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Riscoprire la Cisa degli antichi Romani: su Archeologia Viva la storia del cammino tra Parma e Luni

Archeologia Viva, una delle maggiori riviste italiane di divulgazione dedicate all’archeologia, ha dedicato la copertina del numero di settembre/ottobre alle ultime scoperte che interessano il passo della Cisa, fra il parmense e la lunigian. La rivista pubblica un articolo firmato dagli archeologi parmigiani Gialuca Bottazzi, Angelo Ghiretti, Marco Cavalieri e Marco Bazzini su importanti ritrovamenti sulla sella del monte Valoria: è questo il passo appenninico che venne utilizzato in antichità per scavalcare l’Appennino, la Cisa dei romani.

Il passo antico serviva a collegare Parma, fonada nel 183 a.C., con un’altra città romana: Luni, fondata appena sei anni più tardi e oggi scomparsa. Gli scavi dell’ Iscum – Istituto Studi Cultura Materiale coordinato da Tiziano Mannoni, hanno riportato in luce preziose testimonianze dei precoci collegamenti tra questi due centri in espoca romana attraverso il crinale appenninico.

Il 7 ottobre verrà anche inaugurata una mostra su queste scoperte, intitolata “Cisa romana”, a Parma presso la sede della Fondazione Cariparma, organizzata in occasione dei 2200 anni dalla della fondazione della città.

“La ricorrenza dei 2200 anni di Parma – scrive Archeologia Viva – viene celebrata presentando un’importante scoperta: lungo la via romana che collegava la città della pianura padana a Luni sul mar Ligure è stato individuato il passo appenninico dove presso un sacello i viandanti lasciavano le proprie offerte alla divinità del valico”.

“Da tempo si sosteneva che la via Francigena, la famosa arteria medievale che dalla città di Canterbury, nell’Inghilterra meridionale, scendeva a Roma, nel tratto parmense montano si fosse sovrapposta all’antico tracciato romano della strada che, valicando l’Appennino settentrionale, collegava le colonie di Parma nella pianura padana e di Luni sul mar Ligure. Si trattava di una convinzione maturata osservando la geografia fisica, i cui criteri – percorso più breve e agevole – portavano a quella conclusione”.

“In particolare, il crinale tra le valli del Taro e del Baganza, nel versante parmense, costituisce una vera e propria via naturale per raggiungere lo spartiacque appenninico. Si tratta di un territorio ricco di testimonianze medievali (pievi di Fornovo, Bardone, Berceto), ma con un solo ritrovamento d’età romana nei cinquanta chilometri in linea d’aria che separano i resti romani di Fornovo di Taro, in provincia di Parma, da quelli di Filattiera nella valle del Magra (Lunigiana), all’estremità settentrionale della provincia di Massa Carrara”.

“Al centro di questa terra inesplorata doveva trovarsi il valico romano, ma si dava per scontato che si trattasse dell’attuale passo della Cisa (a quota 1041 metri). Le recenti scoperte effettuate alla Sella del Valoria (1224 metri), un punto di valico due chilometri a est della Cisa, alla congiunzione delle valli dei fiumi Taro e Baganza (versante emiliano) e Magra (versante toscano), getta ora nuova luce sulla questione e lo fa correggendo l’ipotesi precedente senza comunque cancellarla del tutto”.

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