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I Castelli del Ducato: sapete quanto è bello il Castello di Tabiano?

Il Castello e il Borgo di Tabiano sono situati in posizione dominante sulle prime colline che sovrastano la Pianura Padana, con un panorama unico che spazia dall’Appennino fino alla catena alpina. Si trovano a pochi minuti dalle celebri Terme di Salsomaggiore e di Tabiano.

Il Castello è uno dei più importanti monumenti di difesa dell’epoca feudale nell’Alta Emilia. Sorto all’inizio dell’XI secolo su di un antico insediamento romano, fu uno dei fondamentali presidi dei Marchesi Pallavicino per il controllo della Via Francigena e dei pozzi di sale della zona.

Le vicine miniere di sale di Salsomaggiore hanno da sempre avuto un ruolo centrale nell’economia dell’area. Celti ed Etruschi utilizzavano il sale estratto per conservare la carne di maiale selvatico e il latte. Da questa antichissima tradizione, ripresa dai Romani che allevavano maiali nella pianura per fornire carne salata alle legioni, sono nate alcune delle DOP locali più prestigiose: il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma, il Culatello di Zibello o il Salame di Felino.

Dopo secoli di contese fra grandi famiglie nobiliari per entrarne in possesso, nell’800 il Castello è stato trasformato in abitazione privata e centro di un’azienda agricola che fino agli 90 ha prodotto e stagionato Parmigiano Reggiano nel Borgo e nel Castello.

Lungo le pendici di roccia su cui è stata realizzata la fortezza vi è il Borgo di Tabiano Castello, parte integrate del sistema di difesa del Castello. Sono ancora integre importanti resti di fortificazione, tra cui le due torri circolari a sud e a nord (XII secolo), buona parte della cinta muraria in sassi e, la torre di guardia (XIII secolo) con il ponte levatoio che costituiva l’unico accesso al Castello fino al basso Medioevo.
Borgo e Castello sono stati per quasi un millennio il centro della vita e della produzione rurale. Per tutto il XX secolo il cuore pulsante dell’economia locale è stato il caseificio e la latteria, dove veniva raccolto e lavorato il latte delle cascine circostanti per diventare Parmigiano da stagionare nei magazzini del Castello.
Con la fine della produzione di Parmigiano, nel 2005 è iniziata una graduale opera di recupero del Borgo per trasformarlo in un Relais di Charme con stanze, suite e appartamenti, sale riunioni, wellness e due ristoranti, uno dei quali situati nell’antico Caseifico.

La storia –  Nella sua storia millenaria il castello è stato al centro di guerre, assedi, distruzioni, congiure, tradimenti, ma anche di amori, poesia e leggende.

In queste mura hanno vissuto personaggi come Rolando il Magnifico, Solestella, figlia del conte di Bardi e madre di Isabella, rimasta celebre come ‘l’Angelo di Tabiano’, per la sua bontà, la sua bellezza e l’infelice amore per il cavaliere francese Riccardo d’Orange.

I primi quattro secoli di vita del Castello ricalcano nelle grandi linee le vicende medioevali: guerre tra Guelfi e Ghibellini, tra impero, papato e Comuni, assedi, distruzioni, conquiste, tradimenti, ma anche amori, congiure fra parenti e tradimenti fra leggende e realtà.

Le cronache ci tramandano il ricordo di Pelavicino Pallavicino, il primo trovatore di quei tempi nel Nord Italia, di Oberto il Grande Pallavicino, principale alleato dell’Imperatore Federico II nell’assedio di Parma, ma anche di Tancredi Pallavicino, ucciso dal fratello Delfino in un luogo che ancor oggi si chiama ‘Porta Rossa’ per il colore del sangue versato.

Lo stesso Delfino, nel 1148 sconfigge il padre Oberto e i piacentini in un vicino colle che ancora oggi si chiama ‘La Battaglia’. Dopo ben due anni di assedio, nel 1150 Delfino viene sconfitto ed il Castello di Tabiano è messo a ferro e fuoco. La ricostruzione avvenne in tempi brevissimi grazie all’intervento dell’Imperatore Federico I detto il Barbarossa.

Nella sua lunga storia la roccaforte di Tabiano passa più volte di mano: i Canonici di Parma nel 1180, poi la nobile famiglia dei Cornazzano; nel 1249 l’imperatore Federico II lo restituisce a Uberto il Grande Pallavicino che lo perde poco dopo ad opera dei guelfi di Parma.

Segue oltre un secolo di mistero, con solo qualche vaga notizia di un assedio nel 1326. Tabiano riemerge in tutta la sua grandezza nel 1359 come possedimento dei Marchesi Pallavicino che dovranno difenderlo dai numerosi assalti di Ottobono Terzi e di Bernabò e Gianmaria Visconti; quest’ultimo affida l’impresa al famoso condottiero Nicolò Piccinino che lo conquista nel 1442.

Nicolò Pallavicino riconquistò il Castello a sorpresa, ma Bernabò Visconti, tornato in forze, lo mise a ferro e fuoco e Nìcolò si salvò a stento attraverso antichi passaggi. Nel 1391 Gian Galeazzo Visconti, imprigionato lo zio Bernabò, restituì il castello agli antichi feudatari.

Nella prima metà del XV sec. la grande capacità politica e guerriera di Rolando, detto ‘Il Magnifico’ riporta Tabiano sotto il dominio dei Pallavicino. Alla sua morte tuttavia inizia una lenta decadenza della grande famiglia ghibellina, determinata sia dall’avvento dei Farnese, sia dal progressivo rafforzamento delle Signorie e dal cambiamento della strategia militare, che rende sempre meno importanti i castelli di difesa.

Nel 1457 il feudo viene assegnato al figlio Uberto e rimane per ben tre secoli nelle mani del Pallavicino detti di Tabiano. Con il passare degli anni il Castello perde anche il suo ruolo di residenza della famiglia Pallavicino che sposta progressivamente il baricentro a Parma.

Nel 1756 alla morte di Odoardo Pallavicino, il feudo viene incamerato dai Farnese. Ma i Pallavicino non escono del tutto di scena: la marchesa Ottavia, figlia di Giulio Lucrezio e moglie di Ferdinando Landi, rientra in possesso del castello e lo tramanda alla sua nuova famiglia.

Il castello di Tabiano risorge a nuova vita grazie all’intervento di Giacomo e Rosa Corazza, che nel 1882 lo rilevano da Sofia Landi, nipote di Ottavia. La giovane coppia, che vanta antiche origini del Canton Ticino, ripara le mura, ripristina i merli ghibellini e la torre, chiama i più celebri artisti e i migliori artigiani della zona per decorare gli stanzoni disadorni con meravigliosi stucchi ed affreschi.

Carlo, il più giovane dei figli diede un impulso decisivo alle attività agricole, in particolare alla produzione del parmigiano reggiano nel caseificio del Borgo di Tabiano.

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