di Francesco Gallina
Animali fantastici e dove trovarli giunge al termine. La rubrica, nata con l’apertura de «Il Caffè Quotidiano», è stata interamente dedicata allo Zooforo del Battistero di Parma, opera del genio cremonese di Benedetto Antelami. Lo ha fatto con un taglio che fosse il più originale possibile, e i lettori l’hanno premiata con oltre 20.000 visualizzazioni.
Abbiamo incontrato sirene, grifoni, basilischi, unicorni, viaggiato in Piazza Duomo con lepri, cervi, cinghiali, elefanti e scimmie. Ma non potevo non concludere il nostro viaggio con l’animale più fantastico di tutti: l’uomo.
Sì, l’uomo, con le sue gioie e i suoi dolori, con i suoi sogni e i suoi fallimenti. L’uomo con la sua abilità. L’uomo che sa distruggere, ma anche creare arte. L’uomo e la sua esistenza problematica, complicata, contraddittoria e meno animalesca di quanto possa sembrare. Chi più del poeta romano Giuseppe Gioachino Belli potrebbe descrivere il nostro essere? E, allora, ecco una satira in versi, uno dei sonetti più crudi e rudi dell’intellettuale ottocentesco che presta la sua voce deformante a un popolano cinico e anticattolico. Quanto di più lontano dalla concezione medievale dell’uomo. Non sconteremo l’Inferno nell’aldilà. No, l’inferno è qui, sulla terra.
LA VITA DELL’OMO
Nove mesi a la puzza: poi in fassciola
trasbasciucchi, lattime e llagrimoni:
poip’er laccio, in ner crino, e in vesticciola,
cor torcolo e l’imbraghe pe ccarzoni.
Poi comincia er tormento de la scòla,
l’abbeccè, le frustate, li ggeloni,
larosalìa, la cacca a la ssediola,
e un po’ de scarlattina e vvormijjonì.
Poi vièll’arte, erdiggiuno, la fatica,
lapiggione, le carcere, er governo,
lo spedale, li debbiti, la fica,
erzol d’istate, la neve d’inverno…
E pperurtimo, Iddio sce benedica,
viè la morte, e ffinisce co l’inferno.