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Barre Phillips ed Evan Parker aprono il ParmaJazz Frontiere Festival 2017: il 26 e 27 ottobre

Saranno Evan Parker al sassofono e Barre Phillips al contrabbasso ad aprire la XXII edizione del ParmaJazz Frontiere Festival, che quest’anno prende come  sottotitolo  Forme sonore, schiuse avventure. Una tre giorni dedicata alla grande improvvisazione che prenderà l’avvio giovedì 26 alle 10.00 con una masterclass di Barre Phillips con i ragazzi del Conservatorio Arrigo Boito. Venerdì 27 Barre Phillips salirà sul palco del Teatro Farnese (ore 19.00) con Evan Parker per un momento di grande musica. Infine, sabato 28 Ottobre alle 18:00 presso l’Associazione Remo Gaibazzi, Barre Phillips tornerà ad incontrare il proprio pubblico per raccontare come l’improvvisazione possa essere un magico trait d’union tra la musica e le altre discipline, artistiche o scientifiche. E’ questo, infatti, l’argomento principale a cui si dedicano le attività del CEPI (Centre Européen Pour L’Improvisation), organizzazione no-profit con sede in Provenza fondata appunto da Barre Phillips. L’incontro sarà una presentazione della Fondazione, sui suoi principi ed obiettivi, e sarà condotto da Roberto Bonati.
Sull’improvvisazione…

Evan Parker: «L’idea di avere un “suono” è sempre stata una parte fondamentale della mia musica, ma nella libera improvvisazione tutto è in funzione di una reinvenzione, compreso il concetto stesso di “reinvenzione”! In altre parole, ci sono situazioni in cui il mio “suono” è solo uno degli elementi con i quali contribuisco al dialogo musicale, e magari neanche il principale, ma ce ne sono altre nelle quali il mio suono è l’unico elemento necessario. Forse la chiave è avere un “bagaglio” espressivo e tecnico dal quale trarre i giusti elementi al momento giusto. Alcuni musicisti con i quali ti trovi a collaborare non sono molto aperti alla reinvenzione, altri invece sono molto flessibili: in questo senso si tratta davvero di un lavoro “site-specific”, come direbbero i nostri colleghi del mondo dell’arte.» (liberamente tratto da: James Saunders “The Ashgate Research Companion to Experimental Music”, Ashgate Publishing, 2009).

Barre Phillips: «Suonare musica improvvisata significa seguire ciò che l’orecchio mi dice di suonare e, in questo, il mio contributo, la mia abilità è rappresentata dal fatto di poter riprodurre quello che mi sta passando nella mente. Un buon esempio in questo senso è l’esperienza maturata con Paul Bley e Evan Parker. Con loro ho sempre ben presente il mio ruolo come bassista, sento cosa stanno facendo, dove stanno andando e se, per esempio, stanno intessendo un dialogo rievocando stilemi polifonici e contrappuntistici, in modo che mi possa riconoscere nel loro scambio e seguire gli spunti musicali che crescono in me stesso. […] Il meglio che puoi sperare, per me, è che tu possa esprimere una musica profondamente affine a quello che stai ascoltando e che hai in mente, questo, per me, rappresenta l’elemento più alto dell’arte musicale improvvisata.» (liberamente tratto da: Andrey Henkin, intervista a Barre Phillips, AllAboutJazz,com, 12 maggio 2004).

 

Barre Phillips nasce a San Francisco, California, nel 1934. Incomincia a suonare il contrabbasso da autodidatta nel 1947. Dopo aver studiato linghe all’Università di Berkley, dal 1962 si stabilisce a New York per dedicarsi alla musica a tempo pieno. In seguito, lo ritroviamo stabilmente sulla scena del jazz e della musica contemporanea. A New York studia contrabbasso classico con Frederick Zimmermann. Negli anni ’60 registra con Leonard Bernstein e la New York Philarmonic, così come con le formazioni di Jimmy Giuffre, Archie Shepp, Attila Zoller, Heiner Stadtler e Gunther Schuller.  Dal 1964 prende parte a tournée internazionali con il Georg Russel Sextet, il trio di Jimmy Gufare, diversi gruppi di Attila Zoller e il Peter Nero Trio. Nel 1967, per motivi che esulano dal contesto musicale, compie un viaggio in Europa, dove resterà a vivere. Attualmente risiede in Provenza, nel sud della Francia. La sua registrazione del 1968 in solo (Journal Violone negli Stati Uniti, rieditato sotto il titolo di Unaccompanied Barre in Inghilterra e Basse Barre in Francia) è la prima incisione assoluta di un solo per contrabbasso di musica improvvisata. L’incisione del 1971 con Dave Holland – Music from Two Basses – è comunemente ritenuta  la prima registrazione di un duo contrabbassistico jazz. Nell’ottobre del 1969 fonda il gruppo Le Trio con il saxofonista John Surman e il batterista Stu Martin, formazione che ha segnato la storia del Free Jazz. Negli anni ’70, lavora con la danza contemporanea al GRTOP, il Gruppo di Ricerca Teatrale dell’Opéra di Parigi di Carolyn Carlson, pur portando avanti con costanza un’intensa attività sulle scene del Free Jazz. Negli anni ’80 incontra il regista cinematografico Robert Kramer e compone per i suoi film. Lavoreranno insieme per vent’anni. Alla fine di questo decennio, Barre Phillips decide di consacrarsi principalmente alla musica improvvisata e ai suoi concerti dal vivo, ma continua a comporre per la danza, il cinema. In seguito suona regolarmente con la London Jazz Composers Orchestra diretta da Barry Guy e inoltre, dal finire degli anni ’90 ad oggi, con il Trio LDP (Leimgruber, Demierre, Phillips). Lavora sempre con la danza, specialmente con Julyen Hamilton, e dà numerose classi per i musicisti e i danzatori che lavorano sull’improvvisazione. Come improvvisatore ha lavorato, fra molti altri, con i bassisti Peter Kowald e Joëlle Léandre, con il chitarrista Derek Bailey, i clarinettisti Theo Jörgensmann e Aurélien Besnard, i saxofonisti Peter Brötzmann, Evan Parker e Joe Maneri e il pianista Paul Bley. Ha presieduto le associazioni International Society of Bassists, Musique Action Puget, Octobasse e Acte Kobé, è tuttora Presidente del CEPI (Centro Europeo per l’Improvvisazione) e direttore artistico della Cie Barre Phillips. Dal 1988, Barre Phillips è Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere.

Evan Parker nasce il 5 aprile 1944 a Bristol, nel Regno Unito. La passione per la musica si fa sentire in lui molto presto; all’età di quattordici anni, infatti, Evan Parker inizia a suonare il saxofono ispirato da quelli che saranno i suoi iniziali punti di riferimento musicali: Paul Desmond e John Coltrane. Nel 1962 si iscrive alla facoltà di botanica della Birmingham University, ma in occasione di un viaggio a New York, dove Evan ha la possibilità di entrare in contatto diretto con l’ambiente del jazz, capisce che è la musica l’unico sogno della sua vita. Tornato a Birmingham lascia per sempre l’ambiente accademico e con le idee ben chiare riguardo al suo futuro, nel 1966, si trasferisce a Londra dove diviene un assiduo frequentatore del Little Theatre Club, cuore pulsante della nascente scena free jazz londinese; ed è da qui che la carriera di Evan Parker ha inizio, un’avventura, fatta di sperimentazione ed improvvisazione, che lo vede protagonista da più di mezzo secolo del panorama jazz internazionale e che lo ha consacrato come uno dei più influenti saxofonisti di tutti i tempi, grazie, oltre al suo talento, anche alla sua affascinante ricerca di nuove tecniche, con le quali ha saputo trasformare il linguaggio dello strumento dando vita, grazie soprattutto alla respirazione circolare, a bellissimi e complessi soundscape.

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