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Polemica o provocazione? Cubo Gallery a pochi giorni dall’inaugurazione fa parlare di sé

di Titti Duimio

Questa notte e’ comparsa una scritta sulla vetrata della galleria Cubo di via la Spezia 90 inaugurata con la mostra fotografica ‘Giving power to young people! 17 sguardi rivelano Juarez’ sabato 14 ottobre.

Provocazione? Visibilita’? Marketing? O forse solo un modo per comunicare un gesto d’arte che aggiunge e non toglie alla gia’ interessante esposizione di artisti messicani che raccontano il disagio di una megalopoli piena di contraddizioni?

“L’arte è soggettiva, questo lo si sa. Tanto quanto la bellezza. Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace recita un famoso detto. Non voglio parlare di bellezza o di “arte provocatoria”. Ciò che è stato scritto è pura ironia. Un elemento che è il filo conduttore di tutti i miei lavori.

Lo scopo della scritta applicata sulle vetrate del complesso il Cubo è quello di smuovere le acque, di avvisare i parmigiani e non solo che esistono posti come il Cubo pieno di persone che ogni giorno lavorano e credono in ciò che fanno. Farsi notare. Apprezzo ogni forma d’arte e non sono nessuno per giudicarne la bellezza estetica o morale. Ma da un buon studente di ingegneria ritengo che ci deve essere un pubblico osservatore, più o meno attivo. Se no ciò che si fa e viene fatto è vano.

Gli artisti contemporanei hanno un potenziale enorme. E devono sfruttarlo tutto per se stessi ma soprattutto per la comunità, valorizzando ciò che dev è essere valorizzato, facendolo conoscere. Anche con qualcosa di “controcorrente”, che fa scandalo.”

Cosi’ giustifica il suo gesto Max Huges artista parmigiano che crede nei gesti imprevedibili per sensibilizzare l’opinione pubblica verso ogni forma di comunicazione di un pensiero. Pour épater le bourgeois si diceva in tempi d’avanguardia ovvero ‘meravigliare la gente con affemazioni paradossali, con atteggiamenti anticonformistici o spregiudicati, per il gusto di stupire e scandalizzare’ come recita la Treccani. Scopo raggiunto?

Ma in tarda mattinata la scritta era stata rimossa. Probabilmente i responsabili della galleria hanno ritenuto invasivo e inopportuno l’intervento di Max Huges, o forse che fosse doveroso avvisarli prima di esporre la scritta, ma se l’artista avesse comunicato il suo gesto avrebbe suscitato lo stesso stupore?

Guim Tio artista e curatore ha commentato:
“Great! la critica fa sempre bene ai giovani artisti e spero apra un dibattito, personalmente mi sembra intervento molto bello, che però non può essere più che sbagliato, alcune fotografie sono più che belle, sono vere.
L’arte non è solo bellezza e il suo intervento ne è l’esempio.”

Mark Ibanez fotografo e curatore ha risposto così dalla Spagna quando ha visto la foto: “who did this? Is brilliant ! SOLD OUT SOLD OUT !!!”

“Trovo molto interessante il fatto che questa mostra abbia suscitato una energia inaspettata in altri giovani, tanto da creare un nuovo gesto artistico!
Come galleria non possiamo che esserne contenti, anzi rinnoviamo l’invito a tutti i parmigiani e non solo a “venire a comprare queste opere per i ragazzi e non per la loro bellezza”, sostenendo così un nuovo processo creativo.”

Alessandro Chiodo (Direttore Artistico CUBO Gallery)

Come detto all’inaugurazione da Camilla Mineo direttore artistico della galleria, che non ha rilasciato dichiarazioni, ‘il cubo nel logo e’ aperto e pronto per essere riempito da gesti e linguaggi contemporanei’. E questo episodio e’ un evento nell’evento, forse doveva rimanere dove era.

 

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