della vita di Vittorio Parisi: quella di scienziato e di artista. Non c’è divisione tra questi due mondi che parlano della stessa cosa.” Annalisa Mombelli ha raccontato come la mostra sia nata in maniera spontanea, con uno scambio di libri e cataloghi perché Parisi e un visitatore abituale della Galleria S. Andrea. “I suoi disegni raccontano del suo spirito di ricerca e di una visione di poetica leggerezza dove in paesaggi naturalistici si inseriscono elementi dell’invasione antropica nell’ambiente.”

 

La mostra, ad ingresso libero, resterà aperta al pubblico fino al 5 luglio con il seguente orario: da martedì a sabato dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19, la domenica dalle 16 alle 19.

Una prima fase che raccoglie una serie di disegni ad acquarello compatto (stesura densa e piena del colore) realizzati ancora da studente a Milano tra gli anni Cinquanta e Sessanta, in cui i soggetti sono ritratti di donne e uomini resi con intensi giochi di chiaroscuro e potente espressività, frutto di incontri anche casuali o di momenti colti con l’ istinto e immediatezza di un abile osservatore, in pennellate di colore denso e compatto.

Una seconda fase tra gli anni Settanta e Ottanta in cui si apre al gioco della pittura in paesaggi sia urbani sia naturali in cui l’umanità, simbolicamente rappresentata da un gruppo di uomini come in processione resi di profilo o di schiena come piccoli esseri o scure ombre, è collocata in un contesto dai risvolti a volte drammatici o in altri più rasserenanti. Probabilmente è il periodo in cui Parisi sviluppa la sua sensibilità ecologista alla ricerca di rapporti virtuosi tra uomo e natura, non solo nei suoi studi e ricerche ma anche attraverso l’arte.  A questo periodo risalgono anche la serie di dipinti in cui inserisce come dei lunghi “graffi”, ossia linee rette verticali ed oblique che si intersecano nello stesso punto, sempre in paesaggi dai toni simbolici. Questo motivo del fascio di segni rigidi è da collegarsi alla scoperta dell’etologo Desmond Morris: diversi Primati, ad esempio i Gorilla, hanno capacità creativa ed un motivo ricorrente nei loro “lavori” è appunto il fascio di tratti che, forse, ricorda il loro modo di costruzione del giaciglio per riposare.

Una terza parte è dedicata infine al disegno naturalistico legato strettamente agli ultimi anni in cui, alla ricerca del modo migliore per raffigurare semi e frutti, Parisi ha scoperto il fascino di un particolare inchiostro, il Rosso India. Come egli stesso ha dichiarato “il disegnare per un naturalista fa parte del suo mestiere molto più della fotografia, poiché permette di mettere in evidenza particolari, caratteri degli oggetti naturali che sta studiando”. I suoi disegni non sono documentazioni grafiche o scolastiche ma interpretazioni delicate e fantasiose del rapporto che si crea tra quell’oggetto e lo scienziato-artista mentre lo rielabora sulla carta, rendendo protagonista e ricco di fascino anche  quell’ infinitamente piccolo che in natura esiste.

L’ allestimento seguirà questa suddivisione cronologica per aree, partendo dall’ingresso con le opere d’età giovanile e continuando progressivamente per temi e periodi, collocando infine nella zona più ristretta dello spazio della ex chiesa in prossimità dell’altare la serie di disegni naturalistici di semi e frutti, piante, animali ed insetti, raccolte anche in alcuni volumi-taccuini accanto ai quali saranno anche esposti alcuni attrezzi da lavoro scientifici come microscopi (di proprietà privata concessi in prestito) per ricreare l’ambientazione di uno studio.

“ Sono due le immagini che voglio richiamare” Ha detto Vittorio Parisi “Il seme e Pinocchio. Il seme che racconta come accanto al tempo ci sia un orologio di eventi. Pinocchio che racconta con la sua storia il flusso spirituale che si riconosce nelle cose. L’artista con la sua carica empatica può tirare fuori meravigliose architetture e la spiritualità commovente degli oggetti. Qualcosa che non è dimostrabile e che però esemplifica la spiritualità di cui è permeato l’Universo”.

Biografia

Vittorio Parisi, nato a Milano nel 1936, vive a Parma dal 1970.

Professore ordinario di Zoologia della Facoltà di Scienze dell’ Università di Parma, è stato Presidente del Corso di Scienze Naturali e rifondatore del Museo di Storia Naturale che ha diretto per trent’anni. In stretto rapporto con il lungo e intenso lavoro didattico e di ricerca, si è impegnato nella politica ambientale. Ha ricoperto la carica di Presidente del primo Parco Naturale della Regione Emilia-Romagna. È stato Senatore della Repubblica (11° Legislatura). È autore di sette volumi di argomento naturalistico e di oltre centoventi articoli scientifici. Ha svolto il proprio lavoro di ricerca nel campo della filogenesi e del comportamento animale, dedicandosi in particolare a studi sul popolamento animale del suolo.

Nel mese di ottobre 2017 gli è stato conferito il premio internazionale di Ecologia Umana, promosso dall’Abbazia di Spineto (Siena), luogo particolarmente caro al docente.

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