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“Zitti: Parma sta dormendo”, la provocazione di Marzio Dall’Acqua sulla cultura a Parma

di Titti Duimio 

Si e’ tenuta all’Auditorium della Casa della Musica l’ultima lectio magistralis del prof. Marzio Dall’Acqua, storico critico dell’arte e presidente della MUP Editore, organizzata dal CCV del quartiere Parma Centro e dal Comitato Comunale Anziani sul tema della cultura a Parma.

Dopo gli interventi della neo presidente della commissione Cultura del Comune Paola Francesca Ranieri che ha annunciato l’intenzione di organizzare iniziative culturali in ogni quartiere della citta’, della direttrice della Camera di San Paolo Olimpia Barbieri Gentili che ha presentato una serie di progetti che coinvolgeranno gli spazi ancora chiusi del complesso di San Paolo e la testimonianza di impegno educativo del parroco di San Benedetto padre Maurilio Biella, il professore Dall’Acqua ha proseguito con l’ultimo appuntamento del suo racconto sulla cultura parmigiana.

“La prima volta vi ho parlato della citta’ dei tre cuori, ovvero delle tre piazze di Parma: piazza del Duomo sede del potere vescovile, poi la piazza del Comune e piazzale della Pace sede del potere statale, nella seconda abbiamo analizzato la differenza tra Parma e il suo Oltretorrente con le diversita’ di struttura delle due zone nel corso dei secoli con funzionalita’ differenti e complementari.
Governare una citta’ significa non solo amministrarla ma anche progettarla, le va dato un futuro. Parma e’ una citta’ ricca di storia e di potenzialita’ ma povera di progettualita’, oggi non esiste un’idea di citta’.
Una citta’ che prende un’onorificenza dall’Unesco per la qualita’ gastronomica e che festeggia con una tre giorni di street-food e’ una citta’ senza testa. Qualcosa non va.
I parmigiani si sentono ducali ma il rimpianto per Maria Luigia e’ una moda recente, quando era in vita non era cosi’ amata e mille erano i libelli in circolazione che sputtanavano la Duchessa.


Nella seconda meta’ dell’800 Parma e’ sede di fermenti politici, qui nacque la Camera del Lavoro e il movimento socialista, e qui ebbe luogo il grande sciopero agrario di Alceste de Ambris che lascio’ in eredita’ a Parma l’atteggiamento anarchico- sindacalista.
Ma i parmigiani sono irrimediabilmente cortigiani e guardano e si guardano senza mai confrontarsi, e Glauco Lombardi coglie questa caratteristica creando attorno a Parma il rimpianto luigino, costruendo l’identita’ elitaria e nostalgica della grandeur passata.
Da qui la Parma elegante e raffinata che ha orrore dei moti di piazza, ma anche la Parma di Picelli e di Padre Lino che testimonio’ nei processi a favore dei ribelli contro i fascisti. Ecco la dualita’ di Parma: cortigiana e anarchica, una citta’ complessa e dalle mille sfumature che nessuno racconta mai perche’ si preferisce appiattirla in un quadretto stereotipato che divide tutto tra bene e male e tra giusto e sbagliato come fa l’informazione locale dominante.
Hanno creato una citta’ falsa, mitica e autoreferenziale che si compiace di un passato idealizzato che unifica tutto e confonde tutto. Non esistono piu’ eccellenze. Parma e’ diventata ‘una citta’ senza amore’, citando il titolo di un bel libro di qualche anno fa.


Dov’e’ finita la citta’ ducale? Abbiamo la Spezieria di San Giovanni e non riusciamo a proteggerla, affidiamo alla politica il compito di salvaguardare la nostra identita’ storica e culturale senza impegnarci mai con la consapevolezza di cittadini.
Il Forum Cultura ha contato 120 associazioni in questa citta’ che non si sono mai parlate, non fanno sistema e non comunicano tra loro. Questa e’ una citta’ che non progetta se’ stessa, non si nutre della sua cultura, a Parma si e’ deciso di uccidere il presente per rimettere sul trono il duca” le parole amare del professore in chiusura.

1 Commento

  1. Ma muoviamoci allora e progettiamo belle iniziative coinvolgendo i giovani per farli partecipi o meglio attori di questo rinnovamento davvero auspicabile.

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