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Nascita e ri-nascita di Vernazza raccontata dai colori della parmigiana Liuccia Buzzoni

di Titti Duimio  

Il catalogo della mostra ‘Figli d’Arte’ in corso a Vernazza per celebrare la ri-nascita di un borgo devastato dall’alluvione nel 2011, raccoglie le storie che hanno ispirato gli artisti a creare opere attorno al tema della nascita.

Ideatrice della mostra e autrice di due lavori esposti e’ Liuccia Buzzoni, parmigiana, artista e ricercatrice di linguaggi, appassionata di scienza e astrofisica, sempre in cerca di significati nascosti e di verita’ che durano attimi, Liuccia traduce la sua idea di nascita e vita restituita usando forme e linee semplici, nette e leggibili come per definire e comunicare un codice etico primordiale e percio’ comune.

Bambini e colori come note di giocosa allegria nelle opere di Liuccia Buzzoni che come sempre ricerca e interpreta e inventa formule diverse per descrivere emozioni dalle sfumature infinite. ‘Di tutti i colori’ racconta un girotondo, un gioco infinito e saggio quanto il mondo che ripercorre un gesto conosciuto e immutabile in una rincorsa continua, una ruota che gira come lo scorrere del tempo scandita da eventi che coincidono con inizi perenni. Niente e’ immobile, tutto cambia ad ogni sguardo e luce e colori rendono questa testimonianza di vita una giostra di gioia pura e di esplosiva vitalita’ come una filastrocca ritmata. Un circolo vitale che ad ogni fine contrappone un nuovo inizio.

“…Di tutti colori ” e’il titolo del girotondo inteso come è usanza dire : i bambini ne combinano di tutti i colori. Crescendo poi, da adulti, ne vedranno di tutti i colori. Il colore ,visto in questo senso,ci accompagna nella vita anche nei modi di dire” ci spiega l’autrice

Della seconda opera esposta a Vernazza dell’artista parmigiana dal titolo ‘Angelo del Mare’ dedicato al figlio dello scultore Raphael Resasco, amico del’artista, esiste, invece, un vero e proprio percorso, un racconto dal quale Liuccia Buzzoni e’ partita per descrivere l’emozione della maternita’ e della nascita come miracolo ripetuto che garantisce un senso di eternita’.

Quel giorno ci spingemmo ancora più in là.

“Erano gli anni sessanta e noi d’estate si andava in vacanza al “Sans Facons”di Bocca di Magra.
Come un rito ogni mattina un vecchio marinaio “Baffo” sul suo barcone stava lì davanti sul fiume ci aspettava per portarci in mare aperto verso Punta Bianca , Punta Corvo…
Un estate fu Marco a comprare un gommone grigio con il suo 25 cavalli di motore e allora bisognava provarlo e non bastava mai, prima su e giù per il fiume e poi verso il mare e così ogni giorno a spingerci sempre più sino ad attraversare il golfo della Spezia..e poi oltre lo stretto di Porto Venere e più in là dove il mare cambia colore diventa intenso e profondo e si alza con forza contro quando vai. All’arrivo a Riomaggiore gli anziani pescatori e i bambini attorno al gommone, a guardarlo a toccarlo, con una sorta di timore, curiosi, mai visto cosa simile.
E fu un giorno di fine luglio che ci spingemmo ancora più in là … a Vernazza.
Al ritorno corsi incontro a mia madre: ” mamma ho visto il posto più bello del mondo …voglio andare là”.

“Quella ragazza se non ha la casa al mare non fa figli “..” Quella ragazza se non ha la casa al mare non fa figli”
La litania di mia madre era rivolta a colui che a casa nostra teneva i cordoni della borsa, mio padre.
Fu così che si comprò casa al mare per la figlia che doveva avere figli e dove voleva la figlia … a Vernazza.
Quando la casa fu pronta, a festeggiare nella vecchia spiaggia con un bagno gelato e fatto fuori stagione da star tanto male ma da riaprire certe vie intime (femminili) e da non crederci la figlia restò incinta ed ebbe un figlio.

Liuccia Buzzoni

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